Ciao Pelé! Grazie di tutto Re del calcio!

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Nella prima metà degli anni ’80, quando eravamo bambini, come tanti ci divertivamo a giocare a calcio oppure a guardare i grandi che giocavano a calcio, fossero essi fuoriclasse di Serie A o dilettanti di Terza Categoria. Quante volte abbiamo sentito frasi tipo: “Ma chi è quello, Pelé?”, oppure “Ma chi ti credi di essere, Pelé?”.  Perché allora, per tutti, il più grande era Pelé e Pelé era sinonimo del “Più grande calciatore di tutti tempi” (non a caso era e rimarrà sempre “O Rey”, il Re del calcio). Era prima del 1986 e Maradona, sebbene mostrasse già le sue qualità, sebbene ci avesse deliziato già con giocate al limite del paranormale, non era ancora il “Barrilete Cosmico” dei Mondiali messicani che lo consacrarono definitivamente come leggenda e che sollevarono una questione che va ancora avanti adesso, ovvero: “Più forte Pelé o Maradona?”.

Per noi la questione non ha risposta. Perché bisognerebbe far giocare Maradona nel Santos e nel Brasile al posto di Pelé  e bisognerebbe far giocare Pelé nel Barcellona, nel Napoli e nell’Argentina al posto di Maradona,  ma finché l’invenzione di Doc Brown resta circoscritta alla trilogia di Ritorno al Futuro tutto ciò non è proponibile, perciò non si possono dare risposte. Forse Maradona dimostrò più estro, forse Pelé poteva contare su un fisico migliore, che lo faceva eccellere anche in quella che era forse l’unica pecca di Diego Armando: il colpo di testa, ma rimangono solo opinioni personali e non certezze assolute.

Una certezza assoluta però è che ieri ci ha lasciato per sempre un mito mondiale del calcio, non solo per ciò che ha vinto, per i goal che ha fatto, per le sue giocate, ma per quello che ha rappresentato.

Chi come noi ama il calcio ha ammirato (e ammira) le tante Nazionali Brasiliane che ci hanno emozionato per come giocavano, non può non rendere onore al Brasile per i numerosi campioni che ha regalato questo sport. E’ però vero che quando nomini il Brasile ti viene subito in mente Pelé.

Perché Pelé era il Brasile e  ha rappresentato questa terra meglio di chiunque altro.

In un famoso spot di cui era protagonista “O Rey” ripeteva una frase: “Quando faccio una cosa mi piace farla bene”. Non sappiamo nella vita di tutti i giorni, ma sul campo da calcio le cose le ha fatte bene davvero, nel Santos, nei New York Cosmos (dove mostrò gli ultimi lampi della sua immensa classe per cercare di far appassionare gli americani al gioco del calcio), ma soprattutto nella Nazionale Brasiliana, con cui vinse tre Mondiali da protagonista assoluto.

Ora che se n’è andato, non possiamo fare a meno di ringraziarlo ancora una volta per quello che ci ha fatto vedere, anche per quel goal che fece a noi italiani nella Finale del 1970, quando su un cross di Rivelino sovrastò in elevazione uno dei più forti marcatori che il calcio italiano abbia avuto (Tarcisio Burgnich), perché se uno ama lo sport, certi gesti non possono non emozionarlo.

Addio Edson Arantes do Nascimento detto Pelé. Che la terra ti sia lieve.

Superpagellone del Mondiale 2022

Poteva mancare il nostro Superpagellone al Mondiale appena concluso? Ovviamente no. Allora, let’s go!

10 e Lode

LEO MESSI. Doveva essere il suo Mondiale. Lo è stato. Gli si rimproverava di non essere un trascinatore come lo fu senza dubbio colui che è stato il suo più grande predecessore nella storia del calcio argentino. Ha dimostrato di esserlo. Dunque? What else? Adani sarà esagerato nelle sue telecronache, ma è vero che se il calcio merita di essere ancora seguito, è perché c’è gente come Messi, non certo perché c’è Infantino. Grazie Leo per i momenti di calcio che ci hai regalato e Chapeau.

ARGENTINA Dopo un inizio da incubo (sconfitta con l’Arabia Saudita) sforna una prestazione convincente dietro l’altra, trascinata da uno dei più grandi geni del calcio di tutti i tempi, ma anche da elementi affidabili (su tutti citiamo due calciatori poco reclamizzati, ma secondo noi determinanti: Fernandez e De Paul), oltre che ad un portiere che ha sbrogliato le matasse ai rigori come Emiliano Martinez. Non possono certo mancare elogi ad Alvarez (devastante in semifinale) e a quello che in Finale, fino al momento della sostituzione, era stato l’uomo in più: Angel Di Maria.

10

ARGENTINA e FRANCIA Per averci regalato la Finale se non più bella, più emozionante di sempre. La loro é stata l’Italia-Germania del Nuovo Millennio.

KYLIAN MBAPPE’ Illegale nelle prime due partite, minaccia costante per gli avversari in tutte le altre, ribalta quasi da solo una Finale Mondiale. Cosa doveva ancora fare? Mettersi una scopa nel culo e pulire lo stadio? Messi è stato il vincitore del Mondiale, ma lui non ne è uscito certo sconfitto e se lo è uscito, lo è uscito non a testa alta ma altissima.

RICHARLISON Il suo goal alla Serbia è il più bello del Mondiale. Dedicato al Giargianese di Bari Vecchia che lo definì incapace di stoppare un pallone.

GERMANIA Per il gesto di essersi tappati la bocca.

9

FRANCIA Se Kolo-Muani avesse buttato dentro quel pallone, probabilmente il 9 sarebbe diventato 10. Va detto però che per 70 minuti i “Bleus” non sono pervenuti. E’ altresì vero che comunque la Francia in Finale ci è arrivata e ci è arrivata convincendo, poi verso una Nazionale che in quattro anni realizza un primo e un secondo posto (ottenuto perdendo ai rigori) bisogna solo avere rispetto e basta.

MAROCCO  La Nazionale marocchina é stata la rivelazione del Mondiale. Dopo aver strapazzato il Belgio, ha spazzato via Spagne e Portogallo, prima di arrendersi alla superiorità della Francia. Organizzati, concentrati, capaci di far male, sono stati una lieta sorpresa: complimenti.

LUKA MODRIC Passano gli anni, ma a spadroneggiare a centrocampo come fa lui non vediamo nessuno.

8

NAZIONALE INGLESE Disputa un buon Mondiale e si gioca fino all’ultimo la sfida con la Francia, venendo condannata da un errore del suo giocatore più carismatico. Riteniamo il Mondiale inglese un Mondiale di tutto rispetto.

GIAPPONE Chi avrebbe detto, quando ci sono stati i sorteggi, che il Giappone avrebbe vinto il girone con Spagne e Germania? Eppure così è stato. I nipponici hanno dimostrato una buona organizzazione di gioco e una buona tecnica, arrendendosi alla Croazia (ma diremmo più alla cinica lotteria dei rigori).

7

ARABIA SAUDITA La sua vittoria contro l’Argentina è stata la sorpresa più eclatante della competizione, che ci fa capire come i Davide di tutto il mondo non debbano mai arrendersi di fronte ai Golia di tutto il mondo.

BRASILE Il suo cammino fino ai quarti lasciava presagire grandi cose, ma poi il muro croato ne ha fatto uscire le pecche (anche se comunque trattasi di sconfitta ai rigori). Prendete dieci allenatori qualunque e domandategli: “Preferite un centrocampo con Modric, Brozovic e Kovacic o un centrocampo con Paqueta e Casemiro?”, vedrete cosa vi rispondono. Detto questo, i Verdeoro sono il miglior esempio della difficoltà e dell’imprevedibilità di un Mondiale, dove se sbagli (o comunque non giochi come al solito) una partita, rischi di perdere tutto.

5

GERMANIA Siamo sinceri: dopo avere visto i tedeschi fallire miseramente il Mondiale quattro anni fa e dopo averli visti uscire agli Ottavi dell’Europeo lo scorso anno, pensavamo che andassero più in là, per la loro storia e la loro tradizione (difficilmente hanno fallito due Mondiali di fila). Invece eccoli uscire, forse anche immeritatamente, dal Mondiale. E’ vero: col Giappone non meritavano di perdere, ma alla fine ci si aspettava di più da una nazione storicamente importante in questo sport.

SPAGNA Altra grande delusione. Sette goal al Costarica, poi pareggio con la Germania, sconfitta col Giappone e sconfitta ai rigori col Marocco, Un po’ poco dato il tasso tecnico delle “Furie Rosse”.

3

FERNANDO SANTOS Escludi pure Ronaldo e soprattutto Leao, bravo! Tafazzi al confronto suo è un dilettante!

2

BELGIO Come al solito, solo chiacchiere e distintivo. Forti, forti, forti e poi inanellano figure di merda una dietro l’altra. Il fatto che questa Nazionale sia stata in testa al Ranking Mondiale, fa capire il valore di questa classifica, inferiore a quello della carta igienica (almeno quest’ultima una funzione, anche se non nobilissima, ce l’ha).

1

PAREDES Per il pallone calciato verso la panchina dell’Olanda, roba da giardino zoologico.

Zero

ANTONY Brasile-Croazia. Entra Antony (annunciato come se entrasse Rivelino). Dopo poco fa una simulazione vergognosa e si lamenta pure con l’arbitro. Questo sarebbe il suo talento?

LA GAZZARRA FINALE DI ARGENTINA-OLANDA Roba da tamarri in discoteca, non da Quarto di Finale di Coppa del Mondo.

ADDETTO STAMPA NAZIONALE BRASILIANA Che male gli stava facendo quel simpatico gatto seduto sul tavolo durante la conferenza stampa di Vinicius? Boh. Noi avanziamo una proposta: paghiamo Mike Tyson e gli diciamo di andarsi a sedere vicino a lui senza autorizzazione alla prossima conferenza stampa del Brasile, vogliamo vedere se ha il coraggio di prenderlo per il collo! Pagliaccio.

ADANI, CASSANO,VENTOLA, VIERI. Per principio.

-10

EMILIANO MARTINEZ Per il suo gesto da perfetto troglodita.

-78

GIANNI INFANTINO Semplicemente un cesso di persona. Come definire un uomo che promuove spot contro il Razzismo, contro le discriminazioni e poi allo stesso tempo tace su 6500 morti sul lavoro sospette per giocare delle partite di calcio? La sua ipocrisia è lo specchio di questo sport. Per fortuna ci sono Messi e Mbappé.