Ciao Giampiero!

Per noi, che abbiamo vissuto la nostra infanzia negli anni’ 80 e che in quegli anni abbiamo iniziato a seguire lo sport, oggi è un giorno triste. Non dimenticheremo mai le tue interviste negli spogliatoi e a bordo campo, le tue telecronache di tennis, ma soprattutto le telecronache in cui tu ti esaltavi (e ci esaltavi): quelle delle gare di canottaggio (in particolare quelle dei fratelli Abbagnale alle Olimpiadi). Ciao Giampiero Galeazzi! Che la terra ti sia lieve! R.I.P.

Ciao Marvelous!

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Siamo un blog che parla di calcio, ma abbiamo rispetto per tutti gli sport (come scrivemmo in uno dei nostri primi post, concernenti Nadia Comaneci, la ginnasta rumena che nel 1976 stupì il mondo).

Per questo motivo oggi vogliamo ricordare uno dei più grandi pugili di tutti i tempi: Marvin Hagler, detto “The Marvelous”, re incontrastato dei Pesi Medi dal 1980 al 1987, anno in cui si ritirò dopo la sconfitta contro Ray Sugar Leonard, un match dal verdetto controverso, che “The Marvelous” non accettò mai.

Difese il titolo diverse volte dal 1980 (anno in cui lo conquistò sconfiggendo Alan Minter), ma indubbiamente la vittoria che tutti ricordano maggiormente  e che più delle altre è passata alla storia è senza dubbio quella contro John  “The Beast” Mugabi, nell’incontro disputatosi il 10 marzo 1986 a Las Vegas. Vinse Hagler all’undicesima ripresa, ma il round che ancora oggi è rimasto nella mente di tutti gli appassionati di boxe è indubbiamente il sesto.

Quello fu uno dei più bei round della storia del pugilato, anche Rino Tommasi in telecronaca le definì una delle più belle riprese a cui abbia assistito nella sua carriera.

Quello era il periodo in cui gli appassionati di boxe potevano assistere agli incontri più emozionanti grazie al programma “La Grande Boxe”, proposto su Canale 5 e Italia 1 con l’autorevole commento di Rino Tommasi. Come dicono quelli come  noi, che quell’epoca l’abbiamo vissuta: “Ma che ne sanno i 2000…”.

Tornando a “The Marvelous”, fu senza dubbio uno dei più grandi Pesi Medi che il pugilato abbia espresso.

A fine carriera visse anche qualche anno in Italia, seguendo il calcio (si dichiarò tifoso della Sampdoria).

La sua scomparsa ci ha rattristati, rappresenta un’altra figura degli anni ’80 che ci lascia, lasciando il ricordo di un Numero Uno nel suo sport.

Noi intanto, non neghiamo che ci siamo rigustati (e ci riguasteremo ancora in futuro) per l’ennesima volta quel sesto, epico round su youtube , che evidenzia la grandezza di Marvin.

Ciao Marvelous, R.I.P.

Ciao Diego!

diego

Cosa scrivere che in queste ore non sia stato scritto? Francamente è difficile, perché si rischierebbe di cadere nella banalità e lui di certo banale non lo è mai stato. Si rischierebbe di essere retorici e lui non lo era.

Ci viene in mente ciò che anni fa Ken Norton, uno degli avversari storici di Muhammad Alì, dichiarò del suo celebre rivale: “Il mondo della boxe deve ad Alì ben più di quello che Alì deve alla boxe”. Alì e Maradona sono stati personaggi totalmente differenti, ma entrambi due leggende nei loro rispettivi sport.

Crediamo che di ciò che disse Norton si può fare tranquillamente una trasposizione e dire che “Il mondo del calcio deve a Maradona ben più di quello che Maradona deve al calcio”.

Perché Maradona è stato, è, sarà sempre Maradona.

E’ stato ciò che noi, bambini negli anni ’80, sognavamo di essere all’epoca.

Perché  chi di noi, quando lo ha visto fare quel goal fenomenale all’Inghilterra, in cui saltò gli avversari come birilli, non ha pensato che quello non era solo un uomo, era una specie di  supereroe?

Poi però, sono venuti fuori i suoi vizi, la sua incapacità di gestire il successo, la sua fragilità, che ci hanno fatto capire che anche lui, sebbene col pallone fosse in grado di fare ciò che voleva, era soltanto un uomo.

Quando fece quel celebre goal su punizione alla Juventus (nel 1985), da tutti definito la più bella punizione di sempre, riuscì persino a sfidare le leggi della fisica giacché sembrava impossibile, dalla posizione in cui calciò, effettuare il tiro che effettuò.

Sembra anche impossibile che chi ha il coraggio e il genio di sfidare la fisica, perda poi se stesso come gli è capitato negli anni a seguire.

Noi però siamo appassionati di calcio e negli occhi avremo sempre prima di tutto il Maradona calciatore, ovvero una leggenda per quello che i suoi piedi ci hanno fatto vedere.

Su Maradona uomo, lasciamo il giudizio a Dio.

R.I.P. Diego, mito della nostra infanzia.

Le Notti Magiche trent’anni dopo

schillaci

( Un’immagine simbolo dei Mondiali del 1990: Salvatore Schillaci e i suoi occhi carichi di grinta)

Trent’anni fa, in questi giorni iniziarono i Mondiali di calcio ospitati dall’Italia.

I Mondiali delle “Notti Magiche”, della grande illusione di vincerli e della grande delusione nel perderli ai rigori contro l’Argentina.

I Mondiali che dovevano essere di Vialli, ma furono di Totò Schillaci e dei suoi occhi spiritati, che in seguito non avremmo più rivisto, con grande rammarico dei tifosi juventini, interisti (Schillaci nel 1992/93 passò all’Inter) e italiani.

I Mondiali in cui si cominciò ad intravedere a livello internazionale la grandezza di Baggio.

I Mondiali che, dopo trent’anni, ci fanno chiedere ancora: “Ma che cazzo di uscita ha fatto Zenga?”

I Mondiali che, all’ultima partita, ci hanno fatto tifare per i tedeschi, i rivali di sempre (soprattutto in  duelli tremendamente più drammatici  di una partita di calcio) pur di non vedere Maradona alzare la Coppa, dopo che ci aveva eliminato e dopo che aveva cercato di portare, nella sfida con l’Italia, lo stadio San Paolo dalla sua parte rivangando addirittura la dominazione dei Borbone.

I Mondiali della Germania e di Lothar Matthaus, perché se la storia la scrive chi vince, in quel torneo la scrissero loro.

I Mondiali in cui quasi tutti noi avemmo una seconda squadra per cui tifare: il simpaticissimo Camerun, che fu eliminato dagli inglesi ai quarti disputando un torneo egregio.

I Mondiali in cui temevamo l’arrivo degli hooligans, ma ci pensarono i sardi ad addomesticarli.

I Mondiali degli sprechi, in cui furono realizzati stadi senza senso come il Delle Alpi, che solo sedici anni dopo sarebbe stato demolito, oppure in cui si ristrutturarono stadi talmente bene che non riusciva entrarci un’ambulanza (l’Olimpico di Roma).

I Mondiali di Matarrese, che l’anno dopo riuscì a far giocare la Finale di Champions League a Bari.

I Mondiali di Luca Cordero di Montezemolo, che come Presidente del Comitato Organizzatore della manifestazione (incarico ottenuto, crediamo, grazie anche alla benevolenza delle alte sfere FIAT) tornò in auge e i Mondiali della battuta che tutti all’epoca facevamo su di lui: “Montezemolo  di giusto ha fatto solo una cosa, mettersi con la Fenech”.

I Mondiali di Giulio Andreotti, che in quel periodo era Presidente del Consiglio, tanto per cambiare.

I Mondiali che furono una festa, ma che come tutte le feste, finirono.

Il giorno dopo Germania-Argentina, si tornò alla normalità.

Si sarebbe tornati a parlare delle beghe fra i partiti, un mese dopo Saddam Hussein avrebbe invaso il Kuwait (dando vita al prologo di quella che sarebbe stata la Guerra del Golfo), ma soprattutto finì quell’aria di festa che regnava nel paese.

Il 9 luglio, il giorno dopo in cui Matthaus alzò al cielo la Coppa del Mondo, fu come il primo giorno di scuola dopo che si è stati in vacanza.

Il problema è che le vacanze l’anno dopo ritornano, i Mondiali di calcio in Italia, chissà quando e se ritorneranno…

I Pionieri del calcio-Virgilio Fossati: allenatore, giocatore, soldato

Virgilio_Fossati

(Nella foto: Virgilio Fossati)

Più di una volta abbiamo udito la frase: “È un allenatore in campo”, rivolta a quei giocatori la cui abilità tattica risulta superiore a quella dei compagni.

Ebbene, Virgilio Fossati, nato a Milano nel 1889, allenatore in campo lo fu davvero.

Immaginatevi oggi, nell’Inter, Lukaku, piuttosto che Brozovic, oppure Handanovic, che mentre stanno giocando decidono le sostituzioni, dicono ai loro compagni che zona del campo devono coprire e via dicendo..

Era quello che accadeva più di cento anni fa (escluso il discorso relativo alle sostituzioni, allora non previste),  quando appunto Virgilio Fossati, ottimo centrocampista dell’epoca, ricopriva il ruolo di giocatore e allenatore della sua squadra: l’Inter, con cui vinse il campionato 1909/10.

Allora quella del giocatore-allenatore era una figura presente in quasi tutte le squadre, oggi è quasi scomparsa. L’ultimo ad aver ricoperto quel ruolo con successo (vittoria nella Coppa delle Coppe), almeno per quanto ricordiamo, è stato Gianluca Vialli col Chelsea, in Inghilterra, dal 1998 ad inizio 2000.

Fossati fu un valoroso centromediano e per la sua bravura tattica giocò anche in Nazionale. Nella prima partita della storia degli azzurri, vinta 6-2 contro la Francia all’Arena Civica di Milano, tra i marcatori vi è  anche il suo nome.

Giocò fino al 1915 sia in Nazionale che nella “sua” Inter (di cui fu oltre che allenatore e giocatore, pure capitano, per non farsi mancare nulla..), ma poi la sua carriera terminò.

Purtroppo non furono un contrasto di gioco, un infortunio o un improvviso problema fisico a chiudere la carriera di Virgilio, ma fu ben di peggio.

Nel 1915, in barba ad alleanze contratte trent’anni prima, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Iniziava la Prima Guerra Mondiale, che vide molti giovani innocenti perire al fronte. Tra questi ci fu anche Virgilio Fossati.

Nel giugno 1916, questo bellissimo esempio di calciatore-allenatore,  morì a Monfalcone in uno scontro con gli austriaci. Morì da capitano dell’8º Reggimento di fanteria della Brigata Cuneo.

Il suo corpo non fu mai più trovato.

Ecco le motivazioni per cui gli fu conferita la Medaglia d’Argento al valore militare: “Dopo aver svolto in tutte le fasi del combattimento attiva e audace opera si offriva spontaneamente per rintracciare possibili varchi nel  reticolato nemico ed in tale ricerca cadeva colpito a morte incitando i soldati ad avere fiducia nell’esito vittorioso dell’azione”.

A distanza di più di cent’anni dalla sua scomparsa, è giusto ricordare questo pioniere del calcio, vittima (come altri suoi colleghi calciatori dell’epoca) dell’atrocità della guerra.

Ovunque tu sia, R.I.P. Virgilio Fossati.

 

 

 

Quando c’è un Pochettino da discutere

Sei mesi fa si è giocata la finale di Champions League. A giocarla c’erano il Liverpool e il Tottenham, a condurre quest’ultima squadra c’era Mauricio Pochettino. Ha vinto il Liverpool, ma tutti hanno reso onore al Tottenham e al suo allenatore, autori di una pregevole Champions, in cui hanno eliminato Manchester City e Ajax in quattro avvincenti partite. La prova è che Pochettino in estate è stato accostato anche ad altri club, che ne avevano giustamente apprezzato il valore.

Sono passati appena sei mesi e vediamo che il Tottenham esonera Pochettino ed ingaggia José Mourinho.

La domanda sorge spontanea: possibile che in sei mesi quest’uomo abbia disimparato ad allenare? Possibile che un allenatore (che comunque è stato capace a portare in finale la propria squadra dovendo fare a meno del suo giocatore di punta: Keane) nel giro di sei mesi possa passare da essere corteggiato da mezza Europa a mezza calzetta?

La sua vicenda ricorda quella di Eusebio Di Francesco. Anche lui portò la Roma in semifinale di Champions (se è poco pazienza..) e l’anno dopo venne esonerato.

Noi crediamo molto più semplicemente che questo sia il risultato della schizofrenia del calcio moderno. Un giorno sei un genio, il giorno dopo un asino. Basta che qualche bambino viziato (come sono tanti calciatori) faccia i capricci e la colpa ricade subito sull’allenatore, così quest’ultimo, anche se ha un curriculum di ottimo professionista, viene subito fatto passare per il male assoluto.

Purtroppo il potere dei calciatori e dei procuratori che li rappresentano è troppo alto per fermare questa pessima tendenza.

Noi sogniamo sempre di rivedere un allenatore potere fare ciò che fece Trapattoni a Monaco, quando ci regalò una delle pagine più divertenti (ma anche più realistiche) di calcio col suo monologo in cui accusò tre o quattro giocatori (tra cui il celebre Strunz) di non impegnarsi come dovevano. Sogniamo però di rivedere anche una società che fa ciò che fece il Bayern all’epoca, che non esonerò l’allenatore, ma lo difese mettendo fuori squadra gli atleti da lui messi sotto accusa, giacché i dirigenti sapevano che se Trapattoni aveva avuto quello sfogo, qualche ragione avrebbe dovuto pure averla.

La Serie A da zero a dieci-12°giornata

Rolando-Maran
(Rolando Maran, allenatore del Cagliari)

I nostri voti concernenti la dodicesima giornata.

10

CAGLIARI CALCIO In piena zona Champions. Chi l’avrebbe detto? Chi avrebbe anche detto che avremmo rivisto un Nainggolan del genere? Complimenti. Bisogna vedere se dura, ma per il momento è un bellissimo esempio.

9

KALIDOU KOULIBALY Sembra l’unico a non aver perso la bussola in una squadra che la sta perdendo. Il salvataggio sulla linea contro il Genoa è un capolavoro.

JUAN MUSSO Grazie a lui e a nessun altro l’Udinese ha un punto in più in classifica. Parare un rigore al ’95 è come un golden-goal.

PAULO DYBALA Sempre più protagonista. Decide lui la sfida col Milan. Onore a lui e a Sarri che lo sta recuperando dopo la deludente stagione scorsa.

NICOLO’ BARELLA Che goal, che personalità!

8

LUIS ALBERTO Essere secondi in Europa per assist fatti dietro solo a De Bruyne non è certo casuale. Avanti così.

F.C. TORINO Prova convincente a Brescia. Se acquista continuità, può scalare posizioni in classifica, come fece l’anno scorso.

7

GENOA 1893 A Napoli, forse complice pure la situazione poco serena degli avversari, sfodera un ottima prestazione.

U.S. SASSUOLO Tre punti d’oro, conquistati meritatamente.

PARMA CALCIO 1913 Idem come il Sassuolo.

STEFANO PIOLI Perde, ma il Milan visto contro la Juve è un’altra squadra rispetto a quella vista fino al giorno prima. Avanti così.

6

U.S. SAMPDORIA Il pareggio con l’Atalanta è un brodino, ma la strada è ancora lunga.

5

A.S. ROMA  A Parma si è vista una clamorosa involuzione. Peccato.

KRZYSZTOF PIATEK Sembra un corpo estraneo. In più: l’anno scorso il colpo di testa del primo tempo l’avrebbe indirizzato in porta, non a fondo campo. Smarrito.

4

ACF FIORENTINA  Il voto è quello che ha dato Montella alla prestazione di Cagliari. Approviamo.

3

ANDREA PETAGNA Per carità, i rigori li hanno sbagliati tutti. Lui però ha buttato nel cesso tre punti d’oro.

2

BRESCIA CALCIO Cambia allenatore, ma non cambiano i risultati. Farsi qualche domanda?

1

NAPOLI CALCIO Peccato perché ad inizio stagione, a parte la sconfitta con la Juve, ci stava convincendo. Ancelotti, Insigne, Allan, De Laurentiis…Basta! I panni sporchi si lavano in famiglia!

0

CRISTIANO RONALDO Capita a tutti di sbagliare. Capita a tutti i calciatori di avere un momento in cui la forma non ti sostiene. E’ capitato a tutti i campioni di giocare male qualche partita. E’ il caso quindi di fare così? Sei, insieme a Messi, il più forte giocatore del mondo. Sei un esempio. Comportandoti come un bambino di 5 anni non fai certo bella figura, dal momento che di anni ne hai 34. E comunque il campo ha dimostrato che Sarri a sostituirlo ha avuto solo ragione!

PREMIO CORAZZATA KOTEOMKIN  Va al tifoso del Napoli (e pare non sia l’unico purtroppo a pensarla così) che intervistato in tv ha dichiarato: “Uè, uè, bisogna cacciare Ancelotte!”. In primis si chiama Ancelotti, con la i. Inoltre, se Carletto dove è andato ha vinto  (pure alla Juve ci sarebbe riuscito, senza le tavanate di Van der Saar e con un Del Piero in condizioni accettabili, che doveva giocare per essere recuperato, ma che per più di un anno fu l’ombra di se stesso) e a Napoli non ci sta riuscendo, non può essere che il problema sia altrove?

PREMIO BRINDIAMO ALLA SFIGA Va a Dusan Vlahovic. Realizza il suo primo goal in serie A. Subito dopo ne realizza un altro. Peccato che gli avversari goal ne avessero già segnati cinque, perciò la sua prima, bella doppietta, non se l’è cagata nessuno.

PREMIO “OTELLO CELLETTI” Va a Maurizio Sarri. Come il pubblico ufficiale interpretato da Alberto Sordi che fa la multa al Sindaco, anche lui non guarda in faccia nessuno. CR7 è da sostituire? Lo sostituisce, punto e basta, alla faccia degli sponsor, del merchandising o  della borsa. Chapeau.

 

 

 

 

 

La Serie A da zero a dieci-11°giornata

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Causa motivi di salute, pubblichiamo solo oggi i voti dell’undicesima giornata di campionato.

10

MARIO BALOTELLI  Più del goal strepitoso, una volta tanto fa un gesto condivisibile da tutti contro l’ignoranza. Senza se e senza ma.

9

PAULO FONSECA Zitto zitto porta la sua squadra al terzo posto, mostrando bel gioco, senza tener conto che si è dovuto inventare Mancini centrocampista. Chapeau.

ROLANDO MARAN Bisogna vedere se regge, ma il Cagliari in zona Champions è qualcosa di straordinario. Ilicic gli ha dato una grossa mano, però anche qui, chapeau!

ROMELU LUKAKU Ribalta la partita portando tre punti d’oro in cascina per l’Inter.

SALVATORE SIRIGU Nel derby para tutto il parabile. Da urlo gli interventi su De Ligt nel primo tempo e su Higuain nel secondo. Capitola solo sul goal, che non cancella la sua lodevole prestazione.

NICOLO’ ZANIOLO Gran goal, dedicato a quei due simpaticoni di Cassano e Capello.

8

SIMONE INZAGHI Anche a Milano passa. Avanti così.

7

HELLAS VERONA Tre punti importantissimi.

DOMENICO BERARDI Ha già segnato sette goal in campionato, ma domenica ne ha realizzato uno veramente pesante.

F.C. JUVENTUS I derby difficilmente sono spettacolari, perciò quando vinci 1-0 e il migliore in campo è il portiere avversario, puoi già essere soddisfatto.

6

U.S. SAMPDORIA Tre punti d’oro, pian piano può risalire in classifica, nei posti che gli competono.

5

NAPOLI CALCIO D’accordo un po’ di sfortuna, ma quando perdi non è mai solo sfortuna. L’ambiente non è sereno e ciò non giova alla squadra.

4

A.C. MILAN Altro che road to Champions, road to salvezza…

3

JOSIP ILICIC La combina grossa, lascia la squadra in dieci rendendogli più difficile il compito di rimontare.

2

I CALCIATORI DELL’UDINESE  Stesso quesito concernente i calciatori del Genoa per la vicenda Andreazzoli: Gotti è un fenomeno oppure loro sono stati un po’ lavativi perchè volevano far fuori Tudor?

1

ANTONIO CASSANO “Zaniolo segna solo contro gli scappati di casa”. Bravo giargianese!!

0

I CORI CONTRO BALOTELLI A VERONA La solita vergogna.

I CORI DEI TIFOSI INTERISTI A BOLOGNA SULLE VITTIME DEL 2 AGOSTO 1980  Idem come sopra.

PREMIO CORAZZATA POTEOMKIN  Vince Urbano Cairo. Si lamenta che quello di De Ligt era rigore affermando che a Lecce, al giocatore olandese, ne hanno fischiato uno uguale. Vero, peccato che quello di Lecce non fosse rigore.

 

La Serie A da zero a dieci-10°giornata

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I nostri voti concernenti la decima giornata di campionato.

10

A.S. ROMA vince 4-0 pur essendo per larga parte un uomo in meno. Più di così non poteva fare, considerando inoltre che annovera diversi infortunati. P.s. Alla faccia del “Giargianese di Bari Vecchia”, Zaniolo ha di nuovo fatto goal.

9

SAMIR HANDANOVIC E ROMELU LUKAKU Uno sigillando la porta con parate provvidenziali  e l’altro inventandosi un goal magnifico assicurano tre punti d’oro all’Inter.

SIMONE INZAGHI Vede la zona Champions e la vede con una squadra che gioca a calcio. What else?

ROLANDO MARAN Il suo Cagliari è ad un punto dalla Zona Champions e nessuno gli rende merito. Anche se contiamo poco, lo facciamo noi.

8

S.S.C. NAPOLI Gioca bene, crea palle goal, ma ne finalizza poche rispetto a ciò che produce. Tuttavia non ci sembra una squadra in crisi.

PAULO DYBALA Che fine ha fatto il “cane bastonato” che l’anno scorso stava in panchina, contestava le sostituzioni e che (parole di Pavel Nedved, vice-presidente della Juve)  addirittura non faceva “vita da atleta”? E’ un piacere rivederlo, è un piacere vederlo trascinare la squadra. Se segnava il goal in quell’azione personale del primo tempo, lo Stadium rischiava di venire giù. Se riuscirà a sconfiggere le sue paure e suoi limiti legati al carattere (non certo alla tecnica), può veramente essere un’arma micidiale, in coppia con CR7.

DARKO LAZOVIC Che goal! Di pregevole fattura e anche pesante (tre punti d’oro per il Verona).

PIERO GIACOMELLI Quello Su Llorente non è rigore, punto e basta. Si è visto chiaramente nel replay che il centravanti spagnolo mette il gomito in faccia a Kjaer il quale, successivamente lo atterra, ma il fallo in partenza è dell’attaccante. Negarlo è semplicemente malafede o voglia di aizzare gli animi “ad minchiam”.

7

VINCENZO MONTELLA Vince anche senza Ribery, dimostrando di avere ormai un impianto (anche se il Sassuolo, con il goal fallito nel finale, al limite di “Le comiche di Benny Hill”, gli dà una mano).

SUSO Lo contestano, senza di lui però stasera la Spal non la sconfiggevano. Certo un po’ più di continuità non farebbe proprio schifo.

6

FABIO LIVERANI Centra un pareggio importante e  lo centra giocando bene, fino a quando è 11 contro 11.

5

S.S.C. NAPOLI-BIS  Ammesso che ci fosse fallo su Llorente (noi non siamo di questo avviso), non per questo tu devi fermarti e consentire agli altri di pareggiare.

4

WALTER MAZZARRI Il suo Toro può e deve fare di più. Aveva chiesto ai suoi di imitare Chiellini, che ora però è costretto a stare in tribuna. Lo hanno accontentato a quanto pare, dato che forse, pure loro con la Lazio non sono scesi in campo.

3

UDINESE CALCIO Undici goal presi in due partite, con l’aggravante che questa volta l’uomo in più ce l’avevano loro.

PAOLO MAZZOLENI Tutti incolpano Irrati per l’espulsione di Fazio, ma lui  seduto al VAR cosa guardava, un film di Cicciolina?

1

CALCIATORI DEL GENOA Dopo la partita con la Juve, la domanda sorge spontanea: Thiago Motta è un fenomeno oppure loro sono dei lavativi che volevano cacciare Andreazzoli? Noi propendiamo per la seconda ipotesi, con tutto il rispetto per Thiago Motta.

0

CORI RAZZISTI IN BRESCIA-INTER Sempre lo stesso schifo.

PREMIO CORAZZATA POTEOMKIN E chi poteva vincerlo se non lui: il “Giargianese di Bari Vecchia”. Attacca Mazzarri e lo fa alla sua maniera, ovvero da ignorante. Afferma infatti che l’allenatore toscano secondo lui ha il vizio di parlare troppo ai calciatori e che quando lo ha avuto come allenatore, lui piuttosto che parlargli assieme si dava malato. Per la serie w l’educazione, w la classe.

PREMIO FLASH GORDON  Ce lo autoassegnamo, modestamente. Ieri sera infatti, stavamo guardando la Domenica Sportiva quando, essendo il suddetto programma in pausa, abbiamo girato su Canale5. Cosa vediamo? I due giargianesi che urlano. Aiuto! Terrore!  Immediatamente abbiamo  girato di nuovo su RAI2, alla velocità della luce.