L’Europeo da zero a dieci

Anche sull’Europeo che si è concluso da pochi giorni non potevano mancare le nostre pagelle, dunque eccole (in un formato un po’ diverso).

Ha vinto l’Italia (10 e lode), meritatamente, giacché a parte forse la partita contro la Spagna (dove le “Furie Rosse” hanno messo in crisi dal punto di vista del gioco gli azzurri) è stata la squadra che ha mostrato il miglior gioco. Bella, compatta, determinata, tenace: la Nazionale che tutti volevamo e che Roberto Mancini (10  e lode pure a lui naturalmente) ci ha dato.

Ha vinto contro l’Inghilterra (8). Leggiamo tante critiche nei confronti di Gareth Southgate (8),  ma l’Inghilterra in tre anni è arrivata in semifinale al Mondiale e in Finale all’Europeo. Chi ce l’ha portata, dandogli magari non un gioco appariscente, ma un’organizzazione tattica efficace?

Stendiamo invece  un velo pietoso sugli inglesi e il loro fair-play (0): tifosi avversari aggrediti e picchiati, inni avversari fischiati, medaglie al collo tolte alla faccia di De Coubertin. Non un cane che sia andato a complimentarsi con Mattarella. Bravi! E noi dovremmo prendere lezioni di civiltà da questa gente?

La Spagna (8) ha disputato un buon Europeo, ha perso ai rigori contro la vincitrice, ma è nelle precedenti partite che non ci aveva convinto granché. Luis Enrique (10) invece si è dimostrato un gran signore, come già scritto in un post precedente.

La sorpresa è stata la Danimarca (9). Considerando che non ha potuto contare sul suo giocatore più rappresentativo (per i motivi che tutti sappiamo) il suo allenatore ha costruito qualcosa di veramente bello.  Peccato per la semifinale persa  a causa della partigianeria arbitrale. Visto che parliamo dei danesi, diamo senza se e senza ma un 10 e lode a Simon Kjaer. Quello che ha fatto quando Eriksen ha avuto il malore, è più di un goal, più di una parata, più di tutto.

Due altre belle sorprese sono state la Svizzera (8) e la Repubblica Ceca (8), dove abbiamo ritrovato la nostra vecchia conoscenza  Patrick Schick (9), di cui avevamo perso le tracce.

Chi invece non ha mai fatto perdere le sue tracce è Cristiano Ronaldo (7), che ne ha approfittato per battere di nuovo dei record, tanto per non perdere il vizio. Col Belgio ha toppato, ma mica può vincere da solo.

Grazie all’Europeo ci siamo anche ricordati che il ct della nazionale ungherese è italiano e si chiama  Marco Rossi (8): per poco non passa il turno in un girone che definire proibitivo era dire poco. Le sue lacrime dopo il match contro la Francia, insieme  all’abbraccio tra Vialli e Mancini, ci sono rimaste impresse e ci hanno commosso.

La Croazia (6) non ha sfigurato, ma da una squadra che tre anni fa ha giocato la Finale del Mondiale ci attendevamo qualcosina in più.

Nell’Europeo ci sono pure state delle delusioni.

La più grossa è stata la Francia (3) In quattro partite ne ha vinta una. Abbiamo letto critiche a Deschamps. Tre anni fa ha vinto un Mondiale, adesso è diventato scemo? Secondo noi no. La colpa è dei giocatori, che avrebbero potuto dare e fare di più. Sono loro la delusione della manifestazione, senza discussioni.

Un’altra è stata Roberto Martinez (5), che con tutta la sua prosopopea, appena la sua squadra ne ha trovata una davanti forse meno forte a livello di singoli, ma organizzata, determinata, tenace, è andato in crisi. Mancini gli ha mostrato come si fa giocare una Nazionale. Se l’arbitro non gli regalava un rigore generoso, contro l’Italia rischiava una figura di merda mondiale.

Anche l’Olanda (5) sembrava dovesse squarciare i veli. Sembrava.

Un’altra delusione è stata la Germania (5), mentre il suo allenatore Joachim Löw non è una delusione: è uno sporcaccione e basta (2).

Concludiamo con un grosso in bocca al lupo a Christian Eriksen: forza campione!

Semplicemente meravigliosi!

campioni euro

Chi l’avrebbe detto? Chi, il 14 Novembre 2017,  il giorno dopo una  della serate più nere della storia del calcio italiano, avrebbe detto che al prossimo Europeo sarebbe successo quello che abbiamo visto ieri sera? Eppure è tutto vero! Siamo sul tetto d’Europa! Ci siamo arrivati meritatamente, partita dopo partita.

Il merito è della squadra, ma soprattutto di una persona: Roberto Mancini, che ha saputo costruire un capolavoro.

Il compito che aveva era difficile. Partiva però da un vantaggio quando è stato ingaggiato, toccare ancora più il fondo non avrebbe potuto, avrebbe solo potuto fare meglio.

Dopo poche partite si è capito che qualcosa di buono stava nascendo, certo chi immaginava una cosa del genere. E’ stato superbo nel suo ruolo di allenatore e di selezionatore, creando e plasmando un gruppo formidabile.

Diciamoci la verità, forse a livello di singoli c’erano Nazionali più forti della nostra, ma durante l’Europeo nessuna come noi è stata squadra. Bella, compatta, organizzata, determinata,  tutti vorrebbero una Nazionale con queste caratteristiche, il Mancio ce l’ha regalata!

Si è sempre detto (non senza fondamento, intendiamoci), quando la squadra di Mancini continuava a collezionare risultati utili, che  per renderci conto del valore dell’Italia, avremmo dovuto incontrare squadre più quotate di quelle incontrate fino agli ottavi.

Quando le abbiamo incontrate, abbiamo visto che questa Nazionale non era un bluff.

Nell’ordine: Belgio, Spagna e Inghilterra (quest’ultima in casa sua), sono state eliminate. A parte contro la Spagna, dove effettivamente le “Furie Rosse” ci hanno ingabbiato bene a centrocampo, col Belgio e contro gli inglesi siamo stati migliori degli avversari. Belgio rimesso in piedi da un rigore a  favore fischiato “Ad Minchiam”, senza il quale nel primo tempo avremmo chiuso il match e ieri, a parte il black-out iniziale, superiori agli inglesi senza se e senza ma.

Dunque vittoria non meritata, ma strameritatissima!

Certo, Donnarumma ha dimostrato di essere veramente il “Nuovo Buffon”.

Certo, Jorginho è stato da fantascienza e ci è veramente dispiaciuto che abbia sbagliato il rigore ieri, giacché qualche giargianese avrebbe magari subito dimenticato il tanto di buono che ha combinato l’italo-brasiliano, in tutti gli Europei  padrone assoluto  del centrocampo (a parte, come abbiamo già scritto, contro la Spagna),  ma per fortuna Gigio ha rimediato.

Certo, Chiesa ha dimostrato di essere un’arma micidiale per velocità, tecnica e classe.

Che dire poi dei due centrali, in particolare (non ce ne voglia Bonucci, che è stato superlativo) del capitano Giorgio Chiellini, che dopo anni di Finali internazionali perse con il suo club e con la Nazionale (2012), finalmente ne ha vinta una da protagonista, giocando un Europeo sontuoso in marcatura sui suoi avversari.

Ma quest’Italia è stata un blocco, in cui tutti hanno contribuito alla causa, anche chi subentrava, ecco perché insistiamo che questa è vittoria di squadra.

il calcio è sport di squadra. L’Italia è stata più squadra di tutti. L’Italia ha vinto.

Grazie ragazzi, grazie Mancio!

Italia-Spagna da due a dieci

I voti (in breve) a quelli che, a nostro avviso, sono stati i principali protagonisti della partita di eri tra Italia-Spagna, incidendo.

10

LUIS ENRIQUE Le dichiarazioni che rilascia a fine partita dimostrano il signore che è. Inoltre, bisogna dirgli anche bravo per come ha “letto” la partita. La mossa del “falso nueve” non ha dato riferimenti all’Italia, in più ha dato più forza al centrocampo spagnolo, limitando quello italiano (che in quest’Europeo ha fatto faville).  Perde, ma con molto, molto onore.

9

FEDERICO CHIESA Che goal! Che perla! La dirigenza della Juve ha fatto degli sbagli negli ultimi anni, come abbiamo avuto modo di scrivere sul nostro blog, non certo ad acquistare lui però.

UEFA per la decisione di ricordare Raffaella Carrà diffondendo nello stadio, durante il riscaldamento “A far l’amore comincia tu”. Ogni tanto qualcosa di giusto lo fanno anche loro.

8

GIGIO DONNARUMMA Sbaglia un’uscita nel secondo tempo e sarebbe potuta costare cara, ma nel primo tempo compie un prodigio su Dani Olmo e sui rigori, fa il suo dovere.

JORGINHO Come abbiamo scritto, il suo raggio d’azione è stato limitato molto bene dagli spagnoli, in compenso ci regala il rigore decisivo, tirato con una freddezza degna di Borg in un tie-break.

PEDRI Signori, a diciott’anni esibire una personalità del genere in un match così importante non è normale. Complimenti a lui e al Barcellona che ci punta sopra (se le premesse sono queste, ne ha ben donde).

7

GIORGIO CHIELLINI La solita roccia. Purtroppo lui e Bonucci si fanno tagliare fuori nell’azione che porta gli spagnoli al pareggio, ma va anche detto che quando il pallone ce l’ha spesso la squadra avversaria, fare il difensore diventa tremendamente difficile per chiunque.

DANI OLMO Insieme a Pedri il migliore degli spagnoli. Autentica spina nel fianco degli azzurri, alla fine tira un rigore “Ad Minchiam” e per questo da 8 che meritava passa a 7.

ROBERTO MANCINI Forse, se vogliamo essere onesti, Luis Enrique legge ed imposta meglio di lui il match, ma alla fine dimostra di aver dato alla Nazionale anche un gran carattere e una grande compattezza, qualità necessarie per superare  i momenti di difficoltà (e ieri ce ne sono stati indubbiamente). Una squadra per essere grande ha anche bisogno di tutto questo.

6

CIRO IMMOBILE Tutti che gli danno addosso, ma non è facile fare il centravanti quando il pallone ce l’ha sempre la squadra avversaria. Inoltre, sulla perla di Chiesa, è lui che, appena avuto un po’ di spazio, fa partire l’azione. Poi naturalmente, a criticare tutti fenomeni.

ALVARO MORATA Purtroppo per noi entra bene, come meglio non potrebbe, segnando il goal del pareggio. Pesa però su di lui il rigore tirato, per nostra fortuna,  “Ad Minchiam”.

FEDERICO BERNARDESCHI 6 di stima. Dopo mesi di insulti (alcuni veramente beceri) da parte dei suoi tifosi, di critiche, bisognava  avere una grande forza interiore per sentirsela di presentarsi sul dischetto del rigore, diamogliene atto. Considerando che non se la sentì uno come Falcao, ha avuto un gran coraggio.

2

MIKEL OYARZABAL Se sbagli un goal come lui ieri sera, in terza categoria sei già fortunato se non ti tirano frutta e verdura in testa. Noi ci lamentiamo di Immobile…

Italia-Belgio da zero a dieci

I nostri voti alla partita Italia-Belgio, in breve.

10

ITALIA Da Mancini ai giocatori,  nessuno escluso. Questa è una squadra che sa giocare bene, sa soffrire e sa colpire al momento giusto, insomma: una squadra coi controcoglioni! Comunque vada, grazie ragazzi!

8

JÉRÉMY DOKU. Avevano tutti paura (giustamente) di Lukaku e De Bruyne, ma è stato lui il migliore in campo per il Belgio. Per un po’ sarà negli incubi di Di Lorenzo.

7

KEVIN DE BRUYNE Era in dubbio, ma alla fine gioca e si rende pericoloso.

6

ROMELU LUKAKU Lotta, ma va a sbattere contro il muro azzurro. Spinazzola gli nega un goal fatto, anche se lui poteva fare di più su quella palla.

3

ALBERTO RIMEDIO e ANTONIO DI GENNARO Durante la telecronaca, partoriscono la seguente minchiata: “Doku tecnicamente non è un granché”. Non era facile tirare fuori dal cilindro una siffatta tavanata. Complimenti.

2

LA SCENEGGIATA DI IMMOBILE NELL’AZIONE DEL GOAL DI BARELLA Poteva farne a meno di quest’indecenza. Unica nota stonata in una serata indimenticabile.

0

SLAVKO VINCIC E I SUOI COLLABORATORI  Ma che razza di rigore hanno concesso al Belgio? Inoltre, perché se hanno fischiato quel fallo non hanno poi dato il rigore su Jorginho? Il VAR a cosa serve?