Ci manchi “Vecio”

bearzot

Ogni tanto ci viene ancora in mente lui.

A farcelo venire in mente non sono solo le immagini del trionfo spagnolo del 1982, ma anche gli allenatori di oggi.

Quando vediamo allenatori che scappano da una trasmissione televisiva perché non sopportano una critica di Adani pensiamo a Bearzot, che prima della partenza per la Spagna di Adani ne aveva 40 milioni, ma nonostante questo non scappava da nessuna tv.

Forse perché lui sapeva benissimo che se ti siedi sulla panchina della Nazionale (piuttosto che di un grande club) di un paese in cui tutti i suoi abitanti o quasi pensano di essere Commissari Tecnici, sai già che riceverai delle critiche, ma lui da persona intelligente non se ne curò mai più di tanto.

Di critiche ne ricevette e continuò a riceverne anche dopo il Mondiale vinto (per il disastroso girone di qualificazione agli Europei 1984 e per il Mondiale messicano deludente del 1986), ma lui sapeva benissimo che facevano parte del gioco.

Appena sceso dall’aereo con la Coppa del Mondo, avrebbe potuto sparare parole di fuoco (e probabilmente ne avrebbe anche avuto diritto) contro chi prima del Mondiale e dopo le tre partite del girone contro Polonia, Perù e Camerun massacrò su giornali e tv lui e i suoi ragazzi, ma non lo fece.

Questo fa parte anche della grandezza dell’uomo Bearzot, prima ancora che dell’allenatore.

Ci manchi “Vecio”.

Una volta c’era “Studio Sport”, oggi si studiano titoli…

Noi abbiamo vissuto il calcio degli anni 70 e 80. Non sarà stato tutto rose e fiori per carità, ma come abbiamo già scritto in altri post, rimpiangiamo diverse cose di quel calcio.

Una era senza dubbio il modo in cui ci veniva raccontato dai telecronisti, dai radiocronisti e dai giornalisti sportivi dell’epoca, che non erano avvezzi ad usare spesso titoloni o aggettivi roboanti.

Oggi in questo senso a Sport Mediaset si sono superati, lanciando un servizio dal titolo: “Candreva non si ferma: vuole altri capolavori”. A parte il fatto che siamo sopravvissuti agli addii al calcio di Platini, Maradona, Van Basten, Zico, quindi avesse ben smesso Candreva non crediamo che il gioco del calcio sarebbe stato sospeso, ma se costui ha fatto capolavori, quelli di Causio, Claudio Sala, Bruno Conti, Donadoni (per citare gente che ha giocato nello stesso ruolo di Candreva, ma con risultati a nostro avviso più significativi), cos’erano?

Senza voler mancare di rispetto a Candreva, riteniamo che titoli del genere facciano male prima di tutto a lui. Perché in questa maniera uno che non segue il calcio, di primo acchito pensa che il calciatore in questione sia un fenomeno.

Il problema è che la nostra generazione i veri fenomeni (nel ruolo di Candreva), li ha visti.

Se hai visto giocare Causio, se hai visto Bruno Conti al Mundial 1982 e poi ti dipingono Candreva come uno che fa capolavori, ti viene da fare come Ligabue quando canta “Ho perso le parole”.

Perciò se a Mediaset vogliono fare certi titoli li facciano, ma sotto mettano la scritta: “Sconsigliato a chi ha vissuto il calcio degli anni 70, 80,90”.

In tutto questo solidarietà (senza ironia) ad Angiolo Radice, perché lui ha solo lanciato un servizio che la redazione gli ha confezionato.