IL GREEN PASS NELLE MENSE AZIENDALI

Green pass, obbligo anche per i consiglieri regionali, proposta di PD e M5S

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Covid, Obbligatorio Da Subito – Subito Il Green Pass Nelle Mense Aziendali Sindacati In Trincea

 

Covid, obbligatorio da subito il Green Pass nelle mense aziendali
Subito il Green Pass nelle mense aziendali Sindacati in trincea
Il nuovo decreto vale anche per le aree ristorazione di fabbriche e uffici Cgil, Cisl e Uil: “È un obbligo surrettizio”. Anche le imprese disorientate
Le sigle hanno chiesto al governo una norma
I nodi legali, su privacy e verifiche

ROMA — Per andare in mensa, da domani, ai lavoratori delle aziende private sarà richiesto il Green Pass, la prova cioè di essere vaccinati, guariti dal Covid odi aver fatto un tampone, con risultato negativo, nelle 48 ore precedenti. Anche le mense aziendali – stando alla lettura che il ministero della Salute dà dell’articolo 3 comma 1 del decreto 105 del 23 luglio – rientrano dunque tra i «servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso» tenuti, in base alla norma, all’accesso contingentato. L’aveva accennato il ministro del Lavoro Andrea Orlando al tavolo di venerdì, riportando una posizione del ministro della Salute Roberto Speranza. Lettura confermata ora anche da Palazzo Chigi: nel nuovo decreto non c’è una norma che esclude dal Green Pass autogrill e mense aziendali e quindi “a contrario” si desume l’obbligo. E nel sito dedicato alla certificazione verde il governo sottolinea: «Dal 6 agosto servirà, inoltre, per accedere a qualsiasi tipo di servizio di ristorazione al tavolo al chiuso». Quindi anche a quelli delle aziende. Ma i sindacati non ci stanno: «È un modo surrettizio e poco trasparente di introdurre l’obbligo di
II governo Secondo il ministero della Salute (in foto, Speranza) il Green Pass vale per le mense aziendali
Green Pass per lavorare senza una legge a garanzia dei lavoratori. Il governo chiarisca o sarà battaglia». Anche Confindustria – che per prima ha spinto sul governo perché introducesse l’obbligo di Pass, preoccupata «del 20% di lavoratori ancora non vaccinati» – sembra disorientata. «Non siamo pronti a gestire il Pass nelle mense, né stiamo predisponendo nulla», dicono da viale dell’Astronomia. Nell’incontro di venerdì con Speranza e Orlando Confindustria sembrava anzi orientata a capitolare e chiedere al governo una legge, dopo aver verificato la graniticità del muro alzato da Cgil, Cisl e Uil: «Niente accordo tra le parti, no all’aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza: serve una legge per evitare discriminazioni, demansionamenti, licenziamenti». Il Green Pass in mensa di fatto scavalca ogni legge, di sicuro quella della privacy (ma anche lo Statuto dei lavoratori) che vieta ai datori di conoscere i dati sanitari dei propri dipendenti. «L’interpretazione del decreto 105 è forzata perché le mense aziendali dove lavorano 20 mila persone, per lo più donne, sono ristorazione collettiva non pubblici esercizi», si accalora Cinzia Bernardini, segretaria nazionale Filcams Cgil. «Se passa questa interpretazione della norma di fatto si introduce un controllo sanitario dei lavoratori. Inaccettabile. E poi chi dovrebbe fare il controllo del Pass? Le lavoratrici delle mense che dipendono da aziende esterne? Follia». Anche Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, chiede «al governo di chiarire
I sindacati Per loro (in foto Landini, Cgil) la disposizione introduce un obbligo per chi vuole lavorare
e rivedere questa posizione», puntando il dito sulla deroga concessa ai ristoranti all’interno degli alberghi: «Perché quei clienti esentati, liberi di entrare e uscire senza controlli, mentre i lavoratori no, nonostante siano obbligati dal Protocollo a distanziamento, sanificazione, mascherine, plexiglass e via dicendo?». Anche la Cisl con il segretario confederale Angelo Colombini si dice «molto perplessa». Al ministero alla Salute sono convinti della loro interpretazione e del resto la politica di Speranza è sempre stata di grande cautela, nella quale rientra l’estensione del Green Pass al maggior numero possibile di attività. Si tratta di una linea sposata anche dal presidente del Consiglio Draghi, come dimostra proprio l’ultimo decreto sull’uso del certificato verde. Se sulle mense aziendali non ci sono previsioni esplicite, e dunque si ritiene che scatti da subito l’obbligo del Green Pass, negli alberghi la situazione è diversa, come accennato dalla Uil. Il governo spiega nelle sue “Faq” che i clienti delle strutture ricettive possono accedere ai servizi di ristorazione dell’hotel, «anche in caso di consumo al tavolo e in un locale al chiuso» senza dover mostrare il certificato verde. Chi invece non è cliente deve mostrare il documento. E il certificato ci vuole anche per chi ha una camera nell’hotel e vuole accedere ad «attività al chiuso di piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra e centri benessere».

Green pass europeo: valido dopo 14 giorni dall'ultima dose di vaccino

IL GREEN PASS NELLE MENSE AZIENDALIultima modifica: 2021-08-08T14:11:46+02:00da SensoAstratto
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