Parola di Cialtrone

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IO, ME MEDESIMO

Ciao a tutti,

sono un ragazzo di 34 anni, vivo nella ridente Brianza (cos'avrà da ridere, proprio non lo so), mi occupo di comunicazione e organizzazione eventi e, nel poco tempo libero che mi rimane, scrivo e cazzeggio allegramente.

Questo blog non ha velleità artistiche, non contiene alti messaggi morali e non aspira a diventare centro di animate discussioni culturali. Voglio solo condividere con voi piccoli aneddoti, parole inutili e pensieri centrifugati, se poi riesco a strapparvi un sorriso, tanto meglio!

 

 

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Sono un pisello rugoso

Post n°89 pubblicato il 29 Marzo 2012 da CialtroneStraparla
Foto di CialtroneStraparla

A pensarci bene le tare genetiche nella mia famiglia sono abbastanza evidenti. Uno si rende conto di non essere stato adottato quando si accorge che i parenti più stretti hanno gli stessi disturbi psichici che ci contraddistinguono dall'infanzia. Del resto la prima Legge di Mendel parla chiaro: l'incrocio tra due piselli rugosi genera un pisello rugoso. Con buona pace di Giovanardi, anche se non credo che l'unione tra piselli possa essere legalmente riconosciuta dal Governo Italiano. (Ndr. A me 'sta storia del pisello rugoso mi ha sempre fatto tanto ridere!)

Domenica Gengis Khan, la mia nipotina più piccola, ha corso la campestre. Dopo 300 metri sembrava un cane San Bernardo il 15 di agosto in centro Milano: la sua lingua era rimasta alla partenza. E' quasi meno sportiva di me. Nel tornare a casa si è spalmata su una vetrina per ammirare degli orecchini a forma di fiorellino. Mio fratello dall'alto della sua autorità ha tuonato: “Lo sai che non puoi farti il buco alle orecchie prima dei dieci anni!”. La piccina sconsolata ha sgranato gli occhioni azzurri nel tipico sguardo da bambina-triste-incompresa-amareggiata-supplichevole, cercando un barlume di speranza nello sguardo di suo padre. Nulla da fare, mio fratello è un uomo tutto d'un pezzo, severo e rispettoso delle regole. Comunque devo dire che gli orecchini le stanno molto bene. Ha buon gusto. Dovrà portarli per qualche settimana nell'attesa di scongiurare una qualsiasi infezione lobifera. Poco prima di farsi sparare nei lobi ha chiesto: “Ma posso piangere un po'?”. Quanta tenerezza. Ho fatto notare a mio fratello che il prossimo passo sarà un piercing al capezzolo. Mi ha insultato.

Attila, mio nipote più grande, sta invece vivendo i suoi primi contrasti caratteriali con il gentil sesso. In cameretta ha un pungiball gonfiabile, l'altro giorno lo riempiva di pugni dicendo: “Così impari Maddalena!”. Un filo violento il ragazzo. Ho chiesto delucidazioni di cotanto astio e la risposta è stata: “Mi dice che sono bravo ma non lo pensa veramente”. Credo volesse intendere che la bambina è sarcastica. Finché picchia il pungiball e non Maddalena, per me non ci sono problemi. Che rimanga tra noi, ma in un ipotetico incontro di boxe mio nipote andrebbe KO al primo round. E' un giuggiolone.

Ieri sera mi chiama mia sorella, ha rotto la chiave nella serratura di casa ed è rimasta chiusa dentro. Le ho chiesto se avesse già contattato il fabbro e la risposta è stata: “Oramai è sera, ho cenato da Luini con un paio di panzerotti e non ho altri impegni. Ci penso domani”. Poi ha aggiunto che avrei potuto scrivere dell'accaduto qui sul blog. Mi sorge il dubbio che l'abbia fatto apposta per essere citata. Ah, le donne! Cosa non farebbero per farsi notare.

Mio padre dal canto suo, alla veneranda età di 80 anni, è entrato nella fase delle domande sceme:

Io: papà domani mattina devi fare il prelievo del sangue. Papà: in ospedale? Io: no, al reparto macelleria dell'Esselunga.

Io: papà devi raccogliere le urine delle 24 ore. Per un giorno intero devi farla qui nel contenitore. Papà: ma tutta lì dentro? Io: no, solo un po'. Il resto puoi farla comodamente in giro per casa, magari creando dei disegni naif sulle tende.

Ore 6 di mattina, avvolto come un involtino primavera nel piumone vengo svegliato da mio padre: fa freddo fuori? Io: @#!*&%?!§*!

Io: sto andando dal veterinario. Papà: per il gatto? Io: no, mi faccio sverminare.

Io: papà è pronta la cena! Papà: in cucina? Io: no, ti ho preparato una ciotola sul balcone. Quando hai finito gratta che ti faccio rientrare.

Domani probabilmente troverò mio padre che picchia il pungiball gonfiabile di Attila urlando: “Così impari Cialtrone!”.


 
 
 
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