Kremuzio

…e non mi stupisco per niente, vista l’offerta gratuita di immagini pornografiche sulla rete, ma dopotutto quante visioni ammiccanti pseudoerotiche ci appaiono senza cercarle? Senza parlare della pubblicità che si basa principalmente sulla visione di bellissime donne con i loro corpi esposti ed  i loro ammiccamenti come se promettessero chissà quali prestazioni se compri quel profumo o quella bottiglia di liquore.

Ma non è certo di questo che accusa la Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità durante il festival dei Saperi Educativi di Vitorchiano. La questione è ben più grave. L’allarme lanciato riguarda un giovane su 4, a rischio pornodipendenza. Al giorno d’oggi sono circa 8 milioni i fruitori dei siti porno, di cui il 10% sono minorenni.

Arriviamo all’assurdo che, secondo le statistiche, il 71% dei maschi ed il 46% delle femmine tra i 14 ed i 16 anni ha visionato film a luci rosse, e l’80% di quel 71% li guarda abitualmente, dopo averli scaricati da internet. Perché questa è la porta di ingresso della dipendenza.

E non li abbandona per tutto il giorno, al punto tale che i loro pensieri e le azioni sono perennemente rivolte alla sfera sessuale, il che li porta ad avere problemi sociali ed a scuola. Si tratta di un’attività compulsiva che di solito sfocia nell’autoerotismo, fino a diventare l’unico interesse e motivo di soddisfazione. Come la droga, uguale…

Non mi azzardo a spiegazioni o rimedi, in quanto mi è passata da parecchio quella voglia di sesso sfrenato che avevo quando gli ormoni mi tempestavano la fisiologia. Ma posso dire che in effetti la scoperta della sessualità finta, quella patinata o sporca, mostrata e sbandierata, è un fattore importante nella vita dell’adolescente.

Ricordo la prima volta che vidi una foto di donna nuda a 7 anni. Ce l’ho stampata in mente quel giorno in seconda elementare, portata da un compagno cresciuto troppo presto. Roba da pubblicità degli assorbenti del giorno d’oggi, e lasciava molto, troppo all’immaginazione. Segue quindi la ricerca sui libri di medicina trovati in casa il cercare di capire come sono fatte le femmine.

Poi finalmente un altro compagno alle medie porta una polaroid scattata ad una bella ragazza in posa “animalesca” in cui si poteva vedere la completa anatomia, seppure con vista posteriore. Fantastica! Finalmente ora sapevo che non erano fatte come la cuginetta piccola o come le bambole di mia sorella.

Sazio di conoscenza, si arriva all’adolescenza, ma a quei tempi la pornografia era limitata a quelle riviste che il compagno più grande acquistava con faccia tosta nelle edicole, o che sapevi fosse visibile nei filmetti svedesi super 8 pubblicizzati nelle stesse riviste e fotoromanzi hard.

Per un timido come me però c’era l’alternativa gratuita. Le riviste si trovavano anche per strada, avvolte nei giornali, nei cestini o nei cespugli. Una rapida occhiata per controllare che fossero pulite (nel senso che potevano anche, orrore, essere sporche di liquidi appiccicosi), e si mettevano, una volta passato l’esame, sotto il braccio per una fruizione privata.

Quando si trovavano copie di Playboy, ci si sentiva anche un po’ intellettuali, dato che si leggevano anche i racconti e gli articoli oltre a perdere la vista sul paginone centrale. Meglio comunque Penthouse con le donne più sensuali. Invece del porno scatenato in bianco e nero, povero, con tutti quegli organi caldi e pelosi in azione. Bei tempi per i giornalai che quando la gente acquistava una rivista porno come Men o Le Ore, la dovevano comprare insieme ad altro. Che so, Il Messaggero se ti sentivi normale, o l’Espresso se volevi fare l’intellettuale.

Poi i cinema a luci rosse. Si entrava con gli amici sghignazzando, poi aumentava la salivazione e tacevi in quelle sale buie piene di militari ed anziani. Che atmosfere malate. Ogni tanto capitava una coppia o una donna sola. E pensavi fosse una mercenaria che offriva i suoi servizi nei servizi del cinema. E quindi ecco le videocassette negli anni 80. E la copia sfrenata, e lo scambio tra amici, e le trasmissioni notturne sulle tv private in cui si diceva ci fossero spezzoni poco censurati, dopo gli spogliarelli di mezzanotte.

Ma alla fine sapevi che dovevi limitarti perché si pagava.

Ma oggi è tutto gratis, e c’è di tutto, anche le cose più depravate che neanche potevi immaginare leggendo le riviste o i libri di sessuologia. Il vaso di Pandora è aperto e non costa nulla, solo una connessione adsl e la tua sanità mentale.