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Nickname: gaza64
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« Pensiero | Angolazioni » |
Post n°258 pubblicato il 10 Giugno 2014 da gaza64
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Quante volte aspettare, preparare il bagaglio, partire, giungere a destinazione, leggere, scrivere, sognare e tornare indietro con la valigia vuota e un cassetto che qualcuno non ha riempito. .
Quante volte piangere a quella sensazione che è vuota come quella valigia vuota e non corre via da te se non trasportandola ancora e riempirla da sola, ancora. .
Sorrido alla disillusione, e le lacrime alleggeriscono il peso di questo insolito trasportare, riempire, svuotare. .
Ancora aspettare. Attendere. Desiderare. Partire per avvicinarmi e mai allontanare. Anche quando ritorno, e ciò che ho lasciato erano solo parole. .
Nella valigia, ora, ce ne sono di nuove. . .
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Parole che, come spesso accade, finiscono per "appartenere" a chi le pronuncia, le legge, le riscrive facendole proprie nei significati e nei sentimenti che sono sono state capaci di suscitare.
Piccoli doni trasportati a fatica e lasciati in luoghi dove inevitabilmente altre mani li solleveranno.
Come per me adesso,
e come dev'essere stato per te,
poco prima.
Grazie a Sergio, a Roberto e a Francesco...
muri,
e a volte scudi
fanno parte di quel genere di protezioni indispensabili per quanto dolorosi potrebbero essere i graffi.
Di solito, però, si costruiscono dopo essere stati graffiati dalla violenza del mondo, e forse è proprio per questo che possiamo definirci sensibili ma sempre pronti, in ogni caso, a riprovare a vivere...Grazie Giuseppe: sono sempre positive e consapevoli, le tue parole...
quel momento...Ed è proprio come dici tu: conta solo quello...
Grazie Nunzio anche per l'immagine che hai allegato alle tue parole: ti auguro una piacevole serata...
"c'è qualcosa di te che oramai è già parte di me".
...senza nulla pretendere
...senza alcun limite temporale
...senza neppure chiedersi il perchè;
...sino a quando lo si vuole o lo si può ...oppure fin quando ci viene concesso!
Le parole servono, appunto, a tendere la rete nella quale ci crogioliamo "esserci" sia come vittime che come tiranni e, spesso, nella doppia funzione.
Un forte abbraccio, Mario.
La costante è la traccia che lasciano, come un marchio indelebile e che inevitabilmente va a sommarsi in quel bagaglio che chiamiamo esperienza.
Parte di me è ogni singola cosa che ho veduto, voce che ho ascoltato, parola che ho letto, musica che ho ascoltato in quell'atemporalità che non riuscirei a chiamare passato se non considerando il futuro concesso.
Riguardo ai ruoli, poi, nessuna distinzione, come tu stesso suggerisci: causa ed effetto viaggiano alla stessa velocità anche se in opposte direzioni.
Le collisioni sono inevitabili e dolorose, a volte, ma superabili se si riesce a comprendere quali distrazioni le abbiamo causate,
e continuare...
Ti ringrazio infinitamente per il tuo commento e per aver apprezzato il video.
Un abbraccio grande a te, Mario...
seppur nel minuscolo circuito della nostra conoscenza,
e dirselo non è solo compensazione,
ma esaltazione fortissima.
Grazie a te, M@:)
La loro assenza dovrebbe alleggerire il carico che invece, in quella circostanza, sembra farsi più pesante.
E' una bilancia improbabile quella che determina il loro impatto nella nostra vita e a nulla servirebbe trovare l'unità di misura adatta, perché ciò che davvero conta è la loro importanza.
Per questo, a volte, è necessario intraprendere il viaggio nella solitudine delle proprie senza attendere , sperare o desiderare risposte: altre parole.
Aria, come tu stesso dici, ma che comunque muove, quando soffiata nella giusta direzione...
Un abbraccio di vento lieve, appena sussurrato, al mio caro Signor W....
(A me quelli che non si fanno vedere in faccia mi stanno un po' sulle scatole...)
Tu sai chi.
La mia faccia mi ha sempre un po' condizionata, per questo non mi sento di condividere in pieno la tua affermazione solo apparentemente contraddittoria ed altrettanto apparentemente ironica.
Di fondo,
rispetto entrambe le scelte se, nell'una o l'altra ipotesi, favoriscono la condizione di sentirsi a proprio agio anche in situazioni come questa.
Per quanto mi riguarda, sto ancora cercando di far combaciare le due persone che mi abitano e perciò, per il momento, approfitto dell'opportunità dell'alternanza:)
Il tuo taglio di capelli, invece, mi sembra un po' troppo... osé. Se fossi in te proverei questo:
http://i62.tinypic.com/991daw.jpg
Mi piacerebbe avere i capelli corti come quelli che mi hai suggerito ma, da quando me li hanno tagliati a tradimento quando ero piccola, evito il parrucchiere.
Quando supererò il trauma,
seguirò senz'altro il tuo consiglio:))
T'avessero tagliato un orecchio potrei pure capirlo, ma i capelli?
Quelli ricrescono sempre (almeno quelli delle donne).
Dài prova.<br E poi postaci il tuo nuovo look :)
Tu non ti rendi conto di cosa significhi entrare dal parrucchiere con la certezza di uscirne con un caschetto come quello della Carrà e invece ritrovarsi con un taglio alla maschietta!
Sono occorsi tre anni per riportarli ad una lunghezza accettabili...
Pure io sono entrato nella giovinezza con un casco alla Lucio Batristi e ne sono uscito con un taglio alla Yul Brinner.
Ma (al contrario di Sansone) ho superato brillantemente il trauma, andando ad attingere alle energie di riserva che sono riuscito a trovare all'interno della testa...
Anch'io, comunque, ho attinto alle mie scarse energie cerebrali imparando, da quel fatidico giorno, a tagliarmi i capelli da sola...
Se avessi ancora i ricci, Alfredo, riuscirei persino a farti lo shatush:))
Quanti treni presi, treni persi, treni in ritardo, treni visti sfumare in lontananza, treni mai passati… una lettura della mia vita dove ora con nostalgia, ora con rimpianto vedo passare il mio treno ed io sono sempre con la mano tesa nel tentativo di raggiungerlo. Un desiderio inafferrabile fatto probabilmente di sogni troppo ardui o non insistentemente rincorsi ma col tempo ho imparato a valutare altri aspetti del viaggio, non meno trascurabili e forse più significativi al fine di un’attenta valutazione del cammino percorso. Un viaggio costellato di incontri, separazioni, salite e discese dal treno per tappe più o meno lunghe che hanno dato succo e sostanza alla mia vita, un viaggio non ancora concluso.
Ciao Gabriella...buona domenica. :-)
A volte si sceglie ed altre si è scelti. Non sempre è giusto addurre alla propria volontà l'aver mancato un appuntamento o non aver affrontato un viaggio su quel treno con il quale, simbolicamente, hai voluto rappresentare le esperienze e le opportunità che la vita ci offre.
Ma è vero che per farlo,
bisogna almeno essere sempre pronti a prenderlo:) Grazie di cuore Loretta...
- Ogni valigia porta in sé l'idea del viaggio e inevitabilmente si pensa alla partenza o all'arrivo. Capita talvolta che la valigia vada persa col suo bagaglio e di essa non restino che ricordi vaganti nella nebbia, appena riverberati dalla nostalgia. Questo perchè un giorno qualunque si cessa di condividere idee, esperienze, sensazioni, malinconie.....e dalla valigia, riempita di pensieri ed emozioni, escono solo delle foglie autunnali, premonitrici ( a ben pensarci ) di una stagione irripetibile e destinata ad esaurirsi. E così è facile farsi del male. Ma ora è estate, l'ironia del tempo fa sì che le foglie delle betulle siano rigogliose. Sanno, ma non dicono se tutto è dimenticato o no ! Certamente sanno che non riempiranno più alcuna valigia, si fanno accarezzare dalla brezza e, riscattate dal silenzio, tremule sorridono. Eugenia - Ciao, un abbraccio, :-))
Comunque mi fa piacere averti provocato questa splendida rimembranza che, a quanto pare, giungeva più o meno alla mia stessa conclusione.
La vita è un circuito chiuso: un ciclo perenne che si rinnova in continuazione nella dissoluzione e nella rinascita di ogni cosa: materia, sentimenti, sogni, emozioni.
Un susseguirsi di numeri infiniti che sotto altre forme sempre, poi, tornano.
Per questo mi auguro che tu possa recuperare la capacità di esprimere le tue emozioni così come hai fatto così efficacemente in questa circostanza:) Un abbraccio grande, Gabri...
Ciò che dici è la descrizione dell'invisibile rovescio di ogni nostra esperienza: quello che difficilmente riusciamo a vedere nell'attimo esatto in cui lo stiamo vivendo ma che, con il tempo, si rivela nel nostro animo.
Si cambia e ci si trasforma sempre nella speranza di cambiare e trasformarci in meglio.
Un sorriso a te con l'augurio di rivederti presto...Con affetto, Gabriella...