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Storie dall'Altromondo

Post n°17 pubblicato il 26 Luglio 2010 da gaza64

"Al principio era il verbo":

ma che vuol dire?

Sarà stato il verbo essere o avere?

Forse è un verbo che ancora non conosciamo o che abbiamo solo dimenticato.

Essere nati e avere fame.

Essere morti e avere...?

Una notte ho sognato di morire: le circostanze in cui questo è avvenuto non sono importanti; ciò che è davvero curiosa è la senzazione che ho provato di continuare a vivere pur avendo coscienza di essere morta.

Perciò manca un verbo: quello in grado di descrivere la condizione di cui parlo; oppure ce n'è uno di troppo, che si è scisso e moltiplicato come gli uomini e le donne, e tutte le lingue che parlano. Per la punizione divina alla quale dobbiamo ancora riparare, per poter tornare ad essere quello che eravamo,

solo essere.

Nemmeno i plurali serviranno allora più, quando smetteremo di comunicare con le parole e non saremo più nè uomini nè donne,

nè bianchi nè neri,

nè tanti nè pochi,

ma tutto ciò che sta nel mezzo e che dobbiamo smettere di ignorare.

Credo sia giunto il momento che i cattivi smettano di essere cattivi e che qualcuno glielo insegni usando tutto il suo ingegno e la sua "evoluta" conoscenza al fine di renderli innocui a quella maggioranza che, innocua, lo è già.

A cosa sono serviti secoli di progresso se chi ci governa non è ancora in grado di scovare un'individuo pericoloso per milioni di persone e di arrestarlo, ovunque sia nascosto, pure in mezzo al deserto?

Gli uomini da sempre giocano alla guerra, e non sono ancora in grado di evitare che ciò accada. E' un controsenso, essere riusciti in imprese mirabili e non occuparsi del proprio stesso benessere, che è uguale a quello degli altri.

Continuano a costruire armi come i bambini, a spostare soldatini che mai si ribellano al loro volere: che si fanno uccidere per difendere la Patria, che è la Madre, che è la Donna.

Questo, il destino degli uomini, che inconsapevolmente si annullano a vantaggio di chi, a sua volta, diventerà qualcun'altro:

che magari un giorno non avrà più nè fame nè sete,

non dovrà più nascere nè morire,

ma solo esistere.

Vorrei che qualcuno gridasse più forte dentro quei microfoni che troppo spesso tacciono. Vorrei vedere il Papa che si presenta il giorno dell'esperimento nucleare in Polinesia e dire: "Io da qui non me ne vado, andatevene voi!"; e partire, ed essere in ogni luogo del mondo dove vivono i potenti, sotto i riflettori puntati a scorgerne i difetti, e mostrarglieli, e spiegarglieli.

Vorrei sentire il capo delle Forze Armate chiedersi: "Ma che cacchio stiamo facendo?", e osservarlo mentre spedisce tutti quegli esseri umani coi bicipiti guizzanti ad aiutare quella Madre che vuole solo allevarli, i suoi figli, non ucciderli.

Vorrei vedere la semplicità di un bisogno saziato,

di una paura scomparsa,

di un muro di soldatini in fila che si danno la mano,

che si danno la mano.

 

 

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Commenti al Post:
Spirito_del_Fuoco
Spirito_del_Fuoco il 02/08/10 alle 11:45 via WEB
Non è che pretendi poco sai...
 
 
gaza64
gaza64 il 02/08/10 alle 11:59 via WEB
Sono molto esigente.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
RobertoDiGi il 22/09/14 alle 13:54 via WEB
Le contraddizioni della natura umana non risparmiano nessuno, anche l'uomo dall'anima più libera rischia spesso di cadere... Quel Verbo riguarda qualcosa di diverso, tutto il resto, che viene dopo, sono interpretazioni umane che troppo spesso lasciano il tempo che trovano – eccezioni a parte. Il desiderio di risposte, di concreti segnali che tu esprimi, invece, sta in quella parte più nobile dell'umanità chiamata fede, fiducia che ciò cui tu aneli si realizzi nel rispetto del prossimo, almeno; purtroppo c'è chi pretenderebbe di arrivare a quel risultato calpestando tutto e tutti. La confusione può sembrare che regni sovrana, a volte solo per nostra impazienza, mentre l'umanità, nonostante tutto, si muove... a piccoli passi. [Quanto mi piace questo post... :) ] Un forte abbraccio. A presto... con i miei tempi. :)))
 
 
gaza64
gaza64 il 22/09/14 alle 17:30 via WEB
La convinzione che mi sostiene, sempre e da sempre, è che la massima parte degli esseri umani impegnati a sopportare la contraddizione di esserlo, sappia istintivamente e chiaramente quali sarebbero le condizioni per esserlo dignitosamente.
E' a quei pochi, detentori di un potere che, per forza di cose, gli si ritorcerà contro, che guardo con estrema curiosità: non solo per comprendere le ragioni della loro insanità, ma per combatterla senza utilizzare le loro stesse armi: distruttrici non solo della felicità altrui, ma anche della propria.
Ti abbraccio anch'io, Roberto: un po' più forte, un po' più vicino:)
 
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