Altromondo17

Leggo questo testo, e lo rileggo; e lo leggo come indirizzato a un padre, chissà, forse mi piacerebbe che lo fosse. Un augurio di buon compleanno offerto a un vecchio padre, contemporaneamente tornato bambino e rafforzatosi uomo nella debolezza fisica degli anni e nella forza intellettuale che regala il trascorrere del tempo. Leggendo queste tue parole, immagino mio padre, che, adesso che è vecchio, guardo vivendo in me il fenomeno della contemporaneità di passato presente e futuro, e verso cui, silenziosamente, invio anch'io questo augurio che lui possa rinascere, irrorando il Tempo e la Vita di quel suo respiro per me vitale, fonte rassicurante e originaria dei miei respiri. E' "maestoso e leggero", mio padre, adesso, e nell'augurargli di rinascere ancoro anche la mia vita a un esistere che duri e travalichi l'esperienza limitata che abbiamo del tempo. Credo sia così per ogni amore: in quella relazione felice sperimentiamo noi stessi in un modo tale che vorremmo durasse, e quel modo di sperimentarci è strettamente correlato alla presenza della persona amata. Durare, in vari modi, anche rinascendo; durare, che il respiro ritmico e possente non si estingua, che il movimento continui ad attestare la vita; che continui ad esistere qualcuno fuori di me, un "tu" un "egli" che offra prospettiva al mio sguardo, che io sappia accogliere queste diversità, ed amarle, fino al punto da poter augurare loro di rinascere e vivere ancora. Tenendoci per mano, respirandoci. Anch'io. Anch'io con loro. Quanto può non bastare una vita nel momento in cui si prendono per mano altre vite! Grazie, Cara Gabriella.