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« Ermetica disobbedienza | Intuitiva sapienza » |
René Magritte - Le passegiate di Euclide
Cento e più di mille volte
a guardare quel tratto
lentissimamente avanzare.
Prima sul ruvido di un supporto che porta
ancora i segni del suo precedente esistere nelle
venature dell'albero in fiore reciso,
e poi ammorbidito dall'olio e dal colore,
più rapido andare.
Cento e più di mille volte
lo sguardo a cercare l'incrocio di tanti
pensieri che lenti e dilatati dal tempo
di quella mano ondeggiare,
a riempire,
sfumare,
colpire di netto il difetto che tra le setole morbide
all'occhio,
scompare.
Cento e più di mille volte
il vuoto a sparire,
come se il vuoto che avverti non fosse mai stato
nel corpo seduto di fronte al cavalletto,
ma altrove.
E lo sfidi,
lo pieghi,
lo riempi di materia inorganica
che assomiglia al colore del tuo sangue,
dei tuoi occhi,
dei tuoi capelli sciolti sulle spalle e che,
di quelle, ha lo stesso pallore.
La testa piegata a sinistra e la mano
destra ad unire un attimo ancora soltanto
ciò che per più di cento e mille volte
osserverai meglio che se l'avessi tenuto dentro.
Ciò che è diventato vuoto ora,
dopo che l'hai riempito
con tutto ciò che, di lui, avevi conservato.
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