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Un blog creato da gaza64 il 10/04/2010

Altromondo17

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Messaggi di Ottobre 2014

La mezzaluna e la stella

Post n°290 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da gaza64
 

 

Ti cullo,

e tra le braccia ho il sogno sopravvissuto al

tuo corpo.

 

Solide membra invisibili,

ora.

 

Non più ingiustizia.

Non più paura.

 

Ti cullo,

e tra le braccia ho tua madre e tuo padre.

Un unico livido scuro.

 

E la voce racconta una storia

ripetendola all'infinito come se

fosse una ninna nanna, mentre

le braccia tracciano una mezzaluna.

 

Avanti e indietro e avanti.

Lentamente a scandire le parole e il loro

andare e venire.

 

Nessuno torna,

ma il loro sogno resta.

 

E' tra le mie braccia.

 

Ed io lo cullo addormentando il dolore

di un padre e una madre.

E la mezzaluna si muove,

e il tuo sogno, di stella, rimane.

 

 
 
 

Il tuo vestito migliore

Post n°289 pubblicato il 25 Ottobre 2014 da gaza64
 

 

L'ingenuità mi si manifesta spesso

ed è la cosa che più di tutte mi piace riconoscere

in chi ho di fronte.

Che sia dietro uno schermo o nell'evidenza di uno sguardo,

poco importa.

Non c'è differenza nemmeno tra una parola udita

ed una letta.

Perché l'ingenuità si manifesta in ogni forma,

anche quando non è manifesta.

 

Ci sono espressioni,

toni di voce,

dimenticanze,

associazioni e ripetizioni che comunicano parallelamente

e che, spesso, in maniera opposta a ciò che

avrebbero voluto esprimere,

qualcos'altro raccontano.

 

L'ingenuità di cui parlo permette

di percepire istantaneamente l'estensione di un baratro o,

al contrario, di un paesaggio interiore.

Qualcosa che l'ingenuo è sempre inconsapevole

di mostrare e che solo per questa ragione,

e prescindendo dalla tipologia di visione che riesce a suscitare,

va considerato nella sua nudità

come se indossasse il suo vestito migliore.

 

 

 
 
 

Il vuoto del vuoto

Post n°288 pubblicato il 21 Ottobre 2014 da gaza64
 

  
Foto di Chema Madoz

 

- "E' molto vuoto il vuoto?"

- "Potrebbe esserlo molto o molto poco."

 

- "Da cosa è determinato?"

- "Dalla capienza che lo quantifica."

 

- "Come un bicchiere o una vasca da bagno?"

- "Come una testa o un cuore."

 

- "Una testa vuota quanto vuoto contiene?"

- "Abbastanza per non sapere cosa pensare."

 

- "E un cuore vuoto, quanto vuoto contiene?"

- "Abbastanza per non sapere amare."

 

- "Una testa vuota può essere amata?"

- "Credo solo per l'involucro che quel vuoto determina."

 

- "Anche un cuore vuoto può essere amato?"

- "Ritengo che potrebbe esserlo anch'esso."

 

- "E in che modo?"

- "Solo colmando quel vuoto."

 

- "Perché?"

- "Perché il cuore è un involucro dentro un altro,

ed essendo invisibile agli occhi,

non potrebbe essere amato se da esso non trasparisse

in qualche modo."

 

- "E come si fa a renderlo visibile, il vuoto di un cuore?"

- "Facendosi amare."

 

 

 
 
 

Maestro

Post n°287 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da gaza64
 

Foto di Jim Kazanjian

 

Ciò che l'arte edifica,

qualcosa l'aveva distrutto.

 

 
 
 

Libere associazioni

Post n°286 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da gaza64
 
Tag: scelte

 

Si assomigliano tutti per la stessa ragione che li muove.

Quasi mai per quella che li ferma.

 

 
 
 

Tempesta

Post n°285 pubblicato il 15 Ottobre 2014 da gaza64
 

 Gilbert Garcine

Gli dicevo:

"Passa",

e lui passava.

 

Era solo un pensiero.

 

E poi mi ritrovavo sempre lì,

sulla riva.

E lui tornava.

 

Gli dicevo:

"Stai calmo",

e lui si agitava.

 

E l'orizzonte diventava nero,

e l'acqua saliva.

 

Mi dicevo:

"Non avere paura",

ma la paura non sentiva.

 

Voleva essere ascoltata, invece,

ed io l'ho capita.

 

Torna, quell'acqua scura.

La sento, ma non mi chiama.

 

E lui mi dice:

"E' passato",

ma io so

che non è mai finito.

 

Perché è solo un pensiero agitato.

Un orizzonte nero.

Un mare in tempesta.

Una paura infinita e muta.

 

Una vita chiusa dentro una silenziosa richiesta.

Non ancora esaudita.

 

 

 
 
 

Il gatto Matto

Post n°284 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da gaza64
 

 

Sono il primo di quattro gatti matti.

 

Nero e bianco

o

bianco e nero

come i miei fratelli.

 

Non essendoci un colore predominante

ce li scambiamo:

tanto poi tornano sempre dov'erano.

 

Che siamo matti ce lo dicono tutti.

Perciò ci chiamiamo:

Matto Tutto uno

Matto Tutto due

Matto Tutto tre

Matto Tutto quattro.

 

In totale siamo dieci o forse uno solo.

 

Dipende dalla circostanza

e dalla necessità del momento.

 

Perché a volte è meglio pensare di essere in tanti,

che un gatto matto soltanto.

 

Seppur di quattro. 

 

 

 
 
 

I tuoi appunti

Post n°283 pubblicato il 06 Ottobre 2014 da gaza64
 

 

Di sofferenza traduci l'esperienza.

Sillabandola piano come a scuola,

ché a ricordarla tutta bisogna ripeterla spesso e

dimenticarla non è mai stato il compito assegnato,

nemmeno ora.

 

La traduci spezzandola in più parti,

coniugando gli spazi restati vuoti con i

piani, ma è una costruzione che non funziona

se non a renderla incomprensibile pur avendola

spostata altrove.

 

Di sofferenza incalza il racconto che

non procede secondo gli schemi della narrazione ma

del suo opposto.

Perché il silenzio dovrebbe essere totale

in sua presenza,

ma quella presenza, pur tacendola, resta.

 

La gomma non basta.

Strappare il foglio e ricominciare non è concesso.

Tracciare righe sopra creerebbe solo confusione

tra le parole.

Sofferenza insegna bene a ricopiare mille volte.

Sempre la stesso concetto.

E l'unica consolazione non è sperare che finisca.

Ma che non debba mai più ricominciare.

 

 

 
 
 

Ki

Post n°282 pubblicato il 02 Ottobre 2014 da gaza64
 



Quanta debolezza in quella forza che

il più debole non potrebbe ostentare mai, 

se non perdendola.


 

 

 
 
 
 

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