Parola di Cialtrone

Mi sono trasferito su overblog.

 

IO, ME MEDESIMO

Ciao a tutti,

sono un ragazzo di 34 anni, vivo nella ridente Brianza (cos'avrà da ridere, proprio non lo so), mi occupo di comunicazione e organizzazione eventi e, nel poco tempo libero che mi rimane, scrivo e cazzeggio allegramente.

Questo blog non ha velleità artistiche, non contiene alti messaggi morali e non aspira a diventare centro di animate discussioni culturali. Voglio solo condividere con voi piccoli aneddoti, parole inutili e pensieri centrifugati, se poi riesco a strapparvi un sorriso, tanto meglio!

 

 

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Messaggi di Aprile 2012

Un nuovo disco per il Divino Otelma

Post n°95 pubblicato il 13 Aprile 2012 da CialtroneStraparla
Foto di CialtroneStraparla

E dopo il libro di poesie di Flavia Vento, ecco il disco del Divino Otelma con Rossano Rubicondi. Anzi, come direbbero quelli che se ne intendono, Il Divino Otelma featuring Rossano Rubicondi. Ora attendiamo la pioggia di rane e l'invasione delle cavallette. Il brano si intitola “Baia del Sol”, la brillante idea è nata nelle notti solitarie e insonni a Caio Paloma durante la registrazione de L'Isola dei Famosi.

Tra l'altro non è la prima esperienza musicale per il Divino Pirla, ha già sfornato parecchi singoli tra i quali spiccano:

  • Potenza sessuale 3000.
  • Ti infilerò una candela rossa. Non voglio sapere dove. Non voglio sapere il perché.
  • Il gelato. Da ricordare la strofa migliore: “Ha due palle, ha un cono retto, bello lungo e prediletto, ha il sapore dell’amore, ne van pazze pure le suore”.

Molto bene.

A breve le emorroidi di Enzo Paolo Turchi saranno scritturate per una puntata di “Un Medico In Famiglia”.


 
 
 

Alla ricerca del gioiello del Nilo

Post n°94 pubblicato il 12 Aprile 2012 da CialtroneStraparla
Foto di CialtroneStraparla

Sabato sera, A era esausta. Aveva lavorato tutto il giorno, lo stomaco era sottosopra e un po' di mal di testa le faceva compagnia. Decise di lanciarsi tra le braccia di Morfeo, unico uomo disposto a frequentarla in quel periodo. La fase rem arrivò in un attimo e docile come cucciolo si addormentò felice.

Avviluppata al suo piumone aprì gli occhi alle prime luci dell'alba: era Pasqua e un sontuoso banchetto l'attendeva.

Il pranzo in famiglia fu piacevole, sereno e allegro tra giochi e pettegolezzi. Verso le 5 del pomeriggio, quando gli ultimi parenti si furono dileguati, decise di sostare al computer per ascoltare un po' di buona musica. Il mal di testa non l'aveva mai abbandonata per tutta la giornata: ogni mese il subbuglio ormonale si presenta con una regal emicrania. Era l'ultimo giorno del ciclo, l'indomani il mondo le avrebbe sorriso nuovamente.

Un lampo nella memoria le ricordò che il giorno prima si era addormentata senza aver cambiato l'assorbente. Eppure di lui nessuna traccia. Forse ricordava male, probabilmente era così assonnata d'aver rimosso la capatina in bagno necessaria per eliminazione del tampone. Proprio non riusciva a fare chiarezza nei suoi ricordi. Una rapida visita all'interno delle sue mutande palesò la presenza di un oggetto estraneo incastonato proprio lì. Lo sentiva, lo sfiorava ma, nonostante le indiscusse abilità da contorsionista, non riuscì ad afferrarlo.

C'era un tampax disperso nel suo corpo da più di 24 ore e nessuno che ne avesse reclamato la scomparsa. Era necessario l'intervento di un esperto del settore.

Arrivò al pronto soccorso e, con un filo d'imbarazzo, confessò all'infermiera di turno di aver momentaneamente smarrito il tampax. L'infermiera, con l'aria esperta di chi ne ha viste di tutte i colori, le chiese se era veramente sicura che si trattasse di un tampone. A perplessa annuì. Probabilmente molte donne si presentano con lo stesso annoso problema in ospedale e al momento dell'estrazione sembra di assistere a una pesca di beneficenza: il passaporto che si credeva perso, una cartellina del bingo usata la notte del capodanno del 2002, una foto ricordo dell'ultimo viaggio a Parigi, una confezione da 12 di evidenziatori gialli..

A venne subito visitata da una giovane dottoressa che armata di divaricatore, pinze, torcia e imbragatura, si fece calare nel tempio maledetto alla ricerca del gioiello del Nilo.Non ne avevo mai recuperato uno così in profondità”, sentenziò il medico. A non riuscì mai a capire se con quelle parole la dottoressa volle farle un complimento per la vastità del suo utero. Recuperato il reperto la giovane spiegò ad A che non avrebbe mai più dovuto utilizzare gli assorbenti interni, la posizione retroversa del suo utero avrebbe potuto nuovamente causare un risucchio del tampax verso l'alto. Felice che la vicenda si fosse conclusa nel migliore dei modi, A si diresse verso casa pensando al suo utero-aspira-tutto.

Ben presto gli amici di A vennero a sapere dell'incredibile capacità di risucchio del suo apparato riproduttivo, e con il loro proverbiale tatto fecero di lei il bersaglio preferito di pesanti scherni. Uno degli amici più bastardi scrisse dell'accaduto persino su un blog. Che persona orribile.


 
 
 

5.000 parole, a caso

Post n°93 pubblicato il 10 Aprile 2012 da CialtroneStraparla
Foto di CialtroneStraparla

Oggi non c'è un tema portante, e anche se ci fosse tanto poi divagherei con la mente e con il corpo in uno sproloquio senza fine. Ho letto da qualche parte che un'immagine valle più di mille parole e quindi è sicuramente molto meno sbattimento pubblicarvi 5 foto che pensare a qualcosa di sensato da scrivere.

La prima foto mi è arrivata tramite MMS dalla mia amica M. Un nuovo paio di scarpe da meretrice per sentirsi altissima, purissima, levissima.. anche se di puro è rimasto ben poco in lei, ma eviterei i dettagli. Calzando queste comodissime scarpe riesce a fare non più di 10 passi, poi i piedi iniziano a sanguinarle e bisogna chiamare l'ambulanza. Però sono belle, anche se intrise di sangue perdono un po' di fascino.


Sempre disquisendo di inutili calzature, ecco le scarpe di F. Batte tre volte i tacchi e via nel regno di Oz per chiedere se, oltre ai canonici cervelli e cuori, è disponibile anche un po' di buon gusto e sobrietà. Di coraggio invece ne ha da vendere per indossare certe cose. Siamo in quaresima e ci vuole un po' di decoro, che diamine! Io ho delle bellissime sneakers verdi fosforescenti ma le porto con classe ed eleganza, poi in caso di nebbia mi vedono anche dalla Luna.


Cambiamo decisamente argomento, segue la foto inviatami da G. La vicina di casa ha un nuovo animale da compagnia, un suricato. Tipico animale autoctono lombardo. A sua discolpa c'è da dire che è una veterinaria e si prodiga nel salvare queste povere creature portate in Italia da qualche rincoglionito. Ora attende due facoceri, un elefante e poi non manca più nessuno, solo non si vedono i due leocorni.


L'agenzia di pompe funebri vicino a casa di un'amica ha esposto in vetrina questa targa. Prego notare la foto da vamp della modella con lo sguardo da “Non sai cosa potrei farti con questa bocca, peccato sono spirata”. Statistiche alla mano, le medium e le maghe della zona hanno visto incrementare del 80% le sedute spiritiche grazie all'affluenza massiccia di uomini arrapati disposti ad abbracciare la parte oscura del male per riportarla in vita, anche come zombie.


Per finire.. ho fatto un colloquio di lavoro e porca di quella vacca, con tutto il rispetto per le vacche, sono capitato nella setta di Herbalife. Tralascio i dettagli dell'offerta, mi è stato promesso un guadagno di 3.000€ nel primo mese in cambio dovevo solo donare loro il mio primogenito, nella prima slide di presentazione della società mi è stata mostrata una giovane e gioiosa cliente milanese, felice e soddisfatta del trattamento Herbalife! L'avete riconosciuta? E' l'attrice che interpreta Lorelai Gilmore nel telefilm “Una mamma per amica”. Con mille fotografie di bellissime modelle sconosciute disponibili sul web, voi andate a prendere il volto riconoscibile di un'attrice?! Ma nemmeno Topo Gigio è così coglione! Persino quella smutandata di Sara Tommasi ha un q.i. superiore al vostro, ma cosa dico, persino la mutanda di Sara Tommasi ha un q.i. superiore al vostro, e considerando che non porta gli slip, persino la mutanda immaginaria di Sara Tommasi ha un q.i. superiore al vostro! Signur..

 
 
 

Hop Hop

Post n°92 pubblicato il 06 Aprile 2012 da CialtroneStraparla

 
 
 

Flavia Vento diventa poetessa

Post n°91 pubblicato il 03 Aprile 2012 da CialtroneStraparla
Foto di CialtroneStraparla

 

Flavia Vento sta alla poesia come Rita Levi Montalcini sta al concorso per cubista smandrappata.


Credo sia uno dei segni dell'apocalisse. Ha pubblicato “Parole al Vento” edito da Bietti.

Per prima cosa manderei i dirigenti della Bietti a farsi un check-up neurologico perché evidentemente stanno dando gravi segni di squilibrio mentale. Sul sito della casa editrice campeggia la scritta “dal 1870”, ora possiamo mettere anche la data di chiusura della società “dal 1870 al 2012”. Stroncata da un colpo di Vento.

Flavia Vento ha dichiarato: Le poesie incarnano un modo assai spontaneo e spiritoso di affrontare l'esistenza. Un modo per tradurre in termini meno impegnati e più sinceri e immediati, ma non per questo meno profondi, i contenuti di certi trattati impegnati e seriosi. Sono sicuramente parole sue, non c'è ombra di dubbio. La stessa persona che un giorno disse - Io metterei anche la mia faccia per degli ideali. Che sono, appunto, la guerra - ora affronta l'esistenza con la poesia. Tra l'altro la spudorata ha anche l'ardire di citarmi!

Perché non ci sei più?
Perché non sento più il tuo odore?
Tutto mi ricorda di te
La tua faccia da burlone
Le tue risa alla mattina
I tuoi occhi da
cialtrone
Perché non ci sei più?
Pensavamo durasse un'eternità
E invece no.
Ma l'eternità tua rimarrà con me

Le candele illuminano la stanza
La luce persa risplende
Con la sua fiamma
Il fuoco... la legna.
E due occhi si incontrano

Due giorni,
Due ore,
Due secondi.
E noi due, fermi. Immobili.
Mi guardi. Sorrido.
Ti guardo. Sorridi.
Noi due. Due labbra. Due baci.

E magari due calci nel sedere.

Pura avanguardia. Sembra stupita dal fatto che qualcuno l'abbia abbandonata come un cane all'Autogrill: pensava che durasse un'eternità e invece no. Quanto spessore, quanto pathos, che magnifiche rime: odore, burlone, cialtrone.

Forse le “Parole al Vento” non sono altro che un comune problema di meteorismo. Un semplice attacco di flatulenza, ma c'era bisogno di scrivere un libro per declamare un peto?

Comunque è lei stessa che ci suggerisce un buon uso del suo libro: Il fuoco... la legna. Pasquetta si avvicina, viva le grigliate all'aperto.


 
 
 
 
 

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Data di creazione: 04/10/2011
 
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