Creato da fernandez1983 il 03/02/2006
..del vecchio pazzo..
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Politica
In un'era dove la politica somiglia più allo sport, coi partiti sempre più squadre e i cittadini sempre più tifosi, non possiamo restare con gli occhi chiusi continuando a disinteressarci dei problemi che affliggono il nostro Paese, affidandoci solo al pensiero dell'amico/a di turno. Dobbiamo prendere noi le retini di un'Italia che non è più nostra, ma che è di una Casta. Per il nostro bene, e per il bene collettivo, c'è bisogno che ognuno di noi tiri fuori la propria maturità, e non quella degli altri, c'è bisogno che si crei tra di noi cittadini e comuni mortali il dialogo che manca dentro quel bar quale è il Parlamento, dove a frequentarlo ci sono Dei immortali venerati dai classici lecchini nelle ultime legislature neanche eletti da noi cittadini, ma scelti da apparati di partito. C'è bisogno di distinguere la differenza tra sportivo e politico: la squadra o l'atleta restano o resta sempre dentro di noi, è un qualcosa di unico. Ma con la politica non deve essere così: bisogna distaccarci dai colori o dalle bandiere politiche e riprenderci la nostra obiettività, dobbiamo riprenderci quel sapere giudicare che non ci appartiene più, perché se una cosa buona non viene fatta dal politico da noi votato ma dal politico dell'altro schieramento noi la facciamo passare per brutta. Un classico esempio è l'Alitalia con Air France, ma se vogliamo non essere di parte bilanciamo le sorti con l'indulto (occhio a chi l'ha votato, anche l'allora FI lo votò compatta). Scelte sbagliate, ma che quando vengono associate alle bandiere di cui noi ci sentiamo rappresentati diventan giuste. Se volete un esempio dal quale capire che i nostri rappresentanti se ne fregan di me e di Voi, chiedetevi perché ancora né di qua né di là si son abbassati gli stipendi, e ragionate. Certamente se volevano difendere i Vostri interessi l'avrebbero fatto, ma Loro non sono come noi, sono immortali, e si dimentican subito che devon tener fede ad un mandato datogli da Noi. Chiedetevi perché al Sud non c'è lotta all'evasione, e allo stesso tempo vengono fornite tabelle ministeriali col tasso di evasione calabrese che supera il 90%. Bene, questi soldi, grazie a chi ci governa (sia di là che di qua), non rientrano più in circolo, e chi ci rimette siamo noi. Invece di dire che il Sud evade, perché non iniziamo a dire che nessuno manda controlli? Ecco, ho fatto qualche piccolo esempio, non l'ho fatto per una questione politica, ma per una questione morale. Tutti noi dobbiamo prender coscienza che la politica non è uno sport, e non dobbiamo vergognarci a protestare o a criticare scelte fatte dal rappresentante da noi votato, ma dobbiamo tirare fuori gli attributi, perché altrimenti il peggio è sempre nostro. E ammettere gli errori è sintomo di maturità, ricordandoci che le critiche, se fatte nel modo giusto, non possono esser altro che costruttive.
Alessandro Marcianò, autore del blog Osteria..del vecchio pazzo, ex Prodi vs SilvioB 3-0
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Alessandro Marcianò
Membro Coordinamento Cittadino Italia dei Valori Reggio Calabria, Delegato Italia dei Valori Congresso Nazionale, Membro della Presidenza del Forum del Quartiere di Gallico, inviato giornalistico e radiofonico, addetto stampa APD Gallicese, studente in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria, candidato all'Assemblea Costituente Nazionale alle Primarie 2007 del Partito Democratico con I Democratici per LETTA.
Questa è la Madonna delle Grazie,venerata da sempre dal popolo gallicese..
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Post n°2313 pubblicato il 03 Agosto 2012 da fernandez1983
Copertina odierna dedicata alla sedicenne Wojdan Shaherkhani, prima donna saudita in gara alle Olimpiadi. Pochi secondi per la judoka, pochi attimi ma forse importanti quanto una medaglia d'oro. Sul tatami lei ci è salita con uno speciale hijab, obbligatorio per le donne che vivono lì, nel regno di re Abdullah. Cuore e coraggio si nascondono dietro il volto timoroso di questa ragazza, entrata nella storia dei giochi a cinque cerchi. A te, cara Wojdan, è dedicata la mia copertina odierna Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo" |
Post n°2312 pubblicato il 30 Luglio 2012 da fernandez1983
Il piccolo è rimasto in vita due giorni. Succede spesso se l'interruzione avviene oltre la metà della gravidanza Il prete si è avvicinato al tavolo di metallo dove, in un fagottino di tela bianca, era stato deposto il feto di 22 settimane abortito da oltre quatto ore… e con orrore ha notato un movimento. Quando ha scostato il telo ha potuto constatare che il feto non solo non era morto, ma era ancora vivo, respirava e si muoveva, nonostante il cordone ombelicale non legato, il tempo trascorso dall’uscita dall’utero materno, e il freddo dell’aria condizionata, sempre accesa in sala operatoria. Fatta la drammatica scoperta il cappellano ha chiesto aiuto, ha protestato per la mancanza di cure e di assistenza e quindi il piccolo bambino abortito è stato infilato in un’incubatrice di Neonatologia nell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza dove ha smesso di respirare ben due giorni dopo, lunedì mattina. La Procura ha aperto un’inchiesta e l’opinione pubblica griderà allo scandalo e all’orrore per questo caso. Ma è necessario sapere che casi del genere succedono di frequente. Proprio così. Una gravidanza regolare dura quaranta settimane, per cui se un feto viene abortito oltre la metà delle settimane di gestazione, ma spesso anche prima, è molto probabile che nasca vivo. Anzi molto spesso nasce vivo. In sala operatoria il medico abortista consegna il feto abortito, a cui non viene legato il cordone ombelicale per accelerarne la morte, né viene riservata alcun tipo di assistenza, ad un’infermiera che lo avvolge in un fagotto di garze, appunto, e lo pone su un tavolino lì vicino, mentre le attenzioni di tutti i presenti si concentrano nuovamente sulla donna adulta e viva, che ha appena partorito, spesso in anestesia, mentre il feto appena nato viene abbandonato in solitudine al suo destino, che è appunto quello di essere stato abortito. Nessuno dell’équipe medica e infermieristica operativa e in nessun modo ha l’autorizzazione, il compito, e la facoltà di sopprimere il feto nato vivo, né di accelerare la sua fine, per cui si attende, lasciandolo senza assistenza medica né assistenza terapeutica, che la vita, o la morte, faccia il suo «naturale» decorso. Molte volte, come nel caso di Cosenza, un feto, anche se malformato, può resistere in vita anche diverse ore, con grande disagio ed imbarazzo del personale infermieristico che non può interrompere il servizio, né rendere agibile la sala operatoria per un altro intervento, prima che tutto il precedente sia compiuto e che la procedura sanitaria successiva sia terminata e certificata. Non c’è nemmeno una norma o legge che impegni il personale sanitario a monitorare il feto che nasce vivo, o a praticare su di lui alcunché, anche perché il medico che interrompe la gravidanza è abilitato appunto all’esecuzione dell’aborto, e quindi alla eliminazione definitiva del feto stesso. Coloro che parleranno di questo caso come «caso raro», mentono o non conoscono, o non hanno mai frequentato le sale ginecologiche né le sale operatorie, in genere allestite per la salvaguardia e la tutela della vita umana, ma talvolta adibite a scopi opposti. Fortunatamente le molte madri mancate non conoscono queste storie dolorose, non conoscono nemmeno il sesso del proprio bambino, non vengono a conoscenza e non sanno quasi mai se il loro figlio abortito abbia respirato, vagito, o mosso gli arti in attesa della fredda morte, vissuta in completa solitudine e abbandono terapeutico, anzi nessuna di loro si pone proprio il problema, mai reso pubblico e tanto crudele da sembrare inverosimile tanto da invocare la strage degli innocenti. In proposito mi vengono solo in mente i versi del poeta francese Guillaume Apollinaire il quale, scrivendo delle madri rinunciatarie, recitava: «Mettono bruscamente al mondo dei bambini, che hanno appena il tempo di morire». Ecco, alcuni di loro, i più sfortunati certamente, hanno «abbastanza» tempo di morire… Melania Rizzoli, Il Giornale
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Post n°2311 pubblicato il 27 Luglio 2012 da fernandez1983
Dopo un periodo di rincari e stabilità, i prezzi della benzina tornano ad abbassarsi. A tagliare i listini per prima è Ip con una diminuzione di 1 centesimo sui carburanti, secondo il consueto monitoraggio di Quotidiano Energia. PREZZO MEDIO: 1.848 AL LITRO-E' l'effetto del calo delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali. Una buona notizia nel primo week end di grandi partenze estive, soprattutto in vista degli ormai tradizionali sconti del fine settimana, capaci di tagliare il prezzo anche oltre i 20 centesimi al litro. Al momento la «verde» segna una media di 1.848, il diesel 1.748 e 0,744 per il Gpl. Tuttavia si registrano ancora punte massime di 1.930 e 1.788 per il gasolio. Ma il fine settimana più critico, probabilmente sarà quello del 4-5 agosto, quando i benzinai chiuderanno per sciopero. Benzina: prezzi più bassi nel primo week end di partenze
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Post n°2310 pubblicato il 25 Luglio 2012 da fernandez1983
Moody's ha declassato anche il fondo salvastati europeo. L'agenzia di rating americana ha rivisto al ribasso, da "stabile" a "negativa", la prospettiva del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf), un giorno dopo aver degradato quello della Germania, principale contributore del fondo. Lo spread vola oltre 540, poi scende - Confindustria: siamo nella tempesta |
Post n°2309 pubblicato il 13 Luglio 2012 da fernandez1983
Prima di andare sugli altri campi, ti rubo solo venti secondi per comunicarti e quindi renderti partecipe della nostra fortuna e felicità nell'averti conosciuto, la fortuna di conoscere un grande del giornalismo italiano, una voce professionale quanto inconfondibile e piacevole da ascoltare. Certo, caro Provenzali, uno scherzo del genere facciamo fatica ad accettarlo. E allora ti rivolgiamo un semplice "Ciao", condito da lacrime di gioia, perché tu sarai sempre presente nei cuori di tutti noi appassionati e di tutti noi addetti addetti ai lavori.. Alfredo, ovunque tu sia, a te la linea..
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Post n°2308 pubblicato il 07 Luglio 2012 da fernandez1983
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Post n°2307 pubblicato il 24 Giugno 2012 da fernandez1983
L'incertosa di Parma.Pizzarotti ha inventato la politica a km zero, la politica che non si muove. A un mese dal trionfo elettorale, Federico Pizzarotti, il sindaco copertina del Movimento 5 Stelle, il primo grillino a capo di una città capoluogo, non è ancora riuscito a completare la sua giunta. Se la prende con calma, molta calma, come se i problemi di quella città fossero un prosciutto da affettare con voluttuoso abbandono.
Non si capisce infatti se la nuova giunta della città ducale si ispiri volutamente a una filosofia della lentezza - la slow politics, la Decrescita Felice - o mascheri solo nell'incertezza l'incapacità di chiudere la partita. Insomma, Pizzarotti e i 5 Stelle sono dei boy scout incompetenti, come li ha definiti il leghista Maroni, o i nipotini di Maria Luigia e di un nuovo Ducato di Parma? Tutto è cominciato con il caso Tavolazzi, chiamato in un primo tempo alla carica di direttore generale del Comune. Ma Valentino Tavolazzi non piaceva a Grillo. E sono scoppiate le polemiche: Pizzarotti è un burattino nelle mani di Grillo, Grillo è un burattino nelle mani di Gianroberto Casaleggio, il guru che sta dietro il Movimento, il conte Mosca dei grillini. Poi l'ultima grana: l'assessore all'Urbanistica Roberto Bruni è stato costretto a dimettersi a nemmeno 24 ore dalla nomina. Aveva alle spalle un fallimento con strascichi sul territorio: una macchia non tollerabile per chi ha sempre fatto dell'intransigenza le chiavi del successo. I curriculum non bastano per governare una città, il cui clima sembra ora fondarsi sull'incertezza. Succede quando, nell'attesa del Messia («Cercasi Gesù» è un film di Comencini interpretato da Grillo), ci si accorge che anche il Messia genovese è lì, da una vita, che attende se stesso.
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Post n°2306 pubblicato il 05 Giugno 2012 da fernandez1983
Sicuramente in questo periodo il destino si è ricordato di me. Dormiente fino qualche giorno fa, si è risvegliato come un vulcano e ha iniziato ad eruttare novità, novità che mi sono cadute addosso all’improvviso, molte buone, poche meno buone. Una dopo l’altra, senza arrestarsi, hanno scosso questo periodo. Quelle più importanti, sicuramente, le ho vissute ieri. Tutto nel giro di una manciata di minuti. Ho visto riconosciuti i miei meriti giornalistici e politici e vi posso assicurare che per me non è poco. Due campane hanno suonato all’unisono, ma difficilmente potrò trovare la giusta melodia per farle suonare ancora assieme. Sarà una scelta difficile, che dovrò valutare attentamente, anche se non escludo alla fine di poter scegliere entrambe. Entrambe erano tra i miei sogni segreti, di quelli che solo ad intimi racconti. Forse una rivincita personale, ma non si deve dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Organizzarsi prima per non rischiare di trovarsi impreparati, questo si. E così si prospetta una nuova vita, proprio qui a Reggio, città che ultimamente mi ha regalato qualche delusione. Forte, troppo forte, inaspettata: pochi attimi hanno di fatto stravolto tutti i miei programmi, facendomi perdere forza e coraggio. Una lezione che racconto e sulla quale metto in guardia tutti, affinché prendano la mia lezione come esperienza: se da un lato ho vinto, dall’altro giorno dopo giorno sto perdendo, perché non ero preparato a tutto ciò, eppure ho avuto tutto il tempo a disposizione. Troppo forte, dicevo, troppo forte quasi da vedere con occhi diversi un’alternativa al mio futuro. Ho confidato a pochi che, nel caso in cui dovessi presto farcela e, allo stesso tempo, qualcuno mi convochi al nord, io non avrei problemi a lasciare lo Stretto, tengo già le valigie pronte e se qui non lascerò nulla prenderò il primo volo e partirò per una destinazione ancora sconosciuta. Quello stronzo di destino si è rimesso in mezzo, deviandomi seriamente su altre strade, strade che io ho sempre sognato e alle quali difficilmente dirò di no. Emozioni infinite, ma pur sempre emozioni che accelerano quella mia pompa che lancia sangue. Ne soffro di questi cambiamenti, ed infatti adesso sono stremato, stanco come non mai. Lavoro, giornale, politica, università, tesi, tempo libero e vita privata. Voi dite che mi devo dare na calmata? Forse si, inizio a crederlo pure io. Ma non ho intenzione di rinunciare a niente di tutto ciò, tengo la testa dura, vado e sempre andrò lungo il sentiero della mia strada. Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"
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Post n°2305 pubblicato il 03 Giugno 2012 da fernandez1983
Stanno bombardando mediaticamente e psicologicamente la Calabria con notizie tanto false quanto prive di fondamento su presunti terremoti che dovrebbero colpire la nostra terra proprio in questi giorni. E’ assurdo, assurda la facilità con la quale alcuni giornalisti pigino i tasti della loro tastiera pubblicando notizie con (a questo punto permettetemelo) il solo scopo di mettere ansia i cittadini e, soprattutto, farsi tanta pubblicità. Ansia, già, solo ansia. Apro il mio facebook e vedo che quasi tutti gli amici hanno pubblicato almeno un link contenente articoli su probabili terremoti in Calabria: si è arrivati alla psicosi, e c’è addirittura chi ha ipotizzato la data!! L’allerta scatta proprio da oggi, e va da giorno 3 a giorno 6 giugno. Con quale criterio vengono dettate certe date? Ma la cosa che mi dà più fastidio è un’altra: la notizia è stata data senza l’uso di alcun algoritmo. Ed è stata data seguendo un solo metodo, risultato errato poiché è lo stesso metodo utilizzato per quel famoso terremoto di Roma, che ovviamente non c’è mai stato. Chi pubblica certe notizie dovrebbe prima conoscere almeno quelle che sono le scale Mercalli e Richter, perché vedere articoli basati su una scossa di magnitudo 2.6 mi fa solo rabbrividire. Cosa fanno vedere? Ignoranza, tanta ignoranza, perché certe scosse non sono neanche avvertite dalla popolazione. La popolazione l’ha avvertita? No, e allora fatti i catenazzi tuoi. Come scritto prima, questa gente che approfitta del terremoto in Emilia non fa altro che speculare sulla paura della gente per fare pubblicità al proprio sito: non c’è cosa più schifosa che approfittare di ciò. Sicuramente i siti in questione avranno avuto un’impennata di visite, ma hanno dimostrato allo stesso tempo un’altra impennata di stupidità. E mò che avete pubblicato la data? Se non ci saranno scosse entro giorno 6 che si fa? Quasi quasi c’è gente che, a questo punto, per evitare una brutta figura, starà pregando affinché la scossa arrivi sul serio.. Che schifo.. Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"
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Post n°2304 pubblicato il 02 Giugno 2012 da fernandez1983
Tag: 2 giugno, attualità, Governo, Governo Monti, Italia, Mario Monti, Ministri, Modena, parata 2 giugno, Politica, Terremoto
Ennesimo paradosso italiano. Gli italiani condannano la scelta del Governo di ricordare, seppur sobriamente, la data odierna, ma non condannano i loro leader che, zitti zitti, non hanno speso una sola parola contro la scelta degli amici di Monti. Il silenzio vale come un si, e gli unici che hanno battuto i pugni sul tavolo sono stati IDV e Lega, appunto assenti alla parata. Gli italiani, che popolo di pecore. Già, i loro leader stanno approvando leggi per lasciarli in mutande e loro se la prendono con Monti: ma perché non tirate le orecchie ai vostri leader invece di sparare cavolate dalla bocca o di scrivere altrettante porcherie in giro per il web? Se prendete la home del mio facebook odierno trovate che, ogni dieci messaggi, nove sono di protesta alla parata. Ma non c’è uno solo che si rivolge al proprio leader. Ad esempio poteva funzionare così: “Caro amico X, io ti ho votato, ma onestamente non mi è piaciuta la tua scelta di stare in silenzio davanti la problematica 2 giugno. Tu stai in silenzio ma io, da tuo elettore, avrei preferito non farla. Cordiali saluti”. Ci voleva tanto? Sembra che gli italiani siano controllati, impauriti, perché se vanno contro il loro leader chissà quale male gli va a capitare. Facile prendersela con Monti, nessuno invece bacchetta chi ha scelto dentro la cabina elettorale. Paradosso dei nostri tempi, i tempi in cui i partiti sono diventati squadre di calcio e gli elettori sono diventati tifosi, con tanto di maglietta e banderina. Vergogna. Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"
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Post n°2303 pubblicato il 26 Maggio 2012 da fernandez1983
Servirebbe fare una sola riflessione. Anzi due. Due riflessioni, per quella che può essere l’ultima pagina di quest’avventura, della mia vita raccontata sul blog. L’aspetto politico è stato trascurato in questi due anni, questo blog è nato per fare politica, e dal prossimo post si tornerà a fare solo politica. Si chiude, così, un ciclo, un ciclo che mi ha accompagnato per un anno e mezzo quasi due, che ha visto esporre le mie idee su tanti aspetti della vita. Post lungo, quindi, ma farò in modo da essere me stesso, per l’ultima volta, al di fuori della politica. Ad esempio, se io vi parlo di un calciatore, sempre infortunato, che prega affinché la carriera vada bene, forse vorrei interpretare la frase proprio così: il calciatore sono io, con “sempre infortunato” vorrei esprimere la sfortuna con le ragazze, e poi che prega affinché la carriera vada bene sta a significare che vada bene con la ragazza che sto inseguendo. Una bella percentuale delle volte, quello che ho scritto andava decifrato. E così è stato normale aver perso credibilità nel blog, visite e/o altro. Ho intercettato altro pubblico, che spero resti qui a commentare le varie vicende politiche. E se devo per forza completare la frase del calciatore, vi dico che forse è meglio sia andata proprio così. Perché ho sempre pregato affinché andasse tutto bene, fino a qualche giorno fa, quando ho chiesto un segnale definitivo, o dentro o fuori. E’ fuori, e per me non resta che accettare il verdetto. Questo è un messaggio che voglio dare a chi della Fede ne fa uso arbitrario: non sempre si può vincere, non sempre si può ottenere tutto ciò che si vuole. Essere grandi significa accettare anche la sconfitta, ed avere forza per affrontarla. Così come i momenti bui, ci sono per tutti. Solo che c’è chi se la prende col Signore per il male arrivato, c’è chi fa di quel male un punto di partenza, un punto di forza, una croce da portare. Troppo bello farla portare solo a Gesù Cristo quella croce, noi ci siamo abituati troppo male, croci non ne vogliamo portare. Chi ha le palle, prenda la sua croce e inizi a tacchiare. Essere giù per una sconfitta, oppure rialzarsi subito stupendo chi ti ha battuto: cosa sorprende di più? Rialzarsi. Perché rialzarsi è da grandi, essere giù è da deboli. E noi siamo abituati ad essere deboli, a scaricare colpe, a puntare il dito, e a piangerci addosso. No, non è questo il mio modo di pensare. Io ho lottato un anno e mezzo, e ne vado fiero. Ho vinto, anche se non ho ottenuto ciò che volevo. Ho vinto, perché ho provato in tutti i modi ad ottenere ciò che volevo. Ho vinto, perché non punto indici, ho vinto perché se ne dovessi trovare di colpe non ne scarico. E così esco dal campo, mentre gli altri stanno continuando a giocare. Esco dal campo a testa bassa, la alzo solo un attimo, per raccogliere quei pochi applausi, ma orgoglioso di me stesso. Non siedo in panchina, prima tiro dritto negli spogliatoi, poi fuori dallo stadio. Lì dentro stanno continuando a giocare, io zoppico, ma sono già fuori dallo stadio. Lento lento, passo dopo passo. La mia carriera qui è finita, da domani proverò a trovare una nuova squadra, nella speranza che la nuova carriera sia più felice di tutte le precedenti. Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"
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Post n°2302 pubblicato il 23 Maggio 2012 da fernandez1983
Sto aspettando al varco Beppe Grillo. Parla troppo, offende troppo e, giustamente, parla poco del suo programma. Ce l’ha? Boh, e chi l’ha letto mai. Offende, li vuole tutti morti, ma lui resta fuori. Anni fa, qui stesso, pubblicai un post poi premiato dallo stesso staff di libero.it, che ha preso parte di ciò che ho scritto e lo ha inserito in un post ben più letto. La mia lamentela? Sempre la stessa, odio chi si fa promotore del detto: “Armiamoci e partite”. Voi partite, io sto qui, mi gratto la panza, e quando vince uno dei miei salgo sul carro dei vincitori, altrimenti continuo nella mia marcia di offesa. Mai ho sentito parole di proposte, letto qualcosa di alternativo su un problema. Ricordate il breve Governo Prodi prima di quest’xxxxxxxxx di Berlusconi? Bene, ci fu una legge, la Levi-Prodi, che fu mal interpretata. Ovviamente da chi? Ovvio, da lui, il Beppe nazionale. Scatenò l’inferno, dicendo che i blog, come questo e come i vostri, avrebbero chiuso nel giro di poco se non avessero pagato non so quale tassa. Avete mai avuto tale richiesta di pagamento? Risultano chiusi i vostri blog? Ricordo la mia battaglia solitaria, dato che tutti ascoltavano lui e non me, che intanto avevo interrogato l’allora ministro Gentiloni, il quale mi rispose entro la giornata spiegandomi quanto di assurdo c’era nelle parole del Grillo che, intanto, pubblicava sul suo blog il file della legge. “Ecco, leggete qui”, scriveva. Sticazzi, dico io, 61 pagine di pdf chi le sta a leggere? Neanch’io ho letto quelle pagine, ma attraverso lo strumento “trova” cercai nel testo le parole “blog”, “sito”, “blogger” e varianti varie, senza però trovarle. Adesso è la stessa cosa, io a Grillo non lo ascolto, uso lo strumento “trova”, nella speranza di trovare una proposta. E non l’ennesima offesa. Beppe Grillo? Il MoVimento 5 Stelle lo scaricherà |
Post n°2301 pubblicato il 21 Maggio 2012 da fernandez1983
Me l’avessero chiesto tempo fa, avrei pagato qualsiasi cifra per assistere ad un evento del genere. Forse solo in sogno potevo vedere ciò, in una lotta serrata contro il destino, fatta di novità continue, fasi di studio, attacchi, difese, momenti prossimi al ritiro seguiti da nuove speranze, dovute ad un cambio di marcia avversario. Quegli occhietti mi hanno stregato dal primo minuto, ridimensionando di fatto la mia vita. Mi hanno fatto sognare, mi hanno fatto stare attaccato al pc ore ed ore, mi hanno fatto emozionare come mai mi era accaduto. Non so se sia cambiato qualcosa, ma ho paura di si. Non è una sconfitta, le ho provate tutte, o quasi, e quel quasi sta a significare che al momento nel mio cervello tutte le proposte le ho sperimentate. Vederla addormentarsi, chiudere gli occhietti, è stato forse il momento più bello di questi mesi. Una specie di spartiacque, però. Già. Provate un po’ a mettere una coperta sul fuoco: se ben messa prende fuoco, ma se la metti in un altro modo il fuoco lo puoi anche spegnere, sottraendogli ossigeno. Sono come quel pesciolino che boccheggia, e dov’è che cado giù. Un po’ più giù della cima del precipizio, ho afferrato una pianta, ed è quella che mi sta sorreggendo. Quanto durerà? Che domanda stupida, la fine è vicina, se non viene qualcuno a salvarmi cado giù, e poi boh, il viaggio sarà lungo ma durerà pochi secondi, e saprò dei danni solo una volta arrivato in fondo al burrone. Il problema è che già sono ammaccato, e se vengono a prendermi non so quanto durerò ancora, non so quanto fuoco sia rimasto vivo sotto quella coperta. Forse non vale la pena farmi prendere, se deve fare luce, una candela va tenuta accesa, viva la fiamma, ballerina in tutto il suo calore, di bellezza accecante se stai a guardarla.. Se soffochi la sua fiamma, togli a quella dolce e calda ballerina la sua bellezza, il suo spirito divino.. A quel punto, la candela non farà più luce, e sarà buio, solo buio.. E il freddo rappresenta quella componente antecedente il buio, la notte, la fine.. E tu, pulce, sei stata la fiamma più bella che i miei occhi abbiano mai visto, la tua danza la più sensuale ed attraente, viva del calore di cui andavo bisogno, quel calore che ho sempre cercato e mai altrove trovato. Adesso chiudi gli occhietti, pulce, ed inizia a sognare. Come hai fatto quella volta, rannicchiata, chiusa come quel pugno che ha la dimensione del cuore.. Dolce notte pulce, dormi d’oro..
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Post n°2300 pubblicato il 18 Maggio 2012 da fernandez1983
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Post n°2299 pubblicato il 14 Maggio 2012 da fernandez1983
La cosa buffa è stata che dopo quel forte terremoto, tutto si è calmato. Quale il messaggio lanciato dalla Terra? Riordiniamo le idee. La prima scossa sorprese tutti, poi ce ne fu una seconda, il giorno dopo, e poi ancora un’altra, un giorno dopo ancora. Troppo strano, ma tutto lasciava presagire un qualche cambiamento. E così fu. Un’altra, più forte ma non devastante, colpì quella città. Basta così? A dire il vero no, quel territorio che oramai era abituato alla sua tranquillità, dovette fare i conti con un’altra scossa più forte, più duratura, e la cosa curiosa fu che poi tutto si fermò. La vita tornò quella di prima, senza ulteriori vibrazioni. Strano, pensò qualcuno. In genere questi eventi non terminano così, dall’oggi al domani. Ma fatto sta fu così. Non ci fu paura, assolutamente, anzi, la città sembrava in festa. Strano, troppo strano. |
Post n°2298 pubblicato il 24 Aprile 2012 da fernandez1983
Tag: accise, attualità, benzina, Berlusconi, Bocconi, Crisi, Economia, Governo, LUISS, Mario Monti, news, notizie, Politica, Università, web Dopo diversi anni di malgoverno Berlusconi, adesso è arrivato un certo Mario Monti, fortemente voluto in passato da Bossi e adesso rinnegato dallo stesso Senatur. Mario Monti è stato chiamato quasi a salvare la patria, lui un tecnico, tecnici anche i ministri. Da fuori si può fare un ragionamento del tipo: “Beh, questi sono esperti del settore, se non loro chi? Quei mangiasoldi dei politici?”. Prendendo per buono questo ragionamento, andiamo a scoprire che Mario Monti è un’alta figura di una delle Facoltà più prestigiose italiane, la Bocconi. Da quando ha terminato l’incarico di Rettore, ruolo ricoperto dal 1989 al 1994, Monti è il presidente della prima università italiana: la Bocconi, secondo il Censis, stacca tutte le altre università statali per qualità di della facoltà di Economia, mentre risulta essere seconda per qualità di Giurisprudenza, staccata di poco dalla LUISS. Sta proprio qui il problema: se la più alta figura dell’università dove mandate i vostri figli non è capace di risollevare l’economia, non è capace a ridurre sostanzialmente lo spread, non è capace di tassare i più ricchi anzi aumenta il carico ai più deboli, cosa vuol dire?
Siamo all’assurdo, ma in cuor mio continuo la mia personale battaglia contro le accise sulla benzina. Paghiamo anche la prima accisa introdotta in Italia, quelle della guerra in Etiopia: guardate voi quanto son disgraziati i nostri politici, avranno deviato i soldi da qualche altra parte, ma mica ci hanno detto dove. E allora, visto che loro ci prendono per i fondelli, gradirei che almeno un leader di qualsiasi partito aprisse il dibattito in merito. Ma, a quanto pare, NESSUNO, né di destra né di sinistra, compresi quindi Vendola, Di Pietro e Bersani (vedete che non ce l’ho solo col Berlusca?) ha voglia di aprire il dibattito. Ognuno si fa i fatti suoi. E a noi? Non ci resta che piangere. Anzi, non ci resta che pagare. |
Post n°2297 pubblicato il 20 Aprile 2012 da fernandez1983
Assurdo. Essere presi in giro, derisi anche dai presenti che non ti difendono solo perché credi in Dio. E’ questa la moda del 2000, sentirsi superiori a degli inferiori solo perché questi credono. E’ capitato proprio a me, Alessandro “Estiqaatzi” Marcianò, autore di questo blog. E chissà a quanti sarà capitato. Beh, per quel che mi riguarda posso solo raccontare la mia incresciosa vicenda. Non vi nascondo che quella sera sono tornato a casa che tremavo dalla rabbia, dalla delusione. Per giunta l’ambiente non doveva permettere una roba del genere, visto che era l’ambiente del mio stesso partito e per giunta davanti una chiesa. Ci ero entrato pochi minuti prima, sia chi mi conosce sia chi non mi conosce non sa che ogni tanto sento il desiderio di entrare anche pochi minuti in chiesa. Sono cose mie, che non confido a nessuno, anche se nessuno potrebbe mai immaginare questo da un tipo come me, pazzo, elettrico. E che quindi rendo pubbliche adesso, ma fa niente. Quella volta ero entrato per qualche minuto e dentro c’era la Via Crucis. Ho deciso di star dentro due stazioni, poi avevo il compito di raccogliere delle firme. E così esci, scherzi, spieghi, poi qualcuno fa qualche battutina pessima che ti fa venire il voltastomaco. Molto garbatamente fai capire che non hai gradito e che, anzi, ti sei sentito offeso. Chiedere scusa? Neanche per sogno. Il dibattito è continuato, io ho tranquillamente detto che non m’immaginerei mai di offendere gli atei, anzi li rispetto come li ho sempre rispettati e mai ho cercato di convincerli a credere, come nessuno ha mai costretto me. Le battute continuavano, anzi c’era chi si gustava la scena ridendo di cotanto spettacolo. Mi sono sentito davvero preso per i fondelli in modo irrispettoso e immaturo, solo contro tutti. E le difese mica sono arrivate, anzi, poi è arrivata la frase che mi ha fatto girare le palle: “Lasciatelo parlare, lasciatelo parlare..”. Ah si? Mi sono alzato e me ne sono andato, lasciando gli altri nelle loro risate. Questo che ho raccontato è solo un esempio del malcostume esistente nel mondo d’oggi, sempre meno rispettoso e sempre più stupido e prepotente. La cosa più balorda è che se sei credente vieni insultato e deriso, se sei ateo io non ti prenderò mai in giro, ti rispetterò ugualmente e senza cercare di convincerti. |
Post n°2296 pubblicato il 18 Aprile 2012 da fernandez1983
Il dolore è calmato un po’, ma non è andato via. Sono giorni che passo le pene dell’inferno, che prendo oki e che passo le giornate da perfetto rincoglionito. Ieri, per poter scrivere quei dodici-tredici articoli apparsi oggi sul giornale, le ho dovute riprendere, dopo pranzo: oggi rileggevo perplesso i miei articoli, tutto sommato per il dolore e visti i tempi di consegna ho fatto un mezzo miracolo. Ma stanotte mi son dovuto rialzare a prenderle, oggi non reggevo in piedi. Avevo una voglia pazza di scoppiare in lacrime, ma ho stretto i denti: “Sandro, non devi arrenderti”, mi dicevo. Ho aperto facebook senza contattare nessuno, ho preferito vedere degli sketch di Troisi e Frassica, stasera volevo uscire ma non ce l’ho fatta, ho riposato un po’. La stanchezza della cura, anche se non ho nulla di preoccupante, fa i suoi effetti. Le gambe mi tremano, gli occhi leggono a fatica e il morale è sotto i tacchi. Guardo avanti e abbasso la testa, stanco e senza forze. Per giunta non ne gira una in questo periodo, ma so che se ne voglio uscire devo farmi forza e combattere, piano piano tornerò quello di prima. Domani vedrò di riprendere a pieno ritmo, non sarà facile. Dovrò anche iniziare a prendere altre medicine, ma questo non mi preoccupa, tra qualche giorno sarà finito tutto. E’ frustante per uno come me trascinarmi se voglio fare due passi, mi veniva da salire i gradini a gattoni. Però in tutto questo una cosa bella c’è, e sapete qual è? La mia voglia di continuare a mettere a proprio agio le persone davanti, cercando di farle ridere e quindi tranquillizzandole. Prendo le oki, il dolore va aumentando e stanotte voglio dormire. Forse è meglio stia tornando adesso, almeno non mi devo alzare a mangiare qualcosa.
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Post n°2295 pubblicato il 15 Aprile 2012 da fernandez1983
La lasciai andare. Non perché lo volli io, ma perché lo volle lei. Non sono uno che corre dietro, a me serve la ragazza sicura, e la ragazza sicura non ti manda via per vedere se torni. Così come sono io, non ho bisogno di dimostrare più volte il mio affetto. Se per voi il post è troppo lungo, non lo leggete e cambiate blog: scrivere scusandosi che non si legge mi dà fastidio, se si è disposti ad ascoltarmi o a leggermi ci si siede, sennò non vi ho visto, non c’è alcun problema. Ma il contenuto è per me importante. Me ne andai, chiusi la porta e me ne andai. Non tornai più indietro, tornò lei a distanza di mesi. Ma oramai me n’ero fatto una ragione della sua assenza, lei impegnata con un altro. Rimasi parecchio senza una compagna, non ne feci una malattia. Io, figlio dell’ “ognuno sa il fatto suo”, andai avanti per la mia strada, conoscendo altre ragazze. E’ tornata diverse volte, come sono tornate altre. E’ la seconda che torna indietro nel giro di due settimane, è andata bene ad entrambe, perché fossero tornate un mesetto fa la porta era chiusa. Poi il rifiuto della ragazza dagli occhietti da cerbiatta, l’unica capace di entrare dentro me in tutto e per tutto, per tutto questo tempo e credo per molto altro tempo ancora. Non ho un dvd disinstallante e, come per rimuovere un grande file dal pc serve parecchio tempo, per rimuovere il suo sorriso avrò bisogno di tanti altri giorni ancora. Mesi? Non lo so, ma so che sarà dura. C’è chi, a quanto pare, forse non ha mai dimenticato me: a distanza di sei anni è tornata, ha fatto chilometri per rivedermi pochi minuti. Mamma, moglie. Per nulla contenta. Avrebbe dovuto ascoltarmi tempo fa, quando le parlai facendole comunque capire che non ero egoista, ora si ritrova a non sapere più che fare. Ho cercato di darle consigli, spero non risultino vani. Mi ha fatto capire che non m’ha mai dimenticato, sul telefono un sms, “ti amo”. E’ il secondo “ti amo” che ricevo in pochi giorni, ma io non sento di provare nulla né verso la prima né verso la seconda. Entrambe ex, portano lo stesso nome. Ma sono state loro stesse a voler cancellato il loro nome dal mio destino: avevano lingua e mani da poter utilizzare a tempo dovuto, e un cervello col quale ragionare. Oramai è troppo tardi.. Ho fatto di tutto per farmi odiare, per rendermi antipatico una volta allontanato. Sapevo sarebbero tornate, ma sapevo m’avrebbe dato fastidio. E così via al piano B, farmi vedere come non ero, cercando di farle capire che si sbagliavano sul mio conto. Le ho provate tutte per farmi odiare, serve essere attori, bravi attori per recitare cosa non sei. Ma non c’è stato nulla da fare, son tornate lo stesso. Troppo tardi, e ancora con la mente impegnata. Amici? Mai, mai con una persona che hai amato. Sono situazioni dove si è dentro o si è fuori: il privilegio di essere state scelte, di avere l’esclusiva, è più grande di un privilegio di grande amicizia. Soprattutto quando hanno scelto loro, facendo la prova delle angurie. Ma siccome o restano nel buio o appaiono tutte in una volta, ecco la terza: da un amico ho saputo che, dopo avermi lasciato, si è incazzata perché non mi sono più fatto sentire. Questa qui non aveva capito proprio un cazzo di me: che mi dovevo fare sentire a fare? Per giunta io per primo? E perché? Perché avrei dovuto fare io il primo passo? Ragioniamo, è come andare al supermercato e guardare il prosciutto. Se lo vuoi lo prendi. Ma se lo vuoi e invece di prenderlo te ne vai pretendendo che il prosciutto si metta le gambe e t’insegua chiedendoti di comprarti, sei una perfetta idiota. Lo vuoi? Invece di lamentarti e farti complessi, manda a fanculo l’orgoglio, torna indietro e prendilo, prima che altri lo prendano al posto tuo.
Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo" |
Post n°2294 pubblicato il 09 Aprile 2012 da fernandez1983
Mi avvertirono prima del via: “Vedi che questa è una tappa difficile, devi avere pazienza e dosare le forze”. Mi misi l’anima in pace, parlai tra me e me e mi chiesi se veramente volevo vincere la corsa. Occhi aperti sin dal via, su una bicicletta leggerissima ma che mi portava velocità elevate. Ho imparato a conoscere e ad apprezzare la corsa sin da subito, tenendo a bada la mia voglia esplosiva di andare subito in fuga. Andare in fuga dalle prime battute è un suicidio, lo sanno bene gli appassionati di ciclismo, e così aspettai. Aspettai, aspettai, non avevo fretta. Un primo gruppetto si staccò rispetto al nostro, era lì che iniziava davvero la corsa. La mia era davvero una bella squadra e, inaspettatamente, mi ritrovai compagni che lottavano per me. Mi tenevano in testa facendomi prendere poco vento, mi riparavano e mi accompagnavano in tratti importanti della fatica. Dopo diversi tratti difficili, la gara arrivava a metà: io e la mia squadra la superammo con tranquillità, ma la corsa oramai entrava nel vivo. Qualcuno era già stanco, altri m’incitavano in continuazione. Avevo la gamba giusta, avrei potuto fare davvero grandi cose, ma non in gruppo, dovevo scattare e ridurre il gruppetto. E così, a mano a mano che i chilometri passavano,nasceva in me l’esigenza di scattare, di partire in fuga, una fuga verso la vittoria. Mi voltai verso un compagno: “Vuoi partire con me?”, rispose di si, però mi fece capire non subito. Dopo diversi chilometri chiesi di nuovo: “Vuoi partire con me?”, rispose nuovamente si, ma era strano. “Cazzo”, pensai, “che significato ha? Vuole partire ma rimanda sempre”. “Partiamo adesso”, gli gridai, “Sà, forse è meglio di no, scusami”. “Vaff..”, risposi, e partì. Dovevo partire per giocarmi le mie possibilità, dovevo partire però non da solo. “Oh ma ce n’è gente strana”, pensai. Ero nero di rabbia, le gambe mi giravano come non mai, spinte da una voglia di liberarmi da quella condizione. Poi, durante la corsa, venni a sapere che quel compagno s’incazzò per il mio comportamento. Iniziai a ridere a crepapelle, mò esco pure che la colpa è mia. A me interessa avere persone a fianco che sappiano tenermi il ritmo, avere persone che sappiano reggere la mia velocità. So che non è facile, ma meglio non correre, lasciando la bici a riposo, che poi fare tutto da solo. Io so di essere un treno, un treno che una volta partito non si ferma. E quindi, se qualcuno perde la mia ruota, deve prima raggiungermi e poi può comunicare con me. Non ha senso che sto ad aspettare fino al traguardo, la corsa va vissuta momento per momento, ed è una sola. |
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