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Alessandro Marcianò

 

Membro Coordinamento Cittadino Italia dei Valori Reggio Calabria, Delegato Italia dei Valori Congresso Nazionale, Membro della Presidenza del Forum del Quartiere di Gallico, inviato giornalistico e radiofonico, addetto stampa APD Gallicese, studente in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria, candidato all'Assemblea Costituente Nazionale alle Primarie 2007 del Partito Democratico con I Democratici per LETTA.

 

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Cosa c'è dietro le dimissioni di Bossi?

Post n°2293 pubblicato il 05 Aprile 2012 da fernandez1983
 

Dalle intercettazioni delle telefonate tra il tesoriere e la segretaria emerge un meccanismo di illecita raccolta fondi. Nelle telefonate le pressioni per bloccare un'indagine su Bossi jr.

Negli atti dell'inchiesta sul tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito si parla "chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito". La circostanza emerge da una telefonata tra Belsito e la segretaria amministrativa del partito, Nadia Dagrada. Per gli inquirenti "ovviamente il significato del nero è riconducibile alla provenienza del denaro contante che può avere varie origini, dalle tangenti, alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita e non tracciabile".

Nell'intercettazione del 29 gennaio, si legge ancora negli atti, che "il denaro poi veniva elargito senza lasciare 'traccia' a Bossi ed ai suoi familiari ma anche all'ex ministro Roberto Calderoli". Mentre "d'ora in poi, a maggior ragione con le pressioni di Castelli (ex ministro della Giustizia) che vuole controllare le spese, Nadia dice che bisogna trovare altre soluzioni per poter continuare a fare ciò". Quindi, riassumono gli investigatori, "invita Belsito a parlare col 'capo', Bossi, per far allontanare Castelli dal comitato amministrativo di gestione ed evitare così i controlli sui conti e sulle 'uscite' fatte a favore di Bossi e dei suoi familiari... definendoli contabilmente: 'I costi della famiglia'". Tra l'altro emergono l'acquisto di un bar a Milano per conto di Bossi e un finanziamento da un milione di euro per le scuola Bosina della moglie del senatur.

E tra i documenti sequestrati a Roma nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito compare un carnet di assegni che reca la scritta 'Umberto Bossi'. Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, è ora all'esame dei pm di Napoli e di Milano. A quanto si è appreso, il carnet è stato rilasciato dalla sede genovese della banca Aletti dove sono versati i contributi elettorali della Lega. Gli inquirenti ritengono che dal conto, gestito dal tesoriere finito sotto inchiesta, provengano le somme destinate a spese personali di familiari di Bossi.

Sempre dagli atti dell'inchiesta, e dalle intercettazioni delle telefonate della segretaria di Belsito, emergerebbe il fatto che Renzo Bossi e la fidanzata si sarebbero recati in via Bellerio per portare via dagli uffici i faldoni probabilmente relativi alla ristrutturazione della casa di Gemonio. Una circostanza che il diretto interessato smentisce precisando di aver ritirato documenti relativi al suo conto corrente personale.

E sempre a proposito del figlio di Bossi, negli atti delle inchieste condotte a Milano, Napoli e Reggio Calabria sull'ex tesoriere della Lega emerge un episodio legato a un presunto fascicolo formatosi sul Trota che sarebbe stato 'affossato' da 'Silvio'. Al telefono con Francesco Belsito a parlare è sempre Nadia Dagrada. La donna parla di un fascicolo e chiede. "è vero che continuano a dire ai magistrati di mettere sotto il fascicolo?... ma prima o poi il fascicolo esce". La Dagrada spiega anche che se emergesse la vicenda del denaro passato al figlio di Bossi, quest'ultimo rischierebbe il carcere e aggiunge che per bloccare il fascicolo si sarebbero mossi anche alti esponenti del Pd. L'indaginne riguardava, secondo le intercettazioni, le "frequentazioni" del figlio di Bossi e del fatto che sulla macchina ha "paletta e lampeggiante

Ancora dalle telefonate intercettate emergono altri elementi di accusa nei confronti della gestione dei fondi della Lega. "Si evince - come annotano gli investigatori - che i revisori dei bilanci della Lega non si sono 'mai visti' e che i bilanci vengono redatti da Nadia Dagrada ma che non vengono affatto revisionati".

Un altro capitolo riguarda la consegna di 50 mila euro a Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega in Liguria, per far entrare l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, nel cda di Fincantieri di Genova, ruolo che effettivamente Belsito ha poi ricoperto.

Dal senatur soldi in nero alla Lega per coprire le spese della famiglia

 
 
 

L'AQUILA: la ricostruzione è ferma al 2009

Post n°2292 pubblicato il 04 Aprile 2012 da fernandez1983
 

La strada per far rinascere L'Aquila e i comuni vicini è ancora lunga. Poco più della metà degli abitanti sono tornati nelle loro case. Il Comune ha finalmente approvato il piano, obbligatorio per legge, che detta la via per il recupero degli edifici. Un documento che divide gli esperti, mentre in molti mettono in dubbio quanto fatto fino ad ora: "Già nel 2009 si poteva riparare immediatamente le case che avevano subito piccoli danni e far rientrare gli sfollati nelle loro abitazioni". Invece, si scelse la via delle 'New town' volute da Silvio Berlusconi. Oggi quartieri desolati, sganciati dal resto della città

I miliardi rimbalzano come palline in un box di plastica. E il tintinnio dovrebbe alleviare la tristezza di questo terzo anniversario del terremoto (6 aprile 2009: morirono 309 persone a L'Aquila e in una cinquantina di comuni abruzzesi). Dovrebbe, ma non è aria. Nella città di Collemaggio, delle Anime Sante, della Casa dello studente sbriciolata sui corpi di otto ragazzi, si fanno i conti. Sono 27 mila le persone, su 45 mila sfollati, che ancora non sono tornate nelle proprie case. Diecimila di queste vivono con un misero contributo mensile e si arrangiano da parenti e amici oppure pagano un affitto quasi da strozzo all'Aquila o altrove. Gran parte di quelle 27 mila persone abitavano nel centro storico, dove ha resistito il solo Raffaele Colapietra, lo storico ottantenne che non ha mai lasciato, con il suo piccolo esercito di gatti, la palazzina grigia sotto il Castello. "Adesso dovrò trasferirmi anch'io, qui cominciano dei lavori e vado in affitto", dice il professore. E i gatti? "Verranno con me". Un altro paio di famiglie, oltre ai gatti, fanno compagnia a Colapietra in tutto il centro storico. Per il resto c'era il deserto subito dopo il 6 aprile e tuttora c'è il deserto. C'erano le transenne e ci sono le transenne. C'era un silenzio cupo, rotto dallo scalpiccìo dei calcinacci sotto le scarpe. E c'è ancora.

Stanziati oltre dieci miliardi. Altri conti calano sugli aquilani. Le cifre fioccano: stando a una relazione stilata dal ministro Fabrizio Barca, che ora coordina gli interventi del governo, i soldi finora stanziati ammontano a 10,6 miliardi: 2,9 sono stati spesi per l'emergenza (833 milioni solo per i 4.500 appartamenti del progetto C. a. s. e., le cosiddette new town che ospitarono 15 mila persone, un terzo dei senzatetto aquilani); 7,7 miliardi, si legge sempre nella relazione, dovrebbero coprire i costi per la ricostruzione dell'Aquila e degli altri paesi colpiti.

I passi verso la ricostruzione. Ma basteranno? Il tintinnio dei miliardi diventa un tonfo sordo. La ricostruzione dei soli edifici privati nel centro storico dell'Aquila dovrebbe L'Aquila, la ricostruzione è ferma al 2009costare 3 miliardi e 800 milioni. Un altro miliardo e mezzo è necessario invece per i centri storici delle cinquanta frazioni disseminate nel vasto territorio comunale. Queste cifre sono contenute nel Piano di ricostruzione da poco approvato dal Comune. È un passo significativo, traccia il disegno futuro della città. Ma di esso si è parlato poco. Il documento urbanistico, realizzato da architetti comunali guidati da Chiara Santoro e da un gruppo di consulenti capeggiato da Daniele Iacovone, dovrebbe fissare le procedure perché il cuore dell'Aquila torni a battere come prima del terremoto. O addirittura meglio. Ma su quel documento, che ancora attende il parere definitivo del Commissario di governo, il presidente della Regione Gianni Chiodi, si addensano anche polemiche. Il criterio ispiratore è nella formula "dov'era, com'era". Una formula che prevede, però, di ridurre l'altezza di edifici costruiti dopo gli anni Cinquanta, edifici senza alcuna qualità e fra i più danneggiati dal sisma (ma i proprietari sembrano restii ad accogliere l'invito del Comune a spostarsi altrove). Alcune iniziative destano le proteste di Italia Nostra: almeno tre parcheggi interrati e multipiano, uno dei quali accanto alla scalinata che fronteggia la spettacolare facciata di San Bernardino.

Il Piano di ricostruzione è un obbligo di legge. Andava fatto. È stato imposto a tutti i comuni del cratere dal Commissario e dai suoi consulenti, la Struttura tecnica di missione, che però ha impiegato oltre un anno solo per elaborare le "linee guida". Ma nella faticosa gestazione del Piano si racchiude il paradosso tragico di una città che tre anni dopo il sisma ancora discute di come ricostruire il suo centro. Già il vecchio Piano regolatore della città, approvato nel 1975, conteneva infatti le norme che avrebbero consentito da subito di avviare restauri e ristrutturazioni. Ne è convinto lo stesso Iacovone: "L'80 per cento degli interventi che prevediamo ora sono conformi a quel piano di quasi quarant'anni fa".

Si è perso un mucchio di tempo. Si avvicinano le elezioni amministrative e chissà quanto se ne perderà ancora, andando indietro come i gamberi, mentre ogni giorno che trascorre infligge altre ferite ai preziosi edifici e rende asfittica la vita di una città senza più un centro. I finanziamenti coprono integralmente solo la prima casa, mentre nel centro storico ci sono molte seconde case che rischiano di restare abbandonate. Inoltre il contributo di 1.270 euro a metro quadro è uguale per edifici del 1960 e del XVIII secolo (un rimborso maggiorato è previsto solo per i palazzi vincolati).

I dubbi sul progetto voluto da Berlusconi. Su una cosa concordano architetti e urbanisti di diverso orientamento. È un altro paradosso, ma è così: il centro storico dell'Aquila, la città bellissima ora abitata da fantasmi, transennata, imbullonata nelle impalcature, non è stata rasa al suolo, è inabitata e inabitabile, ma non distrutta. "I crolli nella parte antica non superano il 2 per cento del totale", stima Iacovone. Le polemiche recano il suono delle cose dette tre anni fa. Quando l'urbanista Vezio De Lucia, il Comitatus Aquilanus e altri sostennero che invece del progetto C. a. s. e., occorreva sistemare provvisoriamente i senzatetto e avviare la riparazione di quel che si poteva riparare nel centro storico, che già a settembre del 2009 poteva accogliere i proprietari delle case che non avevano subito danni gravissimi: il 25 per cento degli edifici. Si scelse, invece, la strada dettata da Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso.

A tre anni dal terremoto siamo ancora ai preliminari. Nelle aree periferiche si lavora, anche disordinatamente e perfino ignorando prescrizioni antisismiche. "Ma è qui che ci vorrebbe una corretta pianificazione urbanistica, qui dove il territorio è stato sconvolto dalle new town. Eppure di questa pianificazione non c'è traccia", insiste De Lucia. "Non si capisce come questi desolati quartieri si legheranno fra loro e con il centro della città", aggiunge l'urbanista.

Lo studio Ocse. E invece per il centro storico si discute come se fossimo all'indomani del sisma. E si affollano documenti di varia natura. A metà marzo è stato presentato nei laboratori del Gran Sasso, uno studio realizzato dall'Ocse e dall'Università di Groningen, in Olanda. L'indagine, di cui ha scritto su Repubblica Riccardo Luna, sarà completata a dicembre (è stata finanziata dall'allora capo dipartimento dell'Economia, Fabrizio Barca, ora ministro, da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria). Compaiono indicazioni serissime sulla rinascita economica dell'Aquila e del cratere, sui settori che andranno sviluppati (la cultura, l'ambiente, le tecnologie). Ma ci sono alcuni passaggi che inquietano sia De Lucia che Iacovone: si auspica "un rinnovamento urbanistico" e la possibilità di modificare senza limiti l'interno degli edifici, salvaguardando, ma anche "migliorando", solo le facciate storiche. E per questo si suggerisce un concorso internazionale di architettura. Incalza Iacovone, preoccupato che si perda altro tempo: "Che cosa fare nel centro storico lo sappiamo bene, sono competenze che noi italiani abbiamo reinventato e insegnato al resto del mondo fin dagli anni Sessanta. Si devono fare progetti di restauro, di risanamento e di ripristino. Si può decidere che cosa salvare e che cosa no. Ma non si deve disegnare un tracciato urbano, quello c'è già da settecento anni. E poi questi palazzi settecenteschi sono costruiti intorno a dei vuoti, a dei pregiatissimi chiostri, non possiamo svuotarli ancora. E per farci che cosa? Dei falsi?".

FRANCESCO ERBANI

 
 
 

Truffa sui finanziamenti ai partiti, indagato il tesoriere della Lega Francesco Belsito

Post n°2291 pubblicato il 03 Aprile 2012 da fernandez1983
 

Operazione congiunta tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria con un'inchiesta sui finanziamenti della Lega. Il tesoriere del partito di Bossi, Francesco Indagato Belsito (Lega)Belsito, è indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali. Sono anche indagate alcune delle persone che hanno gestito le contestate operazioni finanziarie della Lega in Tanzania e a Cipro.

LE PERQUISIZIONI - I tre uffici giudiziari, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini - con la Guardia di Finanza -, dai pm Henry John Woodcock e Piscitelli per Napoli - con i carabinieri del Noe - e dal pm Lombardo di Reggio Calabria - con i poliziotti della Dia -, hanno disposto una perquisizione, eseguita da militari della Guardia di Finanza e dai carabinieri, negli uffici di Belsito in via Bellerio, sede della Lega, per acquisire alcuni documenti. Belsito è da tempo sotto accusa per una serie di «stranezze» che lo riguardano, dal diploma taroccato a Napoli alle lauree fantasma, dal giro di assegni all'investimento in Tanzania. La procura di Napoli, spiegano fonti giudiziarie, procede per un filone d'indagine che riguarda il riciclaggio, poiché l'attività di Belsito si intreccerebbe con quella di un imprenditore veneto, soggetto principale dell'indagine napoletana.  

GLI ALTRI INDAGATI - Il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, confermando la notizia pubblicata martedì mattina in esclusiva da Corriere.it, ha specificato che con Belsito sono indagati anche Paolo Scala e Stefano Bonet, «con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord». Per Belsito l'ipotesi di reato è truffa aggravata ai danni dello Stato «con riferimento alle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali». Inoltre un'altra contestazione di truffa ai danni dello Stato riguarda Belsito e Bonet con riferimento alle erogazioni concesse dallo Stato sotto forma di credito d'imposta a favore della società Siram Spa, con sede a Milano. La Siram, che fa capo al gruppo francese Dalkia, è una grossa società che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali, con sedi a Milano, Massa Martana (Perugia) e Roma. Anche la sede milanese della Siram è stata oggetto di perquisizioni martedì mattina. 

NOVITA' - E' la prima volta che una procura formula una costruzione giuridica che ritiene di contestare come truffa ai danni dello Stato l'indebita percezione dei rimborsi elettorali da parte di un partito politico. L'idea sottostante è che un partito possa certamente spendere come meglio ritiene i fondi che incassa dallo Stato come finanziamento pubblico, ma deve pur sempre darne un fedele resoconto ai revisori del Parlamento. E nel caso di specie, da quel che si intuisce, alla base della contestazione al tesoriere della Lega ci sarebbe proprio il fatto che il rendiconto delle spese, presentato dal partito ai revisori, del Parlamento sarebbe stato viziato da falsità o omissioni.

Luigi Ferrarella

 

 

 
 
 

La sconfitta

Post n°2290 pubblicato il 03 Aprile 2012 da fernandez1983

 

Ha avuto una gran fortuna. M’avesse cercato tre o quattro settimane fa sarebbe stato tutto diverso. Di certo da un mese a sta parte è cambiato tutto, e lei ha avuto una gran fortuna a beccare il periodo esatto. Non ha fatto i conti, però, con la mia bastardaggine e con la mia rabbia, di certo non l’ho presa bene quella notizia, anche se ero abbastanza preparato. Rapito da due occhietti furbi, cedetti alla sua decisione, accettandola tranquillamente, anche se la mandai a quel paese perché di bene gliene volevo. Poi si fece sentire due mesi più tardi, spiegandomi che col nuovo tizio non andava molto bene. Mi ha dimostrato spesso segni di debolezza, ho cercato anche con le cattive di tirare fuori il meglio di lei anche se la sera, prima di andare a dormire, non guardavo più le sue foto. Ah, che sacrifici per guardare silenzioso quello sguardo, uno sguardo a lei diverso, parecchio diverso. Data fondamentale 27 luglio, data spartiacque: se mentre la ricciolina chiudeva definitivamente la mia porta sfottendomi tra gli amici, io passavo una delle serate più belle della mia vita. La matita ricalcava il suo ritratto con la delicatezza di un artista, con la decisione di chi è sicuro di ciò che vuole, con una contentezza mai avuta: con quello sguardo avevamo finito di allenarci, era giunto il momento di scendere in campo. Fu una grande sorpresa per me, presi di sorpresa perfino la ricciolina, incredula davanti il mio tirare diritto, mentre lei era all’oscuro di tutto. Avrei preferito il gioco si svolgesse diversamente, il doppio nel tennis non si può giocare ad una mano sola: la responsabilità addossata su di me, mentre quello sguardo assisteva quasi passivamente. Non ho mai rimproverato questo comportamento, semplicemente andava accettato. Ma alla fine non si può pretendere di vincere la partita, ed io lo capì subito, perplesso del suo gioco. Andai avanti, non sapete quante volte ho buttato quella racchetta chiedendomi il perché dei suoi comportamenti. Ovviamente, il suo gioco ha condizionato il mio: non mi sono potuto esprimere al meglio, come quando invece ho giocato con lei. La sconfitta è arrivata inesorabile, sono andato via quasi come non fosse successo niente: non ho più guardato il suo sguardo, non ho sentito il peso della borsa sulle spalle, non ho sentito il peso della rottura, era una cosa normalissima dato il gioco espresso nel corso del match. Lei è tornata quando la partita è finita, ma ha sbagliato di grosso. Assurdo quanto lei mi ha detto, assurdo il modo, assurda la tempistica: lei è proprio fuori testa. Ho sbagliato con lei, ho sbagliato con la ricciolina, ho sbagliato a giocare quella partita. O forse no. Forse il mio sogno sarebbe quello di rigiocarla, ma col suo sguardo di lato al mio: per giocare bene ho bisogno di non giocare da solo, ho bisogno che il suo sguardo mi cerchi almeno la metà delle volte che lo cerco io. Ovviamente non alzerò il telefono per comunicarlo, quanto ho potuto fare è andato oltre le mie capacità. E quando quello sguardo mi ha cercato solo una volta a fronte delle cento mie, allora è logico che la partita finisce prima ancora di cominciare.

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo" 

 

 
 
 

"Hai visto quella ricciolina? Ammazza che tipa.."

Post n°2289 pubblicato il 27 Marzo 2012 da fernandez1983
 

 

Il treno è appena partito, ma è già lontano per chi è alla stazione. “Ho fatto bene a non partire? Non lo so, ho ancora il biglietto tra le mani, era tutto pronto. Forse mi potevo aggiustare una volta a bordo, di tempo ne avevo avoglia. E ora sto qui a guardare la coda di quel treno, che non tornerà più indietro. Di certo potrò conservare il biglietto. Non so se per ricordo o perché un domani proverò a riprenderlo, anche se la sua durata non è eterna, però una cosa è certa, mi serve per esperienza. Partite o non partire? Ho avuto paura a non partire? Ho fatto bene? Ho fatto male? Mi siedo, la panchina è vuota. Beh, certo, non partire e restare qui mi farà mangiare le mani qualche giorno, sono scelte stupide o ragionate, ma scelte mie, e se me la prendo col capotreno significa che, sotto sotto, il desiderio di partire c’era, di affrontare questo viaggio misterioso. Perché me la prendo col capotreno se è stato qui fino pochi istanti fa aspettandomi? Non lo so, la confusione impera nella mia testa”.

“Non so quando le Ferrovie mi rimanderanno qui, ma il ricordo di questa stazione coi suoi passeggeri resterà dentro me. La mia preoccupazione è che qui, forse, non ci tornerò più. Il viaggio poteva essere ben diverso, in questo breve periodo qui ho apprezzato tantissimo questa città coi suoi abitanti, e a qualcuno avevo chiesto se voleva partire, ho procurato io personalmente il biglietto. Vedo quel viso alla stazione, arriva fino al treno ma non sale. Come mai? Strano, a sto punto statti direttamente a casa, non venire proprio alla stazione. E allora come mai hai voluto il biglietto? Non so che ti passa per la testa, ma io indietro non posso tornare. Avrò sempre tempo per fare un viaggio, ma sarà breve, non so neanche se riuscirò ad incontrarti più. Ho aspettato che salissi, ho aspettato a lungo, poi al momento della partenza mi hai fatto cenno di andarmene. Beh, di certo non posso tornare indietro, quando mai si è visto un capotreno tornare indietro a chiedere se è sicuro di non salire al passeggero? Adesso toccherà a te sfruttare quel biglietto o farne un altro, oramai sono lontano. Il treno va, si allontana sempre più. Ehi, collega, hai visto quella ricciolina..? Ammazza che tipa..”

 

 
 
 

Tanti auguri papà =)

Post n°2288 pubblicato il 19 Marzo 2012 da fernandez1983

Gli ho detto: "Salgo un attimo su, ora torno", giusto il tempo di scrivere un pensiero. Che poi un pensiero non lo scriverò, anche perché al solo nominare la parola papà mi brillano gli occhi =) Ho passato tutta la serata sul cosa scrivere, ma i miei neuroni in seduta straordinaria hanno deciso che è meglio non piangere stasera, anche perché tengo davvero tanto al mio papà.. Gli voglio un bene dell'anima, anche se non gliel'ho detto mai.. A ventott'anni avere dei sentimenti da fanciullo, ma è così.. Ci capiamo al volo su qualsiasi cosa, stasera addirittura ho visto in lui ragionamenti che ho fatto io tempo fa, è stato stranissimo.. Stasera per la prima volta ho detto ai miei che il mio sogno è di fare una famiglia, anche se manca la materia prima attualmente (ahahahah). Effettivamente è un bel pò che manca la materia prima ahahah, però sicuramente se un domani avrò una famiglia darò ai miei figli la stessa educazione che lui ha dato a me, la stessa umiltà, la stessa semplicità, lo stesso amore, la stessa fiducia (ne ha avuta tanta, credetemi =( ), la stessa disponibilità, lo stesso tutto. Dovrei ringraziarlo per ogni secondo di questi ventotto anni passati insieme, vorrei ringraziarlo soprattutto per i tanti sacrifici che ha fatto per me. Ne ha fatti davvero tanti, credetemi. Beh, a questo punto s'interrompe la mia tranquillità nello scrivere, fermata dalle lacrime.. E' impossibile non scendano quando parlo di lui.. e allora grazie mille papà =) E che il giorno della festa del papà sia per noi due tutti i giorni dell'anno, non solo il 19 marzo, te lo meriti, con tutto il cuore.. Anche se non leggerai mai questo post perché ancora non ti ho insegnato come entrare nel mio blog.. 

TANTI AUGURI, PAPA'

Alessandro 

 
 
 

Un asteroide ha colpito il mio pianeta

Post n°2287 pubblicato il 15 Marzo 2012 da fernandez1983
 

 

Cosa succede quando iniziamo a scrivere un libro? Prima di tutto ci troviamo di fronte ad un insieme di pagine bianche, anche se non saranno le prime pagine che andremo a scrivere. Ognuno di noi possiede una libreria personale nella quale custodisce ogni libro che, fino al momento, ha scritto. Senza presunzione, ogni libro ha la sua dedica, ogni libro è sottolineato da colori diversi, colori diversi a seconda del periodo che hanno evidenziato quanto di buono scritto e quanto da ricordare nella stesura dei prossimi libri. Insegnamenti, attori principali o nomi di semplici ma tanto importanti Bisogna iniziare a scrivere un nuovo librocomparse, errori da non commettere o, semplicemente, piccoli episodi. Tutto questo da non dimenticare: c’è sempre qualcosa che dobbiamo portarci per sempre con noi. L’ultima volta che ho visto Nerina la sera tornavo da un pub: la gelosia quella sera mi stava quasi accecando. Per la quarta volta, tornando a casa, trovavo Nerina: a lei i racconti, le speranze, i dubbi, le paure, gli stati d’animo di una situazione che, da tempo, non stavo più vivendo bene. Pianta secca, senz’acqua avevo perso quella vivacità iniziale, e così ero pronto alla morte. Stasera mi è capitato di rivedere Nerina, al buio. Gatta nera, bene si nasconde nei colori della sera, ma è spuntata fuori con eleganza quando mi ha sentito arrivare: aveva sete, mamma Nerina. Tra qualche giorno sarà mamma nuovamente, è ingrassata ma è bella come ogni madre prima di dare nuova vita. “C'è uno zingaro felice dentro il cuore di ogni donna, quando la natura esplode e ti chiameranno mamma”, mi suona in mente questa frase della canzone di Britti, una lacrima mi scende ogni volta l’ascolto, è impossibile fermarla. Non c’è cosa più bella di una mamma, quella mamma che doveva diventare mamma una seconda, una terza volta, e il destino così non ha voluto, la mia, proprio il 15 marzo di 25 e 24 anni fa. Se c’è una giornata nera in una famiglia, questa data per noi è il 15 marzo. Non riesco a capacitarmi ancora, come un vortice che ti ha preso di forza, fatto star male fino a svenire e portato via lontano: ogni 15 marzo riapro gli occhi, ma resto stordito. Nerina invece sarà mamma, ma ha degli occhi che mi ricordano qualcuna: Shinarf mi guardava così, con quegli occhietti timidi, paurosi quasi vogliosi d’affetto. Aveva bisogno delle sgridate per capire, forse la sua scelta però è stata delle più giuste: proprio in quel momento avevo preso carta e penna, messo il braccio sulla scrivania e buttato tutto giù, avevo un’esigenza strana quanto soprannaturale di vederci chiaro. Adesso è tutto diverso. Ma non riesco a guardare Nerina, mi ricorda troppo Shinarf. Ma non riesco neanche a posare l’ultimo libro, forse il più bello scritto finora. Mai ho avuto una forza così, ho scoperto un nuovo io, mi sono misurato, seduto a ragionare, camminato mano in tasca mentre il vento soffiava sul mio viso in attesa di partorire un nuovo pensiero. Da quando un asteroide ha colpito il mio pianeta ho cambiato direzione, velocità e spostato asse: è giusto prendere un altro libro e iniziare a scrivere un nuovo racconto.

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

 

 
 
 

Donne, grazie di esistere..

Parliamoci chiaro: il vero sole non è quello che oggi bacia quasi tutta l’Italia, il vero sole sono loro, le donne..

La donna è una creatura così bella che anche quando la creò il buon Dio restò stupito.. Così come lo siamo noi, così come lo sono io, dei loro pregi e dei loro difetti.. Ed è per questo che la vera festa della donna dev’essere tutti i giorni, non solo oggi..Festa delle donneIn molti si ricordano di portare un fiore solo l’otto marzo alla loro bella, festeggiando una data che in molti non sanno nemmeno quello che rappresenta. Ma va bene così, perché il ricordare una data non è detto che significhi rispetto verso la categoria festeggiata. Quante donne oggi ricevono mimose e gli altri giorni non ricevono neanche una telefonata o un qualche altro gesto d’affetto? Molte..

Il mio pensiero di oggi è rivolto a loro, a tutte quelle rose che rendono più bello il giardino nel quale viviamo, a tutti quei raggi di sole che illuminano il mondo di una luce che nessun altro astro celeste è capace di produrre. Ma chi mi conosce, sa che il mio pensiero è rivolto a loro ogni giorno, ogni ora, ogni momento della mia giornata.

E mandateli a fanculo quelli che si ricordano di voi solo oggi, politici e politicanti, che strumentalizzano questa data al fine di guadagnare qualche piccola o meno piccola percentuale di consensi, mandate a farsi strabenedire chi vi fa la bella faccia solo oggi, tirate un ceffone a chi preferisce spendere soldi per regali datati invece di regalarvi se stessi tutti i giorni della vostra esistenza.

La storia la sappiamo tutti, a me non piace fare il pappagallo narrando quello che è successo in passato in questa data perché anche il rispetto per un ricordo non lo si dimostra attraverso uno scritto che serve più ad una determinata concorrenza, cercando di scrivere le cose meglio dell’altro blogger di turno, ma lo si porta dentro, lo si coltiva, lo s’innaffia e lo si fa crescere.

E così oggi preferisco porgere il mio grazie attraverso un semplice ma spontaneo sorriso a tutte le donne, a quelle che oggi avranno un fiore ma soprattutto a chi no, a chi dedica la propria vita a favore degli altri, a chi fa sacrifici per vedere crescere i propri scriccioli. A chi litiga col marito, a chi possiede dei valori, a chi è costretta a fare la vita sul marciapiede, a quella signora che vedo tutti i giorni cercare un qualcosa tra i rifiuti. A quella “vecchina, una nonnina, che vive accanto a me, che ha lavorato per cinquant'anni e non ha niente per sé, neanche un marito che la consoli quando si sente fragile, vive da sola, parla da sola, e morirà così, sola..”, a quella bambina che sta nascendo adesso, a quella invece che in questo momento accudisce il proprio marito nei suoi ultimi istanti di vita.

A quella donna che adesso sta preparando qualcosa di buono, sentivo l’odore quando partivo da casa, a quella donna che ha passato le pene dell’inferno per mettermi al mondo, a quella donna che ogni mattina mi sveglia e mi porta il caffè, a quella donna che mi sopporta e alla quale forse potevo regalare più gioie di quanto finora non ho fatto, a quella donna che non mi fa mai mancare niente, a quella donna che in questo momento mi sta facendo emozionare pensando ad un suo abbraccio, a quella donna alla quale telefonerò appena scritto questo post, a mia madre..

A quella signora che non ha trovato marito, e a quella che ha divorziato da poco, a quella che si alza presto la mattina e torna tardi la sera, a quella donna che in questo momento è sull’autobus, piena di buste della spesa, a quella donna che viene derisa, alle pallavoliste che ho conosciuto quest’anno, a quella ragazza che viene offesa, a quella che viene sfruttata. Alle mie compagne di scuola, alle mie insegnanti, a quella ragazza che poco fa ha preso il caffè di lato a me e aveva il gesso al braccio, a quelle donne che adesso sono in ospedale, a quella donna che dona tanto affetto e amore a suo figlio in carrozzella e che vedo tutte le domeniche a messa, e che stimo tantissimo, ma che non le ho detto mai.

A quella che sarà la donna della mia vita, a quella ragazza che spero lo sarà, a chi adesso invece fa un esame, a quella cameriera, a quella bidella. A quelle che hanno i brufoli, a quelle che hanno gli occhiali, a quelle ragazze timide, riservate, a quelle ragazze sognatrici, a chi è una favola ed è convinta di no.

A quella ragazza con gli occhiettini dolci, a quella ragazza di cui non ho sentito ancora la voce, a quella ragazza garbata, a quella ragazza che vedo ogni tanto e che, fosse per lei, le case produttrici di trucchi fallirebbero a causa della sua bellezza. A quella ragazza semplice, a quella che rompo le scatole, a quella ragazza che è diventata la protagonista dei miei sogni, a quella ragazza che sorride e che s’incazza, a quella ragazza per la quale nessun’altra cosa vale più di un secondo vissuto accanto a lei o che valga un gesto suo o un suo movimento, a quella ragazza che addormenterei accarezzandole i capelli, a quella ragazza che guarderei volentieri mentre dorme, gustandomi tutta la sua dolcezza e tenerezza, a quella ragazza che rimprovererei volentieri per farle capire dove ha sbagliato, a quella ragazza con la quale vorrei crescere insieme, a quella ragazza che inviterei per un lento anche se non so ballare, solo per poterle stare un attimo vicino, a quella ragazza che fa le smorfie davanti la fotocamera, a quella ragazza dagli occhi disarmanti, che mi farebbe balbettare, a quella ragazza alla quale starei vicino nei momenti di crisi, che cercherei in tutti i modi di fare ridere se sta giù, a quella ragazza che, senza volerlo, ha inciso il suo nome sulla porta del mio cuore, a quella ragazza il cui sorriso guardo nelle foto tutte le sere prima di andare a dormire..

A tutte voi..

GRAZIE DI ESISTERE..

e che questa festa non sia solo l’otto marzo, ma ogni momento di ogni vostra singola giornata..

Alessandro Marcianò, autore del blog “Osteria… del vecchio pazzo”

 
 
 

L'evoluzione raccontata in un'immagine

Post n°2285 pubblicato il 25 Febbraio 2012 da fernandez1983
 

l'evoluzione raccontata in un'immagine

Io sono senza parole.

E voi?

 
 
 

Il Santo passa una volta sola

Post n°2284 pubblicato il 22 Febbraio 2012 da fernandez1983

 

Musica alle orecchie quella di M2O, puntata di Real Trust. Mentre torno a scrivere per quei 10’ tempo di un caffè, passa la musica che mi carica, che mi tiene sveglio, che riesco ad ascoltare senza annoiarmi. Continuano ad arrivarmi messaggi sul telefonino o altrove di persone che oramai sono scomparse dalla mia vita. Ma perché continuano Nerinaa scriverti se sono state loro a cestinarti? Non ne ho la più pallida idea, di certo voi donne siete na razza strana! =) Prendetela a ridere, non lo dico in modo offensivo, anche se molte persone bene non si sono comportate, ma non ho mai fatto di tutta l’erba un fascio. Si ricordano sempre troppo tardi, come avevo scritto altre volte fanno a prova, come si fa con le angurie. Che vuol dire, che provano prima un’anguria, poi la mettono in disparte per provarne un’altra. Poi magari tornano e prendono la prima. Con le angurie si può, con le persone no. O almeno, con me non si può. Tassativamente, io su certi temi sono carne o pesce, per me non esistono vie di mezzo quando le strade sono quelle importanti della vita. Che senso ha ciò che sto vedendo? Che senso ha tornare da me quando oramai si ha famiglia, quando quell’altra è fidanzata oramai da mesi? Che senso ha prendersela con me quando certe persone hanno sbagliato consapevolmente sapendo di sbagliare? Attenti, prendo la mia situazione per fare un discorso più generale, in quanti non hanno rispetto per le persone loro vicine? Il rispetto che è anche il sapersi comportare, faccio un altro tipo di esempio: mi piace na ragazza, inizio a contattarla, poi vedo che sono sempre io a contattare, la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta volta, poi dici basta e non ti fai più sentire. Poi arriva e fa: “Non ti sei più fatta sentire?” “Cazzi tuoi, se mi volevi sentire mi cercavi”, la mia risposta è sempre questa. Succede anche questo,  e quando mi sento dire che non mi sono più fatto sentire la prendo come un’offesa personale, dalla quale non torno più indietro. Non credo d’aver perso occasioni per questo, penso invece le occasioni le abbiano perse quelle di persone. E così come me, in maniera più generale la stessa cosa vale anche per voi, o no? Parliamoci chiaro, la gattina che viene ultimamente a trovarmi mi fa pensare: quando vuole, viene e si sta sotto ore ed ore prima di farsi coccolare, e come rientro dentro lei mi guarda fino a che non chiudo la porta. Ovvio che non bisogna comportarsi da animali, ma a volte basta davvero poco per non fare allontanare qualcuno dalla tua vita. In più ci vuole serietà, maturità nelle scelte. Non mi si può venire a dire che non si può fare una scelta perché si ha paura di quello che si viene a dire nella città, non mi si può venire a dire che stai con lui e penso a te, o che con te ci tornerei o robe del genere come sta succedendo ultimamente. E allora state sempre in guardia gente, il Santo passa una volta sola. E quando passa, non fate in modo che sia lui a fermare voi, siate voi a fermare lui.

 

 
 
 

Per battermi servono catenaccio e contropiede

Post n°2283 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da fernandez1983

 

Sono una grandissima faccia da schiaffi, capace in una serata d’invertire il Vostro giudizio si di me, facendolo passare da un polo all’altro. Imprevedibile faccia da furbetto, riesco a mascherare bene la mia vera identità. O, forse, posso dire che riesco a modularmi bene in base agli eventi e/o alle necessità. Uno stronzo, un figlio di Per battermi servono catenaccio e contropiedebuona donna, timido quasi fino a non parlare, estroverso senza possibilità di spegnermi. Prima d’infilzare il colpo ho bisogno di studiare la preda, preda che scopre il fianco quando gioca in casa, e che difficilmente faccio vincere. Quando sono io a giocare in casa la partita è chiusa già prima d’iniziare, per me il solo fatto di giocare in casa equivale ad un eterno match-point, perdo solo se ho voglia di perdere. Difficile come pochi in trasferta, dove non ho paura di attaccare, costruire gioco e ridimensionare l’avversario. Ma ultimamente mi capita di giocare poco in casa, molto in trasferta e uscire con le ossa quasi rotte. Sto tornando coi piedi per terra, l’avversario è il più tosto mai conosciuto, si chiude catenaccio e poi contropiede. Ah, quanto rivoglio il mio stadio. C’è niente da fare, giocare in casa è sempre giocare in casa. E il mio stadio non è un campo come altri, ma è un’arena, dove l’avversario è intimorito appena entrato, stordito dal clima e spiazzato dai miei colpi. Colpi benevoli, quasi da far mettere a proprio agio l’avversario stesso, steso quasi fino a divertirsi: e se poi sono in vena, questo potrebbe lasciare il campo in lacrime. Ma, in fin dei conti, è quello che succede in quasi tutte le trasferte, dove non bisogna darmi un solo attimo di tempo, già dieci secondi potrebbero risultare fatali. E così, per battermi, servono catenaccio e contropiede, letali al mio gioco aggressivo e imprevedibile.

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

 

 
 
 

A bagnomaria

Post n°2282 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da fernandez1983

Una volta c’era gente che riuscivo a farla ridere solo con uno sguardo. Adesso devo essere onesto, non è più proprio così. Forse questo mio attaccamento alla comicità è a bagnomarianato quand’ero piccolino, timido da non dire una parola neanche sotto tortura, e figlio unico, non proprio una situazione ideale. Negli anni della mia timidezza, però, ho quasi studiato certi comportamenti: se vuoi entrare nel cuore di una persona, sia come amico sia come qualcosa in più, devi farla ridere. Far ridere mette a proprio agio chi ti sta davanti, è un biglietto da visita che nulla ha a che fare con curriculum o voti in pagella. Soprattutto avvicina due persone. Se fai ridere oggi, domani verranno a cercarti, perché sanno già che gli strapperai un sorriso. E succedeva proprio così con alcuni miei zii e con altri amici. Magari succede anche oggi. Ricordo anche di un ragazzino che, una volta fatto ridere, mi aveva quasi preso ad esempio, imitandomi anche la camminata! Da un lato è bello fare ridere, dall’altro il vero comico, che mai è volgare a differenza di tanti presunti tali, ha rispetto per chi gli è davanti. E così diventa difficile, perché tu non puoi sbagliare, soprattutto come in questo caso, perché poi il ragazzino imiterà il tuo errore.

Ma due giorni fa è stato quasi emozionante. Ho rivisto le lacrime davanti ai miei occhi, quelle di un’amica distrutta da aneddoti divertenti quanto irreali. Perché emozionante? Forse ho sognato di attraversare questo periodo, avrei fatto carte false per arrivare qui al più presto, ma qualcosa non va. Settimane fa mi ha scritto una ragazza, una mia ex, adesso moglie e mamma, con la quale non ci sentiamo più volutamente (figuriamoci se le ho risposto..) ma che fino a qualche mese fa mi giurava il suo pentimento al telefono: “Rimpiango i tuoi sorrisi e i tuoi abbracci.. Ti ho visto di sfuggita giorni fa, sei felice e io lo sono per te”. Ma dove? Cioè non dove mi hai visto, non è che m’interessi, la testa mia è altrove, ma dove mi hai visto felice? Strano a dirsi, ma è così. Ovviamente lei non c’entra nulla, la citazione del messaggio è presa solo per introdurre la domanda. Cammino col freno a mano tirato, assurdo per me che sono sempre stato un fiume in piena. “Sandro il pazzo”, “Sandro il folle”, mi chiamano così, "Sai tu sei forte, perché leggo cose sul tuo blog che mi lasciano di stucco, poi ti vedo in giro e vedo che sei un pazzo scatenato, tutto l'opposto di quello che si possa pensare di te leggendo quello che scrivi", che fine avrò fatto? Non lo so, ma stare nell’insicurezza mi fa porre delle domande, alle quali credo aver già intuito la risposta, una risposta non felice. Una risposta data dalle alternative che se verificatesi non m’avrebbero proprio fatto porre tutte queste domande. E allora, dato che so la risposta, ho in mano anche la cartina che mi tirerà fuori da questa strada, una strada che testardamente ho intrapreso e sulla quale il destino mi sta incanalando.

E quel gattino che viene a trovarmi ultimamente mi sta dando da pensare.

Alessandro Marcianò, autore del blog “Osteria… del vecchio pazzo” 

 
 
 

"Grazie, don Mario, tu hai capito ciò che i vescovi hanno fatto finta di non capire"

Post n°2281 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da fernandez1983
 

‎"Perfino Travaglio, che sembrava aver capito, non ha resistito e ha voluto affondare il coltello nella piaga. Non la mia, la vostra piaga. Perché è la vostra piaga che diventa sempre più profonda - dice Adriano- in quanto vi distolgono dal capire. E allora cosa fanno: affinché possiate non capire, dal contesto del mio discorso estrapolano una frase cambiando anche il modo dei verbi. Io sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con quei sedici milioni che hanno visto il festival di Morandi e per parlare del significato Adriano Celentano e Gianni Morandidella vita, della morte, di quel che viene dopo, della straripante fortuna che voi noi abbiamo avuto per essere nati. Dunque divertirci a fantasticare su dove e come sarà il Paradiso. E' chiaro che per quanto la nostra fantasia possa essere elavata, non riusciremo mai a immaginare la grandiosità di quel che ci aspetta. Quel che desideriamo sulla Terra non è che una particella in confronto a quel che il Padre nostro ci ha preparato. Noi ci allontaniamo, invece dovremmo cercare di tracciare una linea del suo carattere per capirne, anche se lontanamente, i trattri del suo volto, fare una specie di gara per vedere chi si avvciina di più al suo identikit. Non importa se nessuno di noi ha mai visto Dio, ma sarà interessante per conoscerci e capire che l'unica via non interrotta è la sua. E' su questi temi che dovrebbe basarsi un giornale che ha la presunzione di chiamarsi Famiglia Cristiana o anche L'Avvenire, ma loro parlano di politica, della politica del mondo anziché della politica di Dio, perché Gesù era un politico ,come lo era Giuda per altri fini. Gesù apriva il suo cuore ai bisognosi mentre Giuda voleva sfruttare la potenza del figlio di Dio a fini consumistici ma soprattutto per la sua sete di potere. E quando dico che Famiglia Cristiana e Avvenire andrebbero chiusi definitivamente non significa esercitare una forma di censura" 

"Basta", "Predicatore", grida la stupidità di qualcuno, qualche complice della buffonata organizzata dagli ambienti punti in questi giorni..

"perché dite basta? Dovreste farmi finire di parlare, magari c'è qualcosa di interesante anche per voi. Io non ho il potere di chiudere un giornale come qualcuno che invece non ha esitato a chiudere qualcosa. Se i giornali fossero miei io non li chiuderei, ma mi affetterei a cambiare la loro impostazione. Siamo in democrazia e io ho espresso un mio desiderio, per me potete anche stare aperti ma almeno cambiate la testata. Parlare di Dio non significa soltanto scrivere, certo quella è la base, ma singnifica mettere insieme una equipe di validi disegnatori per illustrare la storia dei profeti, degli apostoli, della piolitica di quei giorni facendo un parallelo con la politica di oggi. La vita di Gesù deve essere un metro infallibile che non può ridursi alla sola predica della domenica ma deve essere supportata da una presenza quotidiana che ci aiuti a riflettere. E questo significa far rivivere nei cuori di chi vi legge la figura di Gesù. Adesso - conclude - potete fischiare"  

La grandezza di Celentano va oltre il tempo perso per dire parole che neanche i preti hanno detto mai, magari preti presuntuosi che fanno battere il pugno sul petto a terzi senza pensare ai propri peccati. Ovviamente non ce l'ho con tutta la classe dei sacerdoti, prima che qualcuno si senta toccato, anzi io non mi vergogno nel dire che io ho un grandissimo rapporto coi vari Don, a differenza di molti miei coetanei. Io sono sempre cresciuto in certi ambienti, e questo dovrebbe far riflettere chi, eventualmente, si sente punto. Non ho mai sentito parlare così delicatamente una persona di un qualcosa più grande di noi, di un qualcosa di bello, che un domani ci può accogliere tra le sue braccia nell'abbraccio più sincero che ci possa essere, un abbraccio che in molti qui sulla Terra non hanno neanche dai propri familiari, di un abbraccio che vale oro in momenti di crisi come questi che non sai neanche se riuscirai a dare da mangiare a tuo figlio.

Sapete perché certi personaggi si sentono punti? E ve lo dico io, ex lettore tra l'altro di Famiglia Cristiana: si sentono punti perché mi ha insegnato più Celentano in due puntate che preti o presunti tali in diversi anni (e potrei mettere più a fondo il coltello nella piaga, ma non lo faccio, l'ho fatto in passato, quel che dovevo dire l'ho detto, basta una volta sola) e allora, come Morandi, dico: "Grazie, Adriano"

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

"Fra quei quattro, cinque che mi hanno difeso, mi ha colpito don Mario, un prete che ho visto da Mara Venier. Grazie, don Mario, tu hai capito ciò che i vescovi hanno fatto finta di non capire" (Adriano Celentano)

 
 
 

Celentano a Sanremo? Da dieci e lode.

Post n°2280 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da fernandez1983
 

‎"..non hanno idea di quanto può essere confortante per i malati leggere di ciò che Dio ci ha promesso"

‎"Di Pietro, Parisi, Segni hanno raccolto un milione duecentomila firme che la Consulta ha buttato nel cestino. C'é qualcosa che non va: o è la Consulta che sbaglia o bisogna cambiare vocabolario"

"Ho capito perché si chiama Lei, perché vuole mantenere le distanze: anche con Michele Santoro... l'ha distanziato mica male"

Che bello, sarò uno dei pochi a difendere Celentano, per la sua apparizione gli darei un 30 e lode tondo tondo. Condivido ogni suo commento su ogni tematica da lui affrontata, anche se la sua vena artistica (o di chi per lui, per carità) ha fatto in modo Adriano Celentano a Sanremo 2012di raccontarla con una certa coreografia, forse ai limiti della comprensione. E’ inutile che ci giriamo i pollici, che lo critichiamo. Italia, sveglia cazzo, sveglia! Ci rendiamo conto che è vero che l’Avvenire e che Famiglia Cristiana parlano più di politica che di religione? Io sono stato assiduo lettore fino a qualche anno fa di FC ma poi, vedendo un cambiamento di rotta, con tutto che faccio da anni politica, ho sentito il bisogno di non auto-prendermi in giro, perché leggevo un titolo fuori e contenuti diversi dentro (FC-politica). Se FC non è capace di parlare solo di religione, farebbe meglio a cambiar titolo. Idem per l’Avvenire, quando vogliamo leggere di politica leggiamo La Repubblica o il Corsera, non abbiamo bisogno di giornali, altrimenti se abbiamo bisogno di politica, rimbocchiamoci le maniche e facciamola direttamente, i commenti ci arriveranno senza doverli leggere.
Capitolo Canalis. Forzata nella sua parte da attrice, perché per me attrice non è, dalle sue labbra gli autori fanno esplodere una frase che vi avrebbe dovuto fare alzare Sanremo 2012 - Adriano Celentanodalla sedia, prendere le armi (mi raccomando a strumentalizzare questa frase..) e combattere per togliere questa classe politica: “Torni?”, chiede Adriano, “Se lo vogliono gli italiani”. Se lo vogliono gli italiani. Se lo vogliono gli italiani. No, non sto sbagliando, ripeto volutamente la sua frase, “Se lo vogliono gli italiani”. Dio Santo, possibile che l’Italia sia sfuggita agli italiani e questi manco accorti si sono? Dormienti sui loro divani o intontiti davanti ridicoli programmi, pensano a criticare invece di ragionare. Lasciateli stare quei giornalisti ricchi solo di una laurea e poveri di contenuti, che poi fanno più danni a causa del numero dei lettori che hanno. Lasciateli perdere. Se siete Uomini tirate le palle. Le avete le palle? Bene, allora ragionate col Vostro cervello, e non con quello del vicino o della testata giornalistica. Bravi a dire “I politici fanno tutti schifo”, primi alla cabina elettorale per votarli. Ecco cosa sono la maggior parte degli italiani, tutto critiche e poco polso. Ci hanno mangiato l’Italia, ci hanno tolto la Sovranità! Non è vero? Quando il popolo ha chiesto in massa (1.200.000 firme, più del doppio di quanto richiesto) il cambiamento dell’attuale legge elettorale, firme, impegno, faccia, sudore, speranza, libertà e Sovranità sono state stracciate in difesa di cosa? Di cosa? Di una legge elettorale che costringe me e Voi a non essere liberi, perché le liste bloccate questo sono, ed io ne ho l’esperienza diretta con una candidatura del genere a livello nazionale.
Santoro? Chi l’ha più visto. Si chiami Lei, si chiami Lui, la musica non cambia. Ci  dimostri di non essere pupa di nessuno la Lei, ci dimostri che vuole almeno provare a dare un valore informativo a tutti quei soldi spesi per pagare il canone Rai. Già, tutti si lamentano di pagare così tanto, ricordandosi che i programmi Rai fanno schifo. Paradosso dei paradossi poi prendersela con Adriano.

Cioè guagliò, ma stiamo a scherzà? Ma io pagherei per riavere strigliate del genere, e non darei peso ai 750 mila euro che Celentano avrebbe dovuto percepire, salvo poi pagare ulteriori soldi di tasca propria per devolvere l’intero compenso in beneficenza. Non ha prezzo lo schiaffo di chi te lo tira per il tuo bene, anzi! Non mi dite che voi non avete mai tirato uno schiaffo ai vostri figli per educarli. E Celentano lo ha tirato a noi questo schiaffo, sta a noi capire se sia stato benevolo oppure no.

La cosa più balorda è che noi, come i bambini, facciamo e comprendiamo a nostro piacimento e ci affossiamo nella nostra presuntuosaggine.

Alessandro Marcianò, autore del blog “Osteria… del vecchio pazzo”

 

 
 
 

In Veneto il PDL tessera anche i morti. In via dell'Umiltà arrivano i Carabinieri

Post n°2279 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da fernandez1983

Dirigente PDL: "Signor morto, vuoLe tesserarsi per il Pdl? Guardi, Lei ha tutto il tempo che vuole per decidere in modo autonomo, qui Le lascio il modulo, Le lascio qualche gadget, anche qualche foto di nostre "amiche" con le quali potrà fare bunga bunga. In Veneto il Pdl tessera anche i mortiPerò guardi, signor morto, io ho fretta, che facciamo? La facciamo questa tessera? Non voglio metterLe fretta, ma vorrei anch'io fare bunga bunga.. Allora che facciamo? La facciamo sta tessera? Chi tace acconsente.. Da oggi Lei è tesserato per il PDL!!"

Potrebbe essere questa una discussione tra un dirigente X e un morto Y: effettivamente, il dirigente Pdl o i dirigenti PDL stavolta sono nella ragione, perché chi tace acconsente. Non funziona così? Beh, e allora perché sono arrivati i Carabinieri? Li avranno mandati quei Comunisti.. Quei coglioni mai i caxxi loro si fanno. Eppure l'idea era andata bene in Emilia Romagna, dove non sono arrivati i Carabinieri. "Che hanno meglio di noi i nostri amici emiliani-romagnoli?", si saranno chiesti i veneti, "Perché da loro non ci sono andati i Carabinieri?" Mah, per qualcuno resta un mistero. I numeri parlano chiaro, su un totale di 16 mila tessere, 8 mila denotavano stranezze quali la mancanza di una fotocopia del documento d'identità. Vabbè che questa non è una stranezza, ma che vuoi per una fotocopia che poi non la guarda nessuno. 

Vuoi vedere che c'è stato un malinteso? Secondo me i Carabinieri sono andati in via dell'Umiltà (che poi notare il nome della via) giusto per indagare sui morti: sembra che con silenzio abbiano espresso il loro "SI" alla tessera, però il versamento dei 10 euro???????

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

 
 
 

Bentornato Emiliano..

Post n°2278 pubblicato il 01 Febbraio 2012 da fernandez1983

Bentornato Emiliano..

Non ci sono parole per esprimere la mia gioia nel rivedere il caro Emiliano Mondonico di nuovo in panchina dopo aver vinto la sua personale Coppa Campioni, contro un avversario dieci, cento, mille volte più duro di Manchester United, Barcellona, Real o Milan.. Non ci sono parole per esprimere la mia gioia nel rivedere di nuovo con noi quello che per me è stato uno dei miti della mia infanzia e giovinezza sportiva. Magari non ha mai allenato squadre per le quali facessi il tifo, ma questo poco conta. E se lui adesso torna ad allenare e lo fa a Novara, io d'ora in poi conservo le vecchie bandiere per tifare il Suo Novara. 

E così, semplicemente, con le lacrime agli occhi, ti dò il mio più affettuoso bentornato,

EMILIANO

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

 
 
 

Quella domanda è diventata il mio peggior incubo..

Post n°2277 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da fernandez1983

 

Quella domanda è diventata il mio incubo. Una domanda che non m’ha preso alla sprovvista ma che, assieme ad altre domande, è diventata il mio incubo. Che succede? Non lo so, ma credo d’immaginare qualcosa. Ad un certo punto il mondo ha iniziato a girare più velocemente, così con lui pure io.  Non so se ero pronto, ma qualcosa doveva cambiare in quel ritmo, questo è vero. Un cambiamento che da solo forse non sarei mai riuscito a mettere in pratica, e così il destino m’ha teso la sfida. Non ho mai rifiutato le sfide, non sono il classico tipo senza palle ma, come Fiorello, ho bisogno di una spalla. E finché la spalla non si realizza, io non entro in scena. E’ pur vero che bisogna stare attenti a chi fa da spalla. Il destino m’ha teso la sfida, quello stesso destino che mi ha portato fin qui. Mi ero arreso, ho passato notti insonni, alla fine ho deciso che quella sfida andava persa, anche se è stato più un momento di crisi che una decisione presa, e di questo ne sono sicuro, ho le prove: non sono passate ventiquattro ore, e il destino mi ha ridato la racchetta in mano: “Torna a giocare, cretino”. Lì mi son reso conto che forse mi sbagliavo, avevo bisogno di un qualcosa che mi mettesse alla prova, e quindi ho capito del mio passaggio a vuoto, facendomi na risata e prendendomi  in giro da solo. Dotato di santa pazienza, ero abituato a menare contro una porta per cercare di aprirla. Di colpo si è aperta, ma prima che mi avvicinassi con la spalla. Da allora giro a vuoto, quasi come su una barca col mare in tempesta. Quella che Danilo m’ha fatto è una domanda alla quale non so dare più una risposta. Ho aspettato tanto certi momenti, osservato in questo tempo ogni minima sua parte, avuto pazienza, cosa che mai ho fatto prima. Mi vien da ridere quando il solito cretino della facoltà, della serie basta che respirano, mi trovò sul suo profilo. Un complimento fece, gli risposi: “Stai attento a come parli che per la prima volta potrei pestare a sangue qualcuno”. Mi guardò stupito, in quel momento ho capito che ero geloso. Già, di lei, mai il mio fiato rimase dentro di me così a lungo prima d’incrociare il Suo sguardo. E così, smentisco le persone che dicono che gli uomini non son più quelli di una volta, perché più di cinquecento notti già mi sono innamorato di una bocca appena aperta, di un respiro senza fiato. Ti cherzo donare su sambene, ti cherzo leare, oh… Ti cherzo donare su sambene, Ti cherzo ninnare, oh… E magari prima di portarla in Georgia, vorrei chiederle veramente qual è il nome che pronunci piano prima di dormire, o chiederle se sente questo canto, o forse dorme già. Già, può darsi, mentre il mio telefono canta “Tuborg solo tu..”, ma non è lei, bensì una ragazza che troppo tardi si è resa conto del mio valore, ammesso valga qualcosa. Sembra una moda questa, ma del passato a me non interessa nulla. E così approfitto per dare delle informazioni ad altre ragazze, che magari fanno battutine del tipo: “Ah, i maschi, tutti uguali. Appena vedono qualcosa che non va cambiano discorso, non hanno le palle per affrontare la realtà”. La colpa non è dell’essere maschile, la colpa è di quella poverina che, in tutto questo tempo, non si è resa conto che aveva a che fare con una femminuccia. I veri uomini ci stanno ancora, se non li avete trovati è colpa vostra.

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

 
 
 

Quanto costerebbe la benzina senza le accise?

Post n°2276 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da fernandez1983
 

10' tempo di un caffè torna e lo fa per la prima volta in questo 2012. In questo piccolo lasso di tempo mi domando assieme a voi: senza accise, quanto sarebbe costata adesso la benzina al distributore? E’ stato il Regime Fascista ad introdurre, per la prima volta, una tassa aggiuntiva sul costo della benzina: bisognava invadere l’Etiopia e, per far fronte alle sanzioni comminate per questo atto dalla Società delle Nazioni, il Governo decise di introdurre una tassa di 1,9 lire per ogni litro di carburante acquistato. Correva il 1935 e, a quanto pare, quest’accisa non è stata rimossa. D’allora, altre motivazioni hanno spinto i vari governi a gonfiare il prezzo della benzina, fino alla situazione attuale. Io ricordo di aver fatto dei calcoli a novembre, tenendo conto anche dell’IVA al 21%: il prezzo alla pompa era di 1,65 euro/litro, togliendo la somma delle accise che era pari a 0,6221 euro per ogni litro di benzina, togliendo quindi il 21% di IVA si arrivava a soli 0,733 euro/litro. Credo che la situazione attuale sia la stessa più o meno, ovvero quella del prezzo di 0,733 euro/litro, prezzo pulito da ogni intervento dello Stato.

A mio avviso la vera ribellione dovrebbe essere improntata proprio su questo, ovvero sulla rimozione delle accise che, da sole, gonfiano più del 60% il prezzo finale della benzina, ovvero quello che noi andiamo a pagare dal benzinaio. Qui la vera riflessione: senza troppi giri di parole o lecchinaggi, dovremmo pretendere al leader politico del partito da noi votato una spiegazione su tutto ciò. Due le possibilità, e faccio l’esempio sul Presidente del mio partito, onde evitare di essere preso per lecchino o altro: ma Antonio, ma spiegami na cosa, perché non gli vai a rompere i maroni chiedendo la rimozione delle accise? Se questo non succede, ovviamente ci deve essere una spiegazione, che noi comuni mortali o noi impegnati solo in piccoli territori non conosciamo. Qual è questa motivazione? Perché si sta zitti senza chiedere quest’abolizione? Voglio saperlo, pretendo di sapere tutto in merito questa vicenda, perché poi il prezzo della benzina cammina a braccetto con tutto il mondo consumistico. Se compri il pane, acqua, vestito, macchina, qualsiasi cosa noi compriamo comprende nel suo prezzo una piccola aliquota dovuta al trasporto. E così, aumenta la benzina, aumenta tutto il resto, ovviamente non aumentano gli stipendi.

Prima di chiudere vi riporto qualche piccolo esempio di accise introdotte e mai rimosse:

  • 0,1 centesimi di euro (1,90 lire) per la guerra di Abissinia del 1935
  • 0,7 centesimi di euro (14 lire) per la crisi di Suez del 1956
  • 0,5 centesimi di euro (10 lire) per il disastro del Vajont del 1963
  • 0,5 centesimi di euro (10 lire) per l'alluvione di Firenze del 1966
  • 0,5 centesimi di euro (10 lire) per il terremoto del Belice del 1968
  • 5,1 centesimi di euro (99 lire) per il terremoto del Friuli del 1976
  • 3,9 centesimi di euro (75 lire) per il terremoto dell'Irpinia del 1980
  • 10,6 centesimi di euro (205 lire) per la missione in Libano del 1983
  • 1,1 centesimi di euro (22 lire) per la missione in Bosnia del 1996
  • 2,0 centesimi di euro (39 lire) per rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004
  • 0,5 centesimi di euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005
  • 0,71 a 0,55 centesimi di euro per il finanziamento alla cultura nel 2011
  • 4,0 centesimi di euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011
  • 0,89 centesimi di euro per far fronte all'Alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011
  • 8,2 centesimi di euro per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011

 

Questo quadro completa quello già accennato in precedenza, ma non bisogna trascurare l’ulteriore tassa sui carburanti che ha rincarato di circa 10 centesimi/litro del prezzo della benzina (12 centesimi per il diesel), innalzando questo a circa 1,80 euro/litro ad inizio 2012 e dopo l'ulteriore aumento dell'iva a circa 1,86 euro/litro.

E voi che fate? Sareste disposti a chiedere spiegazioni al vostro leader di partito?

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

benzina e accise

 
 
 

Io, la benzina, le accise e i forconi

Post n°2275 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da fernandez1983

benzina

Io protesterei finché non tolgono le accise sulla benzina, sulle quali mi sembra ci sia calcolata pure l'iva.. Protestare senza chiedere questo non ha senso.. Forse mi sbaglio io, forse non sono informato, ma onestamente chi ha capito na cippa? L'unica cosa che ho capito è che siamo senza benzina, allora chiederei ad ognuno di voi di mandare una mail al vostro parlamentare di riferimento, chiedendogli di agire a favore dell'abolizione delle accise, in caso contrario strappare la tessera di partito..

Non credo vi risponderanno in molti.. I più, sono convinto, cercheranno di farvi il lavaggio del cervello..

Alessandro Marcianò, autore del blog "Osteria... del vecchio pazzo"

 
 
 

Abusi sessuali ad Abu Ghraib, ecco le foto che Obama non voleva mostrare a nessuno

Post n°2274 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da fernandez1983

Abusi sessuali ad Abu Ghraib

Le frasi
"Queste foto mostrano torture, abusi, stupri ed ogni tipo di atti indecenti. Non sonosicuro quale scopo avrebbe la loro pubblicazione, se non quello puramente legale. E la conseguenza sarebbe di mettere in pericolo le nostre truppe, gli unici difensori della nostra politica estera, in un momento in cui ne abbiamo grande bisogno, o quella dei britannici che stanno tentando di garantire la sicurezza in Afghanistan". Sono parole forti, pesanti, che non consentono alibi quelle attribuite al generale USA Antonio Taguba, in congedo dal 2007.

Abusi sessuali ad Abu Ghraib

Se aspettavamo Obama.. 
L'uomo più potente del mondo aveva dichiarato fosse d'accordo nel pubblicare queste immagini, salvo poi fare il clamoroso passo indietro: "L
a pubblicazione potrebbe mettere in pericolo la sicurezza delle truppe statunitensi". Obama, però, rassicura: "I protagonisti di questi atti sono stati identificati, e sono state adottate misure contro di loro".

Abusi sessuali ad Abu Ghraib

Adesso le foto sono di dominio pubblico
Le foto che possiamo vedere, e che quindi dimostrano la gravità della circostanza, sono state diffuse da un sito cinese. 

Abusi sessuali ad Abu Ghraib

 
 
 
 
 

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