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Messaggi di Gennaio 2017

Parole Ostili

Post n°1878 pubblicato il 30 Gennaio 2017 da jigendaisuke

La bozza del Manifesto della  comunicazione non ostile

Virtuale è reale
Non dico o scrivo in rete cose che non avrei il coraggio di
dire di persona.

Si è ciò che si comunica

Le parole che scelgo raccontano la persona che sono, mi
rappresentano.

Le parole danno forma al pensiero

Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio
quel che penso.

Condividere è una responsabilità

Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati,
compresi.

La vera condivisione è condivisione del vero

Controllo sempre che le notizie che condivido siano
vere e corrette.

I dialoghi chiedono reciprocità

Scelgo di usare le parole con cui vorrei che ci si rivolgesse
a me.

Prima di parlare bisogna ascoltare
Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con
onestà e apertura.

Dissentire non significa offendere
So esprimere opinioni e dissenso senza usare parole o
toni ostili.

Anche il silenzio comunica
Quando la scelta migliore è tacere, taccio.

"La ferita provocata da una parola non guarisce"
E' lo slogan di una bellissima iniziativa:

http://www.paroleostili.com/

Si svolgerà a Trieste il 17 e il 18 febbraio e ha un obiettivo
semplice quanto difficile e forse utopico: civilizzare la rete!
O comunque, togliere ai cretini la voce di cui parlava
Umberto Eco.

Ecco cosa scrivono gli ideatori:

"Il potere delle parole: commuovono, scaldano il cuore,
valorizzano, danno fiducia, semplicemente uniscono…
E poi ci sono tweet, post e status: feriscono, fanno
arrabbiare, offendono, denigrano, inesorabilmente
allontanano.
Perché se è fottutamente vero che i social network sono
luoghi virtuali dove si incontrano persone reali, allora
viene da domandarsi chi siamo e con chi vogliamo
condividere questo luogo.
Parole O_Stili ha l’ambizione di essere questo: l’occasione
per confrontarsi sullo stile con cui stare in rete, e magari
diffondere il virus positivo dello "scelgo le parole con cura”
perché “le parole sono importanti”.

Parole O_Stili è nato dal sudore di considerazioni estive di
alcuni di noi. Considerazioni molto lontane dalle chiacchiere
sotto l’ombrellone, ma rinfrescanti quanto un tuffo a
ferragosto.
Le amicizie in rete permettono infatti anche questo:
condividere offline le proprie fatiche online.
Se mettiamo insieme la paura di
cadere nelle trappole della rete, di non riuscire a ”porgere
l'altro tweet", di essere in difficoltà ad essere se stessi, di
non avere più la voglia di confrontarsi perché c’è sempre un
troll dietro l’angolo... ecco svelato l’origine di questo
movimento
di idee.
Perché per noi le relazioni hanno il profumo del rispetto."

 

Forse l'iniziativa è un tantino utopica, visto l'andazzo generale,
secondo me.

 
 
 

Consigli per gli acquisti musicali

Post n°1877 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da jigendaisuke

Apriti cielo è il nuovo, attesissimo album del cantautore romano
Mannarino

 
 
 

27 gennaio Giornata della Memoria

Post n°1876 pubblicato il 27 Gennaio 2017 da jigendaisuke

Il 27 gennaio 1945 i soldati dell'Armata Rossa, aprirono i
cancelli di Aushwitz, scoprendo l'Orrore.
Tutto perfettamente organizzato. Mai prima e dopo, ci fu uno
sterminio così perfettamente organizzato nei più piccoli
particolari: l'eliminazine definitiva dei diversi.
Lo sterminio nazista (a cui collaborarono anche i francesi,
gli italiani, i croati, gli ungheresi e i rumeni) portò alla morte
di circa 12,25/17,37 milioni di ebrei, zingari, omosessuali,
malati di mente o presunti tali, testimoni di Geova, slavi e
russi, polacchi, dissidenti politici, massoni.
Gli storici più giovani, hanno scoperto negli archivi della
questura di Genova, i rapporti scritti dai funzionari, in base
ai quali traspariva un certo apprezzamento per la pulizia operata
in città dalla repubblica di Salò. Visto la tendenza tedesca ad
evitare, se possibile, la deportazione di operai specializzati, ci
si orientò verso i senzatetto, i disoccupati, i piccoli delinquenti,
gente con problemi mentali.


Si si vabbè, la solita storia "Eh! Ma bisogna ricordare anche
quello che fecero gli Spagnoli e i Portoghesi in Sudamerica.
Quello che fanno gli Israeliani ai Palestinesi. Lo sterminio in
Uganda. Quello operato dai Turchi (e dai Curdi) contro gli
Armeni ecc". Oggi si deve ricordare quello che noi europei
abbiamo fatto in casa nostra e i motivi per cui l'abbiamo
fatto. Minimizzarlo, o metterlo in secondo piano, significa
dare mano libera ad altri sterminatori.

Le altre vittime dell'Olocausto - Rai News

E la storia semisconoscita del lager femminile di:

Ravensbrück

Oggi sul Secolo XIX c'è questa notizia:

Insulti ai rom sul Web, 21 condannati: accusati di
istigazione razziale

La storia di Johann Trollmann, detto Rukelie, pugile tedesco
di origine sinti, morto in un lager.

 

 
 
 

Cinemā, frenetica passion

Post n°1875 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da jigendaisuke

Bisogna variare la dieta ogni tanto

 
 
 
 
 
 
 

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Data di creazione: 05/11/2006
 
 

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