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Messaggi di Novembre 2017

Cover

Post n°2029 pubblicato il 03 Novembre 2017 da jigendaisuke

Di Giraud-Pagani, Mamy Blue. Canta Dalida

E qui c'è la chicca. Il disco d'esordio di Ivana Spagna, datato
1971. All'inizio del video, una sua foto.. di quando aveva ancora
un viso umano.

Famosa la versione originale, scritta da Phil Trim, voce del
gruppo spagnolo Los Pops Tops

Potrei essere il tuo figlio dimenticato
che si è allontanato a ventuno anni
è triste ritrovarmi in casa
e tu non sei in giro

Se posso solo tenere la mano
e dirmi che mi dispiace che sono sicuro
che tu veramente capisci
Oh Ma, dove sei tu.
(Oh mammyOh mammy - mammy - blueOh mammy - Blue)

La casa che abbiamo condiviso sulla collina
Seems senza vita ma sta in piedi
e ricordi della mia infanzia
Oh mammy mammy mammy.

Io sono stato attraverso tutte le passeggiate di vita
giorni stanchi e notti solitarie
E ora senza di te dal mio fianco
Sono perso
Come farò a sopravvivere.

Ho bisogno di mamma, mamma
Oh mamma, non ti manchi mai l'acqua finché non si lavora (Oh mamy)
Oh mamma, credo che sarò sempre il tuo bambino adulto (Oh mamy)
Oh mamma, ho bisogno della tua spalla di pregare se mi
piangere (Oh mamy)
Oh mamma, ho bisogno del tuo caldo abbraccio e del tuo conforto
e sorriso (Oh mamy)
Oh mamma, Se solo tu potessi vedere o sentire la mia voce
piangere (Oh mamma)

 
 
 

2 novembre

Post n°2028 pubblicato il 01 Novembre 2017 da jigendaisuke

Le tombe dei cari.

Ma ogni volta che vado nei cimiteri dove "risiedono" i
miei nonni e altri parenti, provo sempre una sorta di
turbamento davanti alle tombe dei bambini, magari neonati
o delle tombe lasciate decadere dagli eredi dei defunti o
abbandonate. Per esempio, al cimitero di Genova Sestri
Ponente, come in altri, ci sono tombe dell'inizio del 900,
magari con qualche ospite più recente, ma senza uno straccio
di fiore, di un segno che mostri che c'è qualcuno che se ne
preoccupa.

Poi le tombe dei senza nome e penso a Lampedusa.
O di chi ha fatto qualcosa di importante e positivo in vita.

NEL TRIGESIMO DI MIO PADRE

In quei viottoli neri
una serata di queste,
sedevano le famiglie dopo cena
ai gradini delle porte,
contavano i defunti e i nati
dell'estate che correva.
E il contadino tardo che trascorse
per i monti sul mulo
con l'ultimo raccolto
passava salutando i suoi compari.
Una porta era deserta
del compare scomparso un mese fa.

Rocco Scotellaro

 
 
 
 
 

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Un blog di: jigendaisuke
Data di creazione: 05/11/2006
 
 

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