parlodime

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oggi ho accompagnato mia figlia a sistemare la sua nuova casa.

Tra un po' di giorni si trasferirà ed è una sensazione strana perchè stavolta va via veramente.

Sono state tante le occasioni in cui non è stata a casa: l'università , le vacanze , le uscite scout, ma era casa mia la sua casa, il punto dove tornava e dove c'era il suo nucleo.

Adesso invece avrà un'altra casa, e di conseguenza tutto sarà lì.

Sono contenta che ciò sia avvenuto e sono anche contenta che lei abbia deciso di farlo. E'  vero che ha l'età  e anche un lavoro che bene o male le permette di spiccare il volo, ma ricordarsi che lei è freccia ed io arco non sempre è facile soprattutto quando questo volo ormai è questione di giorni.

E' stato strano girare con lei per le due stanze , aiutarla a prendere le misure per vedere come sistemare i mobili che ci sono e vedere quello che serve, e fare questo in modo del tutto impersonale dato che consigli non volevo darne, nè tanto più erano richiesti...(soprattutto questo   ).

Stavolta era lei che decideva e doveva decidere, io non avevo proprio alcuna voce in capitolo .

E' da sempre che lei diceva che appena diventata indipendente se ne sarebbe andata, ormai la casa le andava stretta.

Ora che è così incipiente  mi sembra di star concludendo un cammino o se non concludendo, che il nostro cammino è arrivato ad una importante svolta, dalla quale non è augurabile torni indietro e che se anche mi dispiace mi rende comunque felice, perchè è come un passerotto che spicca il volo, un volo che a me è precluso, che potrò ammirare, controllare ma che non è più il nostro, quello che abbiamo condiviso per tanto tempo, che ci ha permesso di fare grandi litigate, ma che ci ha portato a condividere tanti momenti, momenti in cui ho dimenticato che era mia figlia e nei quali mi sono rivolta a lei come se fosse un'amica o l'altro adulto con il quale confrontarmi. 

Giusto? sbagliato? chi può dirlo...era questo che ci siamo trovate a vivere.