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Morire dentro

Post n°60 pubblicato il 15 Novembre 2006 da il_presidente77
 

 Un uomo del mio paese mi ha stuprata. Io ho avuto la malsana idea di confidarmi con un mio parente. Lui mi ha preso, mi ha legato in una stalla ed è andato a denunciare il fatto. Per evitare una faida si è costituto un tribunale presieduto dal sindaco. Esso si è riunito, ha meditato ed ha emesso la sua decisione. Avendo avuto rapporti sessuali esterni al matrimonio sono divenuta haram, proibita per mio marito.

Mi hanno uccisa.

Sono haram per mio marito. Mio marito ha ottenuto il divorzio. E per la legge mussulmana non può risposarmi prima che io sposi un altro uomo e che divorzi da lui. Cosi sta scritto. Sono stata fortunata potevo essere ritenuta più colpevole ed essere condannata alla lapidazione dove le pietre, come è scritto, non devono essere troppo grosse per uccidere subito, ma neppure troppo piccole per non essere considerate pietre.

Sono stata vittima e ora sono anche colpevole.

La mia firma è stata messa sui documenti per il divorzio legale. La mia firma era falsa. Anche il mio stupratore è stato giudicato. Il tribunale lo ha giudicato colpevole. Ha poi deciso come dovesse risarcire mio marito. Avendo lui una figlia sedicenne, è stato concesso a mio marito la possibilità di stuprarla e poi come segno riparatore di celebrare il matrimonio nella moschea e di prenderla in moglie.

Mi hanno uccisa e adesso uccideranno ancora.

Sono stata legata per sei giorni, mentre tutto questo accadeva. Mi sentivo morire. Sentivo i miei 22 anni divenire nulla. Sono riuscita a rompere i legacci. Non ero sola un'altra donna mia parente mi ha aiutato. Ho trovato la forza. Abbiamo avuto il coraggio di provare a lottare. Sono scappata e sono andata a denunciare il tutto alla polizia. Adesso la giustizia dello stato è intervenuta e sta facendo il suo corso. Ha arrestato il mio stupratore e quello che è, ma non cosidero più mio marito, e ha denunciato altre 10 persone. Non cerco vendetta, cerco solamente di riavere la mia vita.

Prego perché nessuno debba ancora morire in questo modo.

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fedelmente ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto in Turchia una decina di giorni fa.

 
 
 
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