J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
COME IERI
William Xerra
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« Le benevole di Jonathan Littell | Parole inutili » |
Guardo i miei libri ingialliti dai giorni. Quando vivi da solo, ogni cosa assume un proprio significato. Edizioni fuori stampa di libri esauriti dal piccolo valore economico. Nomi che per molti non hanno significato. Tanith Lee, Fritz Leiber, Jack Vance, Clifford Simak. Li vedo nascondere le belle copertine di Karel Thorle. A circondarli tutto il resto: edizioni recenti, bottiglie sigillate, carte e una casa con tutte le sue accezioni di significati. Se E. passando legge queste righe, si ricordi che rivoglio il mio dvd di Fritz Lang e che mi deve ancora un invito a cena. Tempo o non tempo io non dimentico. |
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Personalmente non riesco a valutare quello che scrivo, non perchè voglio apparire modesto, ma perchè ci metto dentro una parte di me e dei sentimenti e quindi tali parole risuonano maggiormente. L'unica cosa che talvolta riesco a valutare è il ritmo (e quando non ci riesco è per mie mancanze letterarie)
Scrivo per rappresentare qualcosa che provo/ che ho provato, non posso dirmi che contento se riesco a raccontare qualche sentimento, sensazione che altri condividono. Comunque non ho mai l'obiettivo di turbare, magari può capitare che induco, come possono fare tantissime altre cose, a riflettere, ma turbare non ci ho mai pensato.