J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
COME IERI
William Xerra
TAG
NOTA - COPYLEFT
Qualunque opera di cui non si citi l'autore è da ritenersi originale e prodotta dal sottoscritto ed è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons
I MIEI BLOG AMICI
- antonia nella notte
- Autoestinguente
- A occhi chiusi
- A Room of Ones Own
- Bark Like A Dog
- BRILLARE!!!!!
- CARPE DIEM
- Cinema & Co.
- Comfortably Numb
- Contro corrente
- DOVE OSANO LE PECORE
- Elsewhere Perhaps
- Eventualmente Varie
- Fase 3
- Follaia
- Infantilismi
- Irony is life
- Il diario di Nancy
- IL DUBBIO
- In Esistente
- JuliedeJaloux
- La Donna Camel
- La Forma dell Acqua
- LIGHTHOUSE KEEPER
- L'angolo di Jane
- Nataieri73
- naufragointerra
- Nugae
- nuvola viola
- parzialmentescremato
- putpurrì
- Quotidianamente...
- RadioBlogAustralia
- RiflessiDigitali
- Rizoma
- Rosa pequeña
- SOLO PER TE ... ...
- STORIE DELLARTE
- tuttiscrittori
- UNA PASSIONE E OLTRE
- Vernissage
- Viaggi e miraggi...
- Writer
ALTRI AMICI
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
« Commiato a Lino Aldani (... | Un mondo invisibile » |
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima …
Era divenuta un pensiero costante, un ripetersi ciclico nella mente delle stesse frasi. Però la sua storia non era credibile. Suo padre se ne sarebbe accorto subito. Suo padre era bravo. Sapeva ascoltare e capiva l’essenza delle parole. Gli bastava guardarti negli occhi e non eri più tu a parlare a lui, ma lui ad ascoltare te. I suoi occhi ti osservavano, ti scrutavano e giungevano al tuo cuore. Lui ti stregava ascoltandoti e tu cominciavi a balbettare. Sembra facile parlare con il proprio padre, ma con lui si finiva sempre a balbettare, a dimenticarsi le parole.
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima …
La storia era ben congeniata, non sembravano esserci problemi, però non funzionava. Pensò a modificarla per renderla più efficace, più incisiva, ma non gli venne in mente nulla. Era un giorno che ci pensava. Provò un’altra volta. Forse era la centesima volta. Uscì solo un sospiro. Era troppo lungo per significare solo delusione. Con la mente libera iniziò a raccontare la sua storia, anche se la strada era vuota e polverosa.
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima …
Provò a migliorarne l’esposizione. Mutò il tono di voce quando necessario. Gesticolò con le mani per accompagnarne le parole e tenne lo sguardo fisso. Infine, immaginò che lì ci fosse suo padre. Gambe conserte, mano quasi immobile sul mento e occhi fissi nei suoi. Niente di nuovo. La storia non era credibile, anche se lì lo stava fissando solo una palma consunta e non suo padre. Immaginò i rimproveri. Una storia non credibile. Non gli sarebbe stato difficile capire che la sua storia non era credibile e avrebbe solo dimostrato che il giorno prima non aveva fatto il proprio dovere. Con rammarico si diresse verso casa.
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima …
Attraversò la piazza, come sempre piena di uomini. Parlavano, discutevano, qualcuno fumava stanco. Avrebbe potuto fermarsi un attimo. Parlare con qualcuno. Immaginare che fosse suo padre e raccontargli la sua storia. Sarebbe stato solo un ingannarsi. Per loro era un ragazzino di undici anni che aveva abbandonato la scuola. Era uno dei tanti. Conoscevano suo padre, ma lui non era suo padre. Forse gli avrebbe concesso un attimo. Lo avrebbe ascoltato, prima di scuotere la testa e di dargli una moneta per rincuorarlo. Un rimborso per la sua delusione. Un comprare il suo silenzio. Però decise di provare lo stesso.
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima …
Contò le monete nel cappello. Diversi uomini si erano fermati. Alcuni attenti, altri distratti, alcuni per poco, altri, meno di dieci, per tutta la storia. I loro volti avevano ascoltato. Non li conosceva, ma erano uomini della piazza e si erano fermati per la sua storia. Le monete erano il segno della loro riconoscenza. Quei loro volti erano la vera soddisfazione. Era la prima volta che la piazza lo accettava, che decideva che poteva inseguire il suo sogno. Nessuno dei suoi sei fratelli desiderava essere come loro padre: uno che racconta storie alla piazza. Suo padre raccontava storie alla piazza da quaranta anni. Ripensò alla sua storia. Accettata, ma comunque ancora non bella. A suo padre non sarebbe piaciuta, ma lo avrebbe aiutato. Era lui che gli aveva insegnato a mutare la voce, a gesticolare e a scegliere gli uomini da fissare per stregare tutti gli altri. La sua storia era veramente un pensiero ricorrente e non voleva ignorarla. Non erano frasi ripetute, ma qualcosa di vivo. Ci sarebbero voluti anni per imparare l’arte di raccontare storie, ma era giovane e aveva un ottimo maestro, intanto continuò a rivivere la sua storia.
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima …
Questo post partecipa al gioco narrativo Incipit indetto da Writer
SPULCIANDO NEL BLOG
History
Il grande ladro Tempo
Uno scritto d'amore
Frammenti di me stesso
La corsa alla fine di una bottiglia
L'uomo illustrato
Noi siamo...
Piccolo suonatore
Nuovi santi
Un storia d'amore
Marta e io
Una storia non credibile
Quando finisce un anno
32 dicembre
Discutere di sculture
La partenza del treno
è bellissimo perdersi in quest'incantesimo
La mia crudeltà
The importance of being Earnest
raccontare una storia
Sonata di jazz (per gli amici)
Dans la catedral, oltre il sognare
Eroe del mio inferno privato
In direzione di casa
Un mondo invisibile
Playback
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 19:16
Inviato da: blog joujoux
il 14/08/2013 alle 09:37
Inviato da: jocuri online
il 07/09/2012 alle 18:18
Inviato da: games for girls
il 12/05/2012 alle 16:34
Inviato da: dress up games
il 12/05/2012 alle 16:30