Osteonecrosi della mandibola da farmaci
L’osteonecrosi della mandibola è una lesione orale che coinvolge l’osso mandibolare o mascellare scoperto. Essa può causare dolore o può essere asintomatica. La diagnosi viene fornita grazie alla presenza dell’osso esposto per almeno 8 settimane. Il trattamento consiste in sbrigliamento limitato, antibiotici e sciacqui orali.
Bifosfonati
I bifosfonati costituiscono una classe di farmaci largamente impiegata per contrastare la perdita di densità minerale ossea.
Fra i principali bifosfonati tuttora impiegati in terapia:
Alendronato, Etidronato, Clodronato, Zoledronato, Ibandronato, Risedronato. Neridronato,
Pamidronato
Tra le possibili indicazioni terapeutiche dei bifosfonati:
A) Prevenzione e trattamento dell’osteoporosi, sia nelle donne che negli uomini
B) Ipercalcemia
C) Morbo di Paget
D) Iperparatiroidismo
E) Metastasi ossee a carattere litico
Perché i bifosfonati causano osteonecrosi ?
Nell’osteonecrosi mascellare da assunzione di bifosfonati si individuano cause scatenanti e fattori predisponenti. La causa scatenante è data da un trauma o un insulto cui l’osso non è in grado di rispondere, in quanto la sua capacità rigenerativa e riparatoria risulta alterata dai bifosfonati.
Quali sono i farmaci che possono causare osteonecrosi dei mascellari ?
L’osteonecrosi della mandibola/mascella è un rischio noto con i medicinali a base di bifosfonati e Denosumab. Nei pazienti trattati per l’osteoporosi, il rischio è minimo rispetto ai pazienti trattati con dosi più elevate per le condizioni connesse al cancro.
Come si cura l’osteonecrosi della mandibola ?
La terapia per l’osteonecrosi della mandibola, in genere, prevede la rimozione mediante raschiamento di parte dell’osso danneggiato, associata all’assunzione di antibiotici orali e all’uso di collutori.
Fonte: AIFA