Quando il niente era tutto

Share via email

FB_IMG_1707584062456

In questo periodo mi sento maggiormente circondata dal caos.
Gli eventi catastrofici nel mondo, problemi politici ed economici. Persino la pubblicità che confonde e infastidisce, più che essere utile nelle scelte.
Certamente si può sempre spegnere la TV.
Ma anche quando si spegne la TV, il silenzio elabora continuamente informazioni, eventi, emozioni.
Troppo, ecco il troppo di tutto che ci circonda in una morsa che fa male.
Il desiderio di fermarsi e scendere da questa giostra che non ci permette di vivere serenamente e vedere con chiarezza.
La notte scorsa ho sognato di aver scattato alcune fotografie e qualcuno le aveva mandate per partecipare ad un concorso per una mostra fotografica.
Poi mi disse: erano davvero belle e avresti vinto il premio se avessi usato il flash.
Al risveglio non compresi il significato del sogno.
Era questo, il bisogno di fermare le immagini della vita che mi circonda e che vivo.
Fare chiarezza e osservare meglio i dettagli con una prospettiva diversa.
Oggi tutto gira intorno al troppo, di tutto e di più.
Come si dice si stava meglio quando non si aveva nulla e si apprezzava e dava valore a quello che si aveva.
Non solo materialmente, ma anche soprattutto quello che erano le persone, il modo di vivere, gli insegnamenti che venivano trasmessi e tramandati.
Oggi quello che abbiamo non basta mai è come aver costantemente sete e non riuscire a dissetarsi.
Attaccamento alle proprietà ai beni posseduti, sete di ricchezza e potere.
I bambini di una volta non avevano nulla, ma possedevano immaginazione e sogni che li facevano crescere, con l’impegno e la speranza di realizzarli.
Bisognerebbe riuscire ad apprezzare quello che abbiamo e non darlo per scontato.
Dare un valore non solo alle cose, ma anche al tempo, vivendo meglio e non utilizzandolo appieno per fare molto di più.
Si corre stressati e non basta mai.
Meglio meno, ma apprezzare e valorizzare quello che abbiamo.

Quando il niente era tuttoultima modifica: 2024-02-10T18:45:25+01:00da DoNnA.S

12 pensieri riguardo “Quando il niente era tutto”

  1. Ciao D. 🙂 fai una riflessione molto bella e molto condivisibile: c’è un disperato bisogno di fermare le immagini della vita che ci circonda e che viviamo. Perché, senza necessariamente andare al tempo che fu, presi dalla freneisa, al tutto a uiperò manca sempre qualcosa, abbiamo perso la capacità di dare valore e di apprezzare ciò che abbiamo e che non sempre è materiale. Un caro saluto, e buoni giorni.

  2. Mia cara, niente di più vero…dalla fotografia mi hai fatto fare un salto nel passato, noi la chiamavamo “la settimana”, bastava un gessetto o una pietra di tufo per tracciare a terra un rettangolo e poi “zompettarci” con poche regole, si lanciava una pietra dovendo centrare dei rettangoli più piccoli interni per poi recuperala con progressive difficoltà da superare; poi un altro gioco era “il giro d’Italia”: si tracciava su terreno morbido un circuito con partenza e arrivo dove con le dita ognuno faceva avanzare la propria biglia colorata…e ne potrei citare tanti altri, insomma non c’era nulla, ma quanta felicità quei giochi validi per maschi e femmine! salutissimi

  3. La strada era il nostro spazio, la occupavamo con aurorità innocente e là potevamo liberarci dalla notre ansie e divertirci spensieratamente. Che tempi e quanti giochi oltre a quello che mostri: giochi in comune, ma che in ogni regione cambiavano nome ma erano sempre gli stessi. Grazie per questo spaccato di vita….del tempo che fu.
    Goditi una piacevole domenica mia cara Donnie.

  4. – hai ragione su tutto quanto carissima DOna. Io un sacco di volte faccio questo tuo ragionamento, ma poi la vita ti fa correre e non ti fermi mai, se non appunto alla fine della giornata, stanco e afflitto per l’ennesima volta che non ho mantenuto la promessa di fare fermi immagini della mia vita.

    – Buon Fine Sanremo, buon Carnevale.
    un bacio a te Dona

Lascia un commento