Più invecchi…..

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Dal web

Più invecchi, più cerchi scarpe comode
Più invecchi, più vuoi solo presenze positive.
Più invecchi, e più mangi cibi sani, eviti l’alcol e cammini tanto.
Più invecchi, più fai selezione, della gente e di tutto.
Più invecchi, meno baratti la solitudine con presenze inutili.
Più invecchi, più sai selezionare e scegliere se stare in silenzio, se parlare, se ignorare.
Più invecchi, meno reagisci, e scegli spesso di ignorare.
Più invecchi, più importanza dai alle persone e meno alle cose.
Più invecchi, meno ti piacciono le discussioni, i conflitti, le provocazioni
Più invecchi, più vorresti essere leggera leggera, fregartene di tutto e vivere alla giornata.
Più invecchi, più ti vuoi più bene e ami la pace.

Fotografie

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Come una scatola piena di fotografie sono i miei ricordi.
A volte questa scatola si rovescia e ne escono foto alla rinfusa, e qualcuna in particolare prende vita e torna un ricordo.
Come ogni estate traacorrevo le vacanze da mia nonna.
Avevo circa 10 anni e quella volta la nonna per intrattenermi e fare qualcosa di utile, decise di mandarmi all’oratorio dalle Suore dove nel pomeriggio insegnavano alle ragazze a ricamare.
In questa sala erano disposte diverse sedie, c’erano alcune ragazze più grandi di me che stavano ricamando, chi era già brava e chi cercava di migliorare.
Diedero anche a me un fazzoletto, ago e filo, ma io mi sentivo completamente inadatta a quel tipo di lavoro manuale.
Ai tempi della nonna si usava insegnare alle bambine ad occuparsi dei lavori di casa e di cucito e per lei era importante che imparassi per quando mi sarei sposata.
Purtroppo si rivelò un disastro perché io continuavo a distrarmi e a distrarre le altre ragazze, fare la buffona per far ridere, disturbare finché le suore mi cacciavano fuori in cortile, dove io molto dispiaciuta mi dondolavo sull’altalena.
Un pomeriggio mi venne la bella idea di arrampicarmi su un albero di fico e di rubare i fichi delle Suore e quando mi scoprirono, mi fecero scendere, ma non resistettero e scoppiarono tutte a ridere.
Raccontarono alla nonna e le dissero che ero un caso disperato, decisamente non ero portata per il ricamo.

C’è un grillo nel piatto!

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Una volta se si trovava un moscerino nella minestra….. ad esempio a me tempo fa, è capitato di trovare una mosca nel caffè. Si chiamava inorriditi il cameriere.
Oggi sono arrivati e omologati i grilli nei nostri piatti italiani.
Ci sono già in alcuni supermercati la farina e crackers.
Oltretutto ho letto che questi prodotti costano molto di più.
Inoltre altra notizia, pensavo fosse  uno scherzo, cioè che a Milano in un locale c’era la coda per mangiare  l’hamburger con la farina di grilli.
Io ho il rifiuto e disgusto solo al pensiero.
Ma come possiamo accettare e adattarci a questo cambiamento, quando in Italia abbiamo ottimi prodotti in tutti i settori, e la cucina mediterranea.
Evidentemente ci sono persone curiose e coraggiose all’assaggio di tale novità.
C’è poi da chiedersi se questo è solo l’inizio di un cambiamento nell’alimentazione perché si sta avvicinando la scarsità alimentare per sovrappopolazione e cambiamenti climatici.
Nel prossimo futuro ne vedremo delle belle o delle brutte.

Innamorarsi delle parole

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Oggi è il giorno di San Valentino, il giorno degli innamorati.
Nei miei ricordi, del giorno di San Valentino mi viene solo tristezza e amarezza.
Ci sono diversi modi di innamorarsi, di chi, di cosa, anche le passioni sono forme d’amore.
Mi riferisco anche alle parole, perché mi sono innamorata anche tramite le parole.
Mi piacciono le poesie e le parole, quando una persona sa esprimere molto bene ciò che pensa, meglio ancora ciò che sente se sono emozioni sincere.
Purtroppo a volte capita anche di venire ingannati da belle parole e poi scoprire che la persona è completamente diversa da ciò che esprimeva e sembrava.
Per me è stato così.
Ora lascio che le parole scivolino via, ascoltandole come musica, ma senza farle entrare nel cuore.

Piangere fa bene

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Si dice che piangere fa bene.
SI e NO.
Non mi riferisco a Sanremo, anche se mi viene proprio da dire “non ci resta che piangere” come il titolo di un famoso film che anzi era molto divertente.
Piangere fa bene nel senso di sfogarsi, ma non fa bene all’anima perché se si piange vuol dire che si soffre.
Ma l’argomento a cui mi riferisco non è questo.
Ho letto un articolo sulle proprietà salutari della cipolla, di cui: antibatterica, stimola il funzionamento dei reni, indicata anche per il diabete e rischio cardiovascolare ed altro ancora.
Ho pensato, interessanti! Certamente fanno un gran bene ma dovrei scegliere tra il benessere e il piangere.
Sì perché creano anche alcuni disagi, tra cui il bruciore agli occhi, cioè il pianto quando le tagli e le prepari, l’alito cattivo quando le hai mangiate, (e poi tutti ti stanno alla larga) e il mal di stomaco perché non le digerisco.
Quindi bando alle cipolle, meglio ridere che piangere!

Contratto d’affetto

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Dal web

Per un errore di battitura, il contratto d’affitto era diventato d’affetto.

Allora ho immaginato che tutti, in fondo, dovremmo avere un contratto d’affetto con qualcuno: la postina il vicino il custode il salumiere la badante.

Sì, insomma mettere per iscritto, di comune accordo, che quando si è soli, ci si può chiamare a vicenda, fare due parole e poi incontrarsi, sorvolare su tutto il tempo sprecato e alla fine indossare la circonferenza di un abbraccio.

– Piergiorgio Viti

La domenica di una volta

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La domenica di una volta, si sentiva la festa, il giorno di riposo.
La settimana lavorativa era fino al sabato.
La domenica i negozi erano chiusi. Si trascorreva in famiglia, una passeggiata e un gelato quando si poteva, altri dopo la Messa passavano in pasticceria a prendere i pasticcini.
Ricordo la mia domenica c’era la radio accesa, i miei genitori ascoltavano le canzoni dei loro tempi. Mio papà che si faceva la barba e cantava.
Il pranzo della domenica era da festa, c’era il pollo con le patate al forno.
Al pomeriggio una passeggiata ai giardini e qualche volta il gelato (eravamo tre figlie) .
Alcune domeniche si andava a trovare i nonni.
Cose semplici ma ora restano bei ricordi.

1 gennaio 2023

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O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr’ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.

-Gianni Rodari