La tigre femmina è arrivata. Viene con il marito compratore d’arte. Oggi indossa spessi pantaloncini di flanella bianca. Bassissimi, con ninnoli d’oro, stanno lì a fare chissà cosa. Come al solito, ha i tacchi di quattro pollici. Questa volta imitano la pelle di leopardo e hanno piume nere fluenti. Indossa una camicia di seta verde, lucidissima, con una scollatura oscena. Ha il seno in mostra. Letteralmente. L’unica cosa che non puoi vedere è il broncio del capezzolo. Non puoi vederlo, ma puoi indovinarlo, piccolino moscio, in attesa di essere debitamente mordicchiata dal marito che compra opere d’arte. Non riesco a staccare gli occhi da quelle tette rifatte. Non che le tette in sé mi interessino. La sua frigidità è visibile già a un livello in cui niente la possa  stimolare, che è triste senza essere angosciante, perché da bambina mi bastava guardare la maya nuda per impallidire di estasi. Quello che non mi disturba è l’esposizione pubblica di quei seni rifatti,E se ci si imbattesse in quel magnifico  senza cervello? Puoi essere traumatizzato e pensare che tutte le donne siano così. Meno male che dovrebbero essere molte di meno sfacciate,e molto più semplici.