Quello non è il ponte dei Cedri, è il ponte “Giordani”

Nel collage l’intitolazione del ponte, il giovane trentino e la targa affissa al centro dell’infrastruttura

San Lazzaro – Bologna

Attribuendo il nome “dei Cedri” al ponte ciclopedonale sul Savena, che unisce i parchi pubblici della Resistenza (San Lazzaro) e dei Cedri (Bologna) si dimostra che non si conosce quell’infrastruttura. Non mi stupisce che non la conosca chi ha scritto il pezzo, immagino abbia ricevuto un comunicato stampa, ma mi preoccupa e mi dispiace che non la conoscano le amministrazioni interessate.

Quel ponte ha due storie: una vecchia e una tragica. La vecchia è che su quei piloni in muratura una volta poggiava il ponte di ferro dove passava il tram della linea Atm 20, poi sostituita dall’autobus, che dal 1948 al 1961 univa San Lazzaro a Bologna. Quella tragica è che nel costruire quel ponte di legno, da ristrutturare dopo essere stato interessato da altri interventi, a causa del rovesciamento di una trave in legno lamellare, lunga 50 metri e pesante 400 chili, perse le vita il giovane Pierluigi Giordani di 21 anni. Nativo di Rovereto (Trento) giunse in cantiere il mattino del 18 maggio 1995 ma non arrivò vivo a sera, mentre un collega rimase ferito. I due lavoravano per la Ferrari Cesare di Isera (Trento), subappaltatrice della Holzbau che aveva realizzato i prefabbricati in legno da montare in opera.

Sulla sua tragica vicenda ne scrissero per giorni i quotidiani bolognesi, trentini e roveretani con epilogo una sentenza del 13 aprile 1999 che condannava il datore di lavoro, Cesare Ferrari, a quattro mesi di reclusione con pena sospesa grazie ai benefici di legge. E assolveva dall’accusa di omicidio colposo la Holzbau di Bressanone (Bolzano) che vinse l’appalto, il responsabile di cantiere dell’impresa altoatesina e il progettista e direttore dei lavori.

Dopo il sequestro del cantiere, e interruzioni varie, il ponte ciclopedonale fu infine inaugurato il 12 ottobre 1996 con una semplice cerimonia dal sindaco di San Lazzaro Aldo Bacchiocchi e da rappresentanti del Quartiere Savena e del Comune di Bologna. Il manufatto, fino allora chiamato “Ponte dei Cedri”, fu poi ufficialmente dedicato alla memoria del giovane trentino il 27 ottobre 2001. Alla dedicazione del ponte a Giordani, voluta dall’allora sindaco Aldo Bacchiocchi per ricordare il tema delle morti sul lavoro, oltre alle autorità sanlazzaresi e bolognesi, prese parte la madre del giovane e il sindaco di Rovereto che donò a San Lazzaro una campanella da tavola copia in miniatura della storica campana della città trentina, simbolo di pace, realizzata fondendo il bronzo dei cannoni della guerra 1915-18.

A distanza di poco più di vent’anni dispiace di constatare che le istituzioni abbiano memoria corta nonostante un’intitolazione ufficiale e la targa che, almeno quella, ricorda la tragica morte di un giovane nel suo primo giorno di lavoro a San Lazzaro.

Giancarlo Fabbri

Paesaggi della Puglia in mostra al Museo di Arti e Mestieri

Nell’immagine un collage di alcuni dipinti in esposizione

Pianoro (Bologna)

Inaugurata lo scorso 4 febbraio è ancora visitabile, fino al 26 febbraio, la bella mostra di dipinti dell’artista bolognese Tiziana Chionna esposta nella sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” in via del Gualando 2 a Pianoro capoluogo. L’allestimento è stato curato dal ceramista pianorese Mauro Paolini consulente artistico del museo.

Tarantina di nascita Tiziana Chionna ha ancora nel cuore i paesaggi pugliesi e i colori della sua gioventù che riporta sulla tela col cuore. Come riferisce lei stessa «osservare lo scorrimento della vita e fermare quei panorami con i colori scelti dal cuore e dalle emozioni che ci regala la natura della Puglia. Una terra dove il mio senso di libertà è più forte, dove ambiente e cielo sono contratti di colore; e dove il mare è l’infinito di ogni mio pensiero».

A Tiziana Chionna la passione per la pittura è nata anni fa. Dopo un corso di pittura con gli acrilici ha poi utilizzato i colori a olio da autodidatta come lo è anche in altre sue passioni come l’uncinetto e il cucito creativo. La mostra è visitabile a ingresso libero il sabato e la domenica, dalle 15.30 alle 18.30, al primo piano dell’edificio.

Visitare la mostra di pittura di Tiziana Chionna potrà quindi essere l’occasione di conoscere e visitare a offerta libera il museo “Lazzarini” che al piano terreno propone centinaia di attrezzi, utensili, strumenti di misura, e quanto altro veniva utilizzato da agricoltori, artigiani e commercianti nello svolgimento del loro lavoro nei secoli scorsi. Museo che si è arricchito di altri oggetti e paramenti, come quelli religiosi, e giocattoli del tempo in cui si auto-costruivano.

Ad anno iniziato è avviata anche la campagna adesioni per il 2023 all’associazione “Territorio e Civiltà dei Mestieri APS”, e quindi al Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” a sostegno delle sue attività di conservazione, promozione e produzione culturale. Per aderire le quote sono: socio ordinario 10 euro, socio famiglia 16 euro e oltre 10 euro come socio sostenitore. La quota va versata sul conto corrente dell’associazione nella Filiale Emil Banca di Pianoro, con l’IBAN: IT07Y0707237000016000035276. Oppure destinare il 5×1000 della denuncia dei redditi all’associazione che ha codice fiscale il numero: 02290601208. Ogni offerta libera è accetta, il museo si sostiene infatti grazie all’attività dei volontari e alla generosità di persone e aziende. Per info: 051.776927; 051.6529105; info@museodiartiemestieri.it.

Polenta per vincere il cancro, entro il 15 le prenotazioni

Nell’immagine un’edizione scorsa della polentata

San Lazzaro (Bologna)

Il cancro nelle sue varie forme è una brutta bestia, e non è un modo di dire. Per dare un concreto contributo alla prevenzione dei tumori, alla ricerca scientifica e alla lotta contro il cancro è utile, almeno una volta l’anno, assaggiare la calda e saporita polenta cucinata dai volontari del circolo Arci di San Lazzaro. Un’iniziativa che si ripete da anni a cura dei soci della sezione sanlazzarese della coop sociale onlus Istituto Ramazzini. Sezione intitolata alla volontaria “Teresa Silvagni”, e presieduta da Paolo Nicoli, che ha già aperto le prenotazioni per una “Polenta con noi” che si terrà alle 12.30 di domenica 19 febbraio nella “Sala ‘77” dell’Arci di via Bellaria 7. Pranzo con offerta a 23 euro per gli adulti, a 10 per i bimbi dai 6 ai 10 anni di età, fino ai cinque anni non pagano, e a 22 euro per l’asporto dalle 12.30. Il ricavato delle offerte sarà destinato al sostegno delle attività del “Ramazzini”.

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Il programma prevede dalle 12.30 l’antipasto seguito dalla polenta con ragù, costine, squacquerone e friggione, dessert, acqua e vino. Prenotazione obbligatoria, entro il 15 febbraio, al numero 360-884207 (Giusi) o al 339-4948252 (Anna). Al momento della prenotazione è anche possibile chiedere l’alternativa con pasta al ragù invece della polenta per pranzare lo stesso in lieta compagnia anche se non si gradisce la rustica polenta di farina gialla.

La sezione soci di San Lazzaro da anni gestisce anche un negozio tutto speciale, “Le Ramazzine” di via Casanova 14, aperto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30, e il mercoledì e giovedì anche il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, dove trovare a prezzi d’occasione capi di abbigliamento, oggetti da arredamento, e articoli vari, nuovi o usati da acquistare per sé, per i propri familiari e per gli amici. Negozio ad alta solidarietà sociale gestito dalle stesse volontarie che il sabato mattina, quando non piove, e non nevica, aprono il loro banchetto in piazza Bracci in occasione del mercato settimanale.

Come scritto all’inizio il cancro è una brutta bestia ma se scoperto nelle fasi iniziali può essere sconfitto. Le sue varie, e molte, forme sono studiate da molti decenni ma sono una realtà piena di misteri quasi tutti ancora pienamente da svelare a cui il sanlazzarese Cesare Maltoni (1930-2001), scienziato di fama mondiale, aveva dedicato la sua vita. Una vita di oncologo nella sanità ospedaliera, nelle ricerche scientifiche di laboratorio sulle cause, sui prodotti cancerogeni, sulle onde elettromagnetiche, sulle radiazioni, sulle malattie professionali e ambientali. Un impegno professionale, e umano, culminato con la fondazione del centro di ricerche nel castello di Bentivoglio, di hospice per l’assistenza ai malati terminali e, per la prevenzione, dell’Istituto Ramazzini, del poliambulatorio di via Libia a Bologna; quello di Ozzano fu aperto dopo la sua scomparsa. “Polenta con noi” sarà quindi un fare onore alla sua memoria dando un piccolo contributo all’Istituto Ramazzini e ai suoi poliambulatori.

Giancarlo Fabbri

Alla Fornace l’arte di Abra fatta … col fuoco

Nel collage Abra Degli Esposti con alcune delle sue opere

Pianoro

Dopo anni la Loggia della Fornace, in via Ligabue a Rastignano, riapre i suoi spazi per una interessante mostra a ingresso libero di singolari opere scultoree metalliche fatte con il fuoco. Un evento che si svolge, col patrocinio del Comune di Pianoro, nell’ambito di Art City Bologna e presente nel sito ufficiale di Arte Fiera 2023.

L’artista Abra Degli Esposti realizza, infatti, con saldatrici elettriche, cannelli ossiacetilenici e fuoco vivo opere d’arte che hanno ottenuto apprezzamento in ogni esposizione. Lavori che dal 27 gennaio sono in mostra, fino al 12 febbraio, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30, dal mercoledì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30. Sabato 4 febbraio per Art City White Night, alle 21 e alle 22, e nelle domeniche 5 e 12 febbraio alle 12, 16, e 18 ci saranno anche delle meditazioni vibrazionali.

Abra è anche cofondatrice e presidente dell’associazione riBellArti, che propone progetti che uniscono arte, impegno sociale ed ecologia. Come le performance “Sculture Sonore” con musicisti e compositori; Abra è una scultrice italiana, nata nel 1976 a Bologna, laureatasi con lode Maestra di Scultura, all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dopo la laurea lavora per scenografie e inizia quello scultoreo con ferro e acciaio di recupero e l’inseparabile saldatrice.

Nel 2007 il trasferimento sulla collina emiliana, il ritiro dalla vita mondana, aprendo un periodo di ricerca artistica e spirituale. Seguirà un periodo di due anni di vita in una comunità con maestro indiano nell’esigenza di attraversare la pratica yogica, per poi tornare alla vita in collina dove tutt’ora vive e lavora forgiando le opere con le fiamme. Nell’ultima mostra nel gennaio 2021 è vincitrice del Premio Bologna Expo promosso dalla Galleria Wikiarte.

Giancarlo Fabbri

I Sorbi in foto non sono gemelli …

I Sorbi in foto non sono gemelli, le foto sono simili, non uguali, ma è la stessa persona. Conosco Sorbi da trent’anni e quando ho letto sul Carlino di Bologna, oggi 27 gennaio 2023, il nome Marcello sia nella dida sia nel testo mi sono detto … Marcello chi ??? Aprendo poi il voluminoso allegato Bologna Top Quality ho trovato un pezzo che lo riguardava con il giusto nome che è Mauro. E dire che Sorbi per decenni è comparso sulle pagine del Carlino Bologna sia nel corso della sua passata intensa attività politica sia, soprattutto, nelle sue attuali vesti di presidente dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale. Spesso anche due volte la settimana sui temi dell’incidentalità, velocità, tasso alcolemico, droga e distrazione del conducente data dai telefonini.

E dato che mi era caduto l’occhio su un incidente stradale mortale il termine ragazzo mi sembra non appropriato, e dato che si legge spesso di ragazzi di 45 anni, mi sembra che le definizioni corrette siano: neonato (fino a 28 giorni di vita), lattante (dalle quattro settimane all’anno di vita), bimbo (da uno ai sei anni di età), ragazzo (dai sei anni alla pubertà), adolescente (dai 10-11 ai 16-17 anni), giovane (dai 18 fino ai 35 anni), adulto (36-65 anni), anziano (oltre 65 anni di età; vecchio sembra offensivo). O mi sbaglio?

Giancarlo Fabbri

All’Arci “Polenta con noi” per vincere il cancro

Nell’immagine un collage dell’edizione scorsa della polentata e un ricordo di Cesare Maltoni

San Lazzaro (Bologna)

Il cancro nelle sue varie forme è una brutta bestia, e non è un modo di dire. Per dare un concreto contributo alla prevenzione dei tumori, alla ricerca scientifica e alla lotta contro il cancro è utile, almeno una volta l’anno, assaggiare la calda e saporita polenta cucinata dai volontari del circolo Arci di San Lazzaro. Un’iniziativa che si ripete da anni a cura dei soci della sezione sanlazzarese della coop sociale onlus Istituto Ramazzini. Sezione intitolata alla volontaria “Teresa Silvagni”, e presieduta da Paolo Nicoli, che ha già aperto le prenotazioni per una “Polenta con noi” che si terrà alle 12.30 di domenica 19 febbraio nella “Sala ‘77” dell’Arci di via Bellaria 7. Pranzo con offerta a 23 euro per gli adulti, a 10 per i bimbi dai 6 ai 10 anni di età, fino ai cinque anni non pagano, e a 22 euro per l’asporto dalle 12.30. Il ricavato delle offerte sarà destinato al sostegno delle attività del “Ramazzini”.

Il programma prevede dalle 12.30 l’antipasto seguito dalla polenta con ragù, costine, squacquerone e friggione, dessert, acqua e vino. Prenotazione obbligatoria, entro il 15 febbraio, al numero 360-884207 (Giusi) o al 339-4948252 (Anna). Al momento della prenotazione è anche possibile chiedere l’alternativa con pasta al ragù invece della polenta per pranzare lo stesso in lieta compagnia anche se non si gradisce la rustica polenta di farina gialla.

La sezione soci di San Lazzaro da anni gestisce anche un negozio tutto speciale, “Le Ramazzine” di via Casanova 14, aperto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30, e il mercoledì e giovedì anche il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, dove trovare a prezzi d’occasione capi di abbigliamento, oggetti da arredamento, e articoli vari, nuovi o usati da acquistare per sé, per i propri familiari e per gli amici. Negozio ad alta solidarietà sociale gestito dalle stesse volontarie che il sabato mattina, quando non piove, e non nevica, aprono il loro banchetto in piazza Bracci in occasione del mercato settimanale.

Come scritto all’inizio il cancro è una brutta bestia ma se scoperto nelle fasi iniziali può essere sconfitto. Le sue varie, e molte, forme sono studiate da molti decenni ma sono una realtà piena di misteri quasi tutti ancora pienamente da svelare a cui il sanlazzarese Cesare Maltoni (1930-2001), scienziato di fama mondiale, aveva dedicato la sua vita. Una vita di oncologo nella sanità ospedaliera, nelle ricerche scientifiche di laboratorio sulle cause, sui prodotti cancerogeni, sulle onde elettromagnetiche, sulle radiazioni, sulle malattie professionali e ambientali. Un impegno professionale, e umano, culminato con la fondazione del centro di ricerche nel castello di Bentivoglio, di hospice per l’assistenza ai malati terminali e, per la prevenzione, dell’Istituto Ramazzini, del poliambulatorio di via Libia a Bologna; quello di Ozzano fu aperto dopo la sua scomparsa. “Polenta con noi” sarà quindi un fare onore alla sua memoria dando un piccolo contributo all’Istituto Ramazzini e ai suoi poliambulatori.

Giancarlo Fabbri

Già disponibile il numero 133 di “Un’Idea di Appennino”

Città metropolitana bolognese

Con tanti auguri di Buone Feste il numero 133, dicembre 2022, del periodico “Un’Idea di Appennino” è già stato distribuito, gratuitamente come sempre, in bar, ristoranti, edicole e negozi nel territorio della Città metropolitana bolognese a sud della via Emilia. Il mensile, diretto da Bruno Di Bernardo, è anche scaricabile, gratis, dal sito web hemingwayeditore.wordpress.com.

In questo numero del vostro cronista potete leggere, su Ozzano delle iniziative già attuate a ricordare l’indimenticabile maestro di musica Giovanni Capitanio fondatore del Gruppo Musicale di Ozzano. Su Pianoro del programma delle iniziative natalizie e di fine anno e della presentazione dei cantieri per il completamento del cosiddetto Nodo di Rastignano entro (si spera) il 2024. E su San Lazzaro dei distributori di acqua in tutte le scuole, evitando le bottigliette di plastica, e del conferimento del Premio Ramazzini al ricercatore Morando Soffritti.

Altri articoli a cura del direttore Bruno Di Bernardo, e dei colleghi Filippo Batisti, Sarah Buono, Valentina Capelli, Roberta Cristofori, Luigi Spezia e Lucia Tradii, sono relativi a inchieste e cronache da: Alto Reno Terme, Camugnano, Casalecchio, Castiglione dei Pepoli, Grizzana, Loiano, Marzabotto, Monghidoro, Monterenzio, Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val Sambro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato, Zola Predosa, oltre che dalla Città metropolitana di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna. Per la redazione: 0534.667927; per inserzioni pubblicitarie: 339-4233609.

Molto interessante per i territori della nostra montagna, e non solo per i bolognesi di città, l’intervista di Luigi Spezia all’ingegner Giovanni Salizzoni che a suo tempo fu il principale promotore del Passante Sud che dice: «ostacolato per motivi ideologici, politici e non tecnici». L’articolo è pubblicato in prima pagina, con proseguo all’interno così come l’articolo di Sarah Buono con le dichiarazioni dei sindaci sulla Bretella Reno-Setta e sulla Porrettana veloce opere richieste da tempo.

Nello stesso numero c’è il regolamento del concorso dedicato a “Il Borgo Ideale” per foto e racconti brevi promosso dalla Hemingway Editore che gode del sostegno della Banca di Credito Cooperativo Felsinea. Un contest che dal 22 dicembre 2022 prosegue, fino al 31 marzo 2023 con tre premi in denaro da 100 euro ciascuno, la pubblicazione di testi e foto vincenti e segnalati sul mensile e la premiazione pubblica che si terrà nell’aprine 2023. Un’occasione per far conoscere e valorizzare adeguatamente il nostro Appennino.

Giancarlo Fabbri

La storia del Nodo nel nuovo libro di Giancarlo Fabbri 

Pianoro (Bologna)

Con la speranza di poter scrivere anche la parola “fine” nella lunga storia del Nodo di Rastignano, completamento (forse) nel 2024 chi qui scrive nel suo ultimo libro, a titolo Pianoro tra storia e memoria, ha voluto riassumere oltre quarant’anni fino all’avvio del secondo lotto. Tanto per dare l’idea di conflitti tra enti e istituzioni, incompetenze di politici e tecnici, errori e burocrazie che hanno ostacolato l’opera. Poi ricordare il fallimento del Ribaltamento di Rastignano che ha creato una bella piazza deserta attorniata da centinaia di nuove residenze vero interesse dei costruttori. Dei negozi e delle promesse attività di servizio (banca, poste, eccetera) sono rimaste il Conad City, la casa di riposo, la biblioteca e l’asilo privato. Quello che doveva essere il “nuovo centro di Rastignano” è un deserto dormitorio.

Tra i tanti argomenti trattati lo scomparso eden naturale del laghetto del Castello, il Museo dei Botroidi di Fantini al Monte delle Formiche che pochi conoscono, il ponte del Paleotto che non sarà mai più come prima, le fontane che non danno sempre acqua, il teatro con la storia de Il Piccolissimo, la cultura e la stampa per finire col cinema per la prossima apertura dello Star City Cinemas di Sesto. Poi i personaggi con Angiolino Fabbri, don Orfeo Facchini, Umberto Fusini, Stefano Galli, Antonio Martelli, Eliana Nerozzi, Arcido Parisi, Francesco Persiani, Adriano Simoncini, Roberto Vitali e William Vivarelli. Infine i Vip con Luca Cordero di Montezemolo, Paolo Fresu, Franco Grillini, Maurizio Marchesini, Alberto Monti, Emanuela Pierantozzi, Franco Piro, Gianni Raimondi, Diana Sabbi e Simonetta Saliera.

Il libro Pianoro tra storia e memoria, un volume di 244 pagine, e altrettante foto è da qualche settimana nelle edicole di Carteria, Pian di Macina, Pianoro e Rastignano. Volume che è stato presentato con successo lo scorso 6 novembre, nel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, con il sindaco di Pianoro Franca Filippini, che ne ha scritto la prefazione, e il direttore de L’Idea Gianluigi Pagani. Il libro Pianoro tra storia e memoria nasce dall’idea di proporre a pianoresi, e non solo, pagine di storia e cronaca locale mai trattate nei libri pubblicati da altri autori. E dal patrimonio archivistico e fotografico raccolto in oltre trent’anni di attività giornalistica, per dare ai lettori nuove prospettive di conoscenza del territorio in cui vivono.

Giornalisticamente nato sulle pagine de il Punto, dopo una vita in fabbrica, chi scrive dopo la pensione, ha collaborato per 15 anni con il Resto del Carlino, poi con i quotidiani Il Domani e L’Informazione legati a La Stampa di Torino. Trovando anche il tempo per scrivere su vari periodici locali e sul semestrale Savena Setta Sambro storie che riguardavano più il pianorese di un tempo che di oggi. Testi raccolti nel volume su Pianoro Acqua passata (2018) al quale ne sono seguiti tre dedicati a San Lazzaro: La Croara e i suoi gessi (2019, esaurito), Gente di San Lazzaro (2020) e Farneto e dintorni (2021); e oggi Pianoro tra storia e memoria dedicato al territorio dove vive. Un’idea per i vostri regali natalizi a chi ama la cultura e la storia locale.

Giancarlo Fabbri

Nel libro di Benni la Giben metafora di storia pianorese e non solo

Pianoro (Bologna)

La sala eventi del bel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando 2 a Pianoro, alle 17 di domenica 4 dicembre ospita la presentazione del nuovo libro di Dino Benni “dalla c@rt@ c@rbone a internet”. Con la partecipazione del sindaco Franca Filippini l’autore sarà intervistato dal direttore de L’Idea Gianluigi Pagani. L’ingresso è libero con al termine firmacopie e buffet. Dino Benni ha pubblicato nel 2013 “Il borgo e i suoi abitanti – Pian di Macina dal 1953 al 1975” e nel 2015 “I Benni. Cento anni – Due valli – Una famiglia”.

Nel nuovo libro un testo ben documentato che racconta cinquant’anni di vita lavorativa e professionale dell’autore all’interno della Giben ma non solo. Un libro che ferma sulla carta un periodo di tempo che scorrendo come un fiume, a volte lento e altre tumultuoso, trasporta nelle pagine più di una storia: la sua personale, quella dell’azienda, di Pianoro, della tecnologia, dei trasporti e della comunicazione.

Con la Giben puntuale metafora di centinaia di altre aziende che oltre cinquant’anni erano sorte a Pianoro sull’onda tumultuosa del boom economico per poi scomparire soppiantate dal progresso tecnologico, dall’incapacità dei successori, dal trasferimento in altre città o nazioni o dall’uscita dal mercato di quelle produzioni. Tanto per far qualche nome: Brams Bagnoli, Domus Nostra, Gris 2000, Harris Europa, Ibbr Clara, La Spagna, Landy Freres, Naarden Leepen, Sebac, Simoncini, Som Sulpizzi, Rhibo, eccetera. Una Pianoro che oggi gode della fortuna importata da Antonio Martelli (1913-1966) del comparto del packaging che ha compensato la scomparsa di aziende e che è tutt’ora in sviluppo grazie a Marchesini Group, Romaco (cinese) e tante altre.

Un volume, che contiene più storie, raccontate per oggi e per i posteri quella della Pianoro del dopoguerra benedetta dal boom economico, quella che dà il titolo al volume, poi dalla bicicletta al Suv, dalla macchina per scrivere meccanica al computer, dal toupie al centro di lavoro. Senza dubbio Dino Benni nella sua vita e attività lavorativa ha tenuto un diario quasi giornaliero. Sembra altrimenti impossibile che si sia ricordato nomi e cognomi di tante persone e date di tanti eventi.

Si dice che il fiume del tempo non risale mai all’origine, che il tempo è il bene più prezioso che ci sia perché quello perso o sprecato non potrai mai recuperarlo. Vero, verissimo, ma con questo nuovo libro Benni il tempo l’ha fermato e possiamo riprenderlo in mano risalendo nei fatti che hanno visto nascita, declino e scomparsa di tante aziende come avvenne per la “Gino Benuzzi”, nata nel 1947 a Bologna, poi “Giben” trasferitasi in Pian di Macina a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Un testo che piacerà a chi ama la storia di Pianoro.

Giancarlo Fabbri

Attori in scena per ridere con “Chiacchiere, giudizi e magia”

Noel collage la locandina e due foto di scena tratte dalla pagina Facebook della compagnia

Pianoro (Bologna)

Alle 21 di sabato 3 dicembre, nella sala del cineteatro parrocchiale di Rastignano, in largo Don Giorgio Serra 1, la compagnia teatrale “Il Piccolissimo di Rastignano” metterà in scena uno spettacolo di vari atti unici a titolo “Chiacchiere, giudizi e magia”, con la partecipazione di Gigi Pagani nelle vesti di presentatore. Per la finalità senza fini di lucro della rappresentazione teatrale l’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Pianoro. Per info  e prenotazioni: 333-1345833.

La compagnia teatrale “Il Piccolissimo di Rastignano” è un sodalizio culturale ormai storico nato nel 1975 all’ombra del campanile della chiesa di Rastignano dalla passione di Lino Cariani per il teatro. Già a Cento (Ferrara) Lino nei primi anni ‘50 si esercitava in scene comiche nel teatro parrocchiale. Passione che nel 1955, dopo il trasferimento a Rastignano, lo porta a seguire i corsi di recitazione dell’Antoniano di Bologna, e a fare la comparsa al Teatro comunale. Convincendo il parroco don Giorgio Serra riuscì a formare un gruppo di ragazzi che mettono in scena, in uno stanzone della canonica, spettacoli di cabaret. Da questo primo nucleo, con Emilio Persiani capocomico e regista, nasce la compagnia teatrale “Il Piccolissimo di Rastignano” mutuando il nome dall’ampiezza del locale. La prima commedia rappresentata fu “La zia di Carlo” di Thomas Brandon dove Cariani curò solo la regia. Poi le commedie in dialetto di Alfredo Testoni: in ordine cronologico, “El noster prossum”, “El fnester davanti” e “Aqua e ciacher”. Poi ci fermiamo qui perché la storia è lunga col “Piccolissimo” che dopo tanti anni ha finalmente un teatro più grande di un’aula di catechismo.

La storia della compagnia teatrale, con tante foto, è contenuta nel mio libro “Pianoro tra storia e memoria” attualmente in edicola a Pian di Macina, Pianoro, Rastignano e a Ponticella e Pulce a San Lazzaro.

Giancarlo Fabbri