Buon anno

No. Non sono impazzita a fare gli auguri , di nuovo, a febbraio.

Ho fatto una riflessione sugli auguri che ci si scambiano, ogni fine d’anno,  a S.Silvestro.

Ho giocato un po’ con le risposte possibili, un po’ amare e un po’ ironiche,  che non mi sono mai venute in mente al momento giusto.

Eccone alcune:

  • Sei sicuro\a?
  • Se lo dici tu….
  • Sicuramente da qualche parte lo è.
  • Ci metterei un punto di domanda, visto che non lo sappiamo ancora.
  • Rivediamoci il 31 dicembre, e poi ne parliamo.
  • Solo con garanzia ‘soddisfatti o rimborsati’.
  • Ce lo siamo detti anche l’anno scorso e hai visto com’è andata…
  • Sei un indovino?

 

…. e così via.

Diciamo che gli inizi non sono stati dei migliori.

Ma torneremo ad augurarci “buon anno” anche alla fine di questo.

Semplicità

A domande semplici

risposte semplici.

Il segreto per una vita felice?

Forse.

Ma è un segreto ben custodito.

Quanti possono dire di conoscerlo?

La semplicità non è prerogativa dell’essere umano.

Basta guardarsi in giro e vedere l’evidenza.

E pensare che tutto è partito

da un gesto semplice

come cogliere una mela.

(per chi ci crede)

Perchè non rendi poi quel che prometti allor…?

Non sono più capace di scrivere.

Ma nemmeno di leggere.

Triste dato di fatto.

Fatico a ricordare. 

Desidero poche cose.

Tra queste c’è proprio la capacità di ricordare ciò che leggo.

O vedo

O ascolto.

Anche comprendere è importante, certo.

Ma se ricordi, su quello ci puoi lavorare.

Invece sembra che tutto svanisca dalla mente.

So di non avere l’Alzheimer, che è ben altra cosa.

Vorrei far tesoro di cose che leggo, sento, vedo.

Ma tutto mi sfugge. Magari non tutto, ma molto.

Pochi stimoli? Forse. Ma l’attenzione è difficile da domare.

Scappa via, e si sa, non puoi raccogliere un albume con una forchetta.

C’è tanta conoscenza, anche nel passato.

Versi, frasi, contenuti, materiale umano.

Vorrei trattenere concetti importanti, di valore, arricchenti.

Ma svaniscono inesorabilmente.

Do la colpa all’età ma non so, onestamente, se il problema sia quello.

Ho perso molto di ciò che ho imparato, certo.

Poi ci sono concetti e significati che proprio non riesco a fissare.

La verità è, c’è da dire, che difficilmente qualcosa desta il mio interesse.

Mi sembra tutto così vano, insignificante, poco applicabile nella mia scarna quotidianità.

Ed ecco che torno a piangermi addosso.

Non so come uscire dal baratro della noia.

Provo fastidio verso chi sento parlare, dire cose che non mi interessano. 

E succede spesso.

Mi sento cattiva, egoista. Ma poi dico a me stessa:
“Se per provare interesse mi devo sforzare, che senso ha!?”

E poi penso che ho allontanato da me tutto ciò che in passato ho lottato per avere.

C’è rassegnazione.
Il pensiero è: che coltivo a fare gli interessi se poi non posso mettere nulla in pratica?

Ho finito per soffermarmi sugli ostacoli, invece che sul come fare per realizzare qualcosa.

Restano noia.

Solitudine.

Isolamento.

Ritiro.

Chissà se ne uscirò viva!

Tutta la luce che non vediamo

Liberi da…….

Poter fermare quella sensazione.

Il momento immediatamente successivo

alla fine di un cruccio, un dolore.

Potersi sentire per sempre così.

Quel sollievo, quella leggerezza.

Il peso se n’è andato, la guerra è finita

il problema ha avuto una soluzione.

Libertà da…….

Un secondo dopo.

Ecco….questo mi auguro, e auguro

per l’anno nuovo, a chi passera di qui.

Potersi sentire per sempre in quel modo.

 

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