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Messaggi di Novembre 2015
Opera di Massimo Pedrazzi
- Sei molto bravo a contare.
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Fabien Merélle Sa forse il ciliegio che dovrà rifiorire? Conosce il tempo necessario a che i germogli, lacerando la spessa corteccia, irromperanno nel tepore dell'aria che li attende? Valuta il momento opportuno oppure obbedisce all'impulso? Sa che troverà mani pronte a cogliere i suoi frutti? Ricorda i loro volti o li guarda senza mai riconoscerli? Si stanca, talvolta, di sopportare il vento e la pioggia oppure non sapendo la stanchezza non la prova? E se non la prova non conoscendola, è possibile che avverta comunque la fatica di non conoscerla? Sa forse il ciliegio di non essere il melo? Distingue il colore dei suoi fiori da quelli dell'altro? O forse non conoscendoli li sa soltanto fiori? Sa forse il ciliegio che noi siamo uomini? E di ciò che crediamo di sapere e di ciò che invece ignoriamo? E chi siamo noi per saperlo ciliegio senza sapere se esso sappia d'esserlo? Siamo noi forse di un ciliegio un innesto? Magari è già tardi per saperlo, o magari è solo troppo presto.
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Chiudo gli occhi più spesso, adesso.
Rifugi morbidi nei quali mi nascondo per non vedermi quando, vista dagli altri, non mi riconosco.
E sono la patina liquida che li avviluppa e che spesso cresce e fuoriesce e mi scalda.
Non ho paura e non c'è sofferenza alcuna. Solo tristezza a volte mi appanna la vista e mi mostra le cose a dismisura.
Per questo li chiudo più spesso. Per non scomparirci dentro.
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- Cosa pensi di me? - Penso di te.
- Sì, ma in che modo? - Nel modo in cui meriti di essere pensato.
- E come l'ho meritato? - Facendoti pensare.
- Altrimenti mi avresti ignorato? - Ignorare è qualcosa che non mi appartiene.
- Perché? - Perché pensare non lo prevede.
- Allora tu pensi sempre? - Sì.
- Ma non tutti i tuoi pensieri si assomigliano. - No.
- E il tuo pensare a me com'è? - Somiglia a te.
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