Kremuzio

Dato che mi sono ripromesso di scrivere un intervento al giorno, la mattina mi metto a pensare su quale argomento mi possa cimentare per sproloquiare un po’. La notizia trovata in rete è ghiotta: L’ente pubblico territoriale di Ravenna e provincia che gestisce le reti idriche, la ATO (da ricordare), ha deciso con una delibera che nella tariffa va inserito anche il costo della gestione delle fognature delle acque bianche (acque meteoriche): in pratica, il costo della pioggia. In più anche retroattiva, per cui tutta la pioggia caduta nei 3 anni precedenti: 3 milioni di euro da pagare. Bene, hanno istituito la tassa sulla pioggia! Naturalmente è iniziato uno scontro a suon di carte bollate tra cittadini, associazioni dei consumatori e consiglio provinciale. C’è chi si schiera per il NO (quasi tutti) e chi per il SI, ovviamente quelli che vedranno le loro tasche gonfiarsi. Mi sembra di vedere un altro passo emblematico causato dalla privatizzazione delle acque contro il genere umano. E fa’ immaginare sempre più buio il futuro di noi poveri cittadini che saremo costretti a pagare ogni bisogno legittimo.

A prescindere che questa specie di tassazione creativa è quanto di più stupida, inutile ed antipatica ci possa essere (no, aspettiamo ancora a dire che sia la più stupida… ne seguiranno altre peggiori), è lampante quanto sia il primo passo verso la tassa sul respiro.

E’ facilmente dimostrabile: Abbiamo studiato tutti a scuola il famoso “ciclo dell’acqua”. Il sole scalda la terra, il mare i fiumi i laghi eccetera, e l’acqua che contengono evapora. Si trasforma in vapore acqueo. Questo vapore essendo più leggero dell’aria, sale sale e diventa una nuvoletta. La nuvoletta dopo un po’ si trasforma in pioggia per cause che all’Ato non possono interessare, e questa ci ricade addosso bagnando gli ombrelli e scivolandoci addosso sulle case, intasa gli scarichi pieni di foglie e viene riassorbita dal terreno nel caso migliore. In quello peggiore da’ tanto fastidio alle città, bagna le strade, causa gli incidenti, entra nei tombini e tramite il circuito fognario se ne rivà nei fiumi e poi nel mare.  E   così via, il ciclo ricomincia finché ci saranno il sole e l’acqua.

Va da sé che noi, respirando, emettiamo anidride carbonica e vapore acqueo, come possiamo vedere in una giornata fredda o alitando sopra un vetro. Da cui il nostro residuo respiratorio non fa altro che aumentare la consistenza della pioggia.

Oppure, azzardo, è una tassa futura sui motori ad idrogeno? Questi emettono proprio vapore acqueo che finalmente verrebbe considerato come inquinante, seppur finanziario…

Eppure un rimedio per risparmiare ci sarebbe. Considerando questo valore dell’acqua piovana, si potrebbe fare un calcolo statistico per capire quanta di quest’acqua spetterebbe pro-capite. Facciamo a spanne senza conoscere i dati esatti per la provincia di Ravenna… 1 litro a testa? Bene. Considerando anche che un individuo sano produca liquido corporale altrimenti detto urina per 1-2 litri, propongo che questo venga imbottigliato in contenitori in pet riciclabile e portato alla sede dell’azienda e della provincia. Magari oltre a risparmiare sulla bolletta, potrebbero pagare anche la differenza. Si consiglia anche quella attività ludica che si effettuava in caserma, denominata “gavettone di piscio”. Un gavettone è circa mezzo litro, quindi secondo la legge del taglione ne spetterebbero dai 3 ai 4 lanciati direttamente in testa ai rappresentanti.

E si risparmierebbe anche sulla gestione fognaria!