Kremuzio

La prima è una bomba vera e propria, la seconda è una flatulenza, sicuramente comparabili per il rumore e la puzza...
Ogni tanto accade che si ritrovino residuati bellici della seconda guerra mondiale, quando i liberatori americani, con i loro liberator (i bombardieri B24), liberavano i romani bombardandoli con sapienza. La bomba con una decina di chili di esplosivo giaceva là sotto terra da 65 anni, pronta a far vittime, a fare il suo dovere. Non entro nel merito, solo che al solito per procedere agli sminamenti, le procedure dei nostri giorni dicono che si debba liberare un'area di sicurezza di svariate centinaia di metri di raggio. E così capita che si debba sgomberare un ospedale, abitazioni, chiuse le strade, lo spazio aereo. E se questo potrebbe essere giustificato per una super-bomba, a volte lo stesso accade per bombe a mano, mine anticarro o altro, che potrebbero, al limite, fare danni in un'area di una decina di metri quadrati. Se poi si alzasse intorno ad esse una specie di muretto di sabbia, anche meno. Mi chiedo se le procedure di prudenza non siano state eccessive per una bomba relativamente piccola: il brillamento è stato poi effettuato di notte in una cava a 35 metri di profondità, dopo aver tolto le spolette esterna ed interna, per il trasporto. Tutti i pezzi grossi della politica romana erano presenti per complimentarsi con le forze impiegate. Se andassimo a calcolare i costi dell'operazione, è molto probabile che siano di milioni di volte superiore a quelli che avrebbe causato l'esplosione della stessa quando venne sganciata su quel pezzo di terreno incolto, tanti anni fa.

Il secondo pezzo riguarda la proposta di legge presentata dalla Carlucci, quella presentatrice con il viso sfigurato dalle operazioni "estetiche", riguardo i contenuti su internet. Secondo lei, per combattere la pedofilia (anche se nel documento pubblicato sul suo blog non ce n'è traccia) si dovrebbero firmare i documenti come foto, filmati o altro, in qualunque passo si faccia online. Una certificazione che abbia come punto di riferimento il diritto d'autore, pena il coinvolgimento di responsabilità dei provider. Ovvero se scrivo qualcosa copiata su questo blog, ci va a rimettere Libero se non si potrà risalire al sottoscritto. Peccato che la rete non abbia ancora i mezzi per farlo, per cui si ritiene sia solamente una propaganda con il fine di criminalizzare quelli che mettono online nelle piattaforme P2P filmati coperti da copyright. Non a caso, andando a verificare le proprietà del documento messo online dalla onorevole presentatrice, si scopre che questo è stato scritto, non da lei, ma da Davide Rossi di Univideo (Unione italiana editoria audiovisiva). Che strano vero? ...