Kremuzio

No, non “Inseminator”: non ho di queste velleità. Il soprannome mi deriva da una delle piccole manie che mi costellano la vita. Come esempio, quando vado in vacanza in terre vicine o lontane, se trovo semi in terra o direttamente dalle piante, li intasco nel mio marsupio e li porto via.

Poi una volta arrivato a casa, tutti i semi mischiati tra di loro, li divido per forma ed una parte di essi, per ogni specie, li pianto in vasetti che inizio a curare amorevolmente. Figuratevi quando vado a visitare orti botanici, quale ricchezza di varietà e forme mi affardello per la piantagione successiva. Un po’ Giovannino Semedimela, laddove il territorio da seminare è il mio terrazzo lungo e stretto.

E che gioia quando quei semini germogliano e mostrano timidamente le prime foglioline che diventano verdi e si allungano e cominciano a diventare sempre più grandi e numerose.

Ci sono anche i semoni, quelli che tirano fuori le radici dopo mesi e mesi di immersione in acqua, ma poi la piantina robusta e gagliarda ti ripaga dell’attesa. La sera accendo la luce sul terrazzo e controllo tutti i vasetti, annaffiandoli con perspicacia, per vedere se ci sono variazioni di forma o se le creaturine crescono belle dritte, e nel caso contrario rigiro il vaso per offrire altre posizioni alla luce solare che le farebbe crescere curve. Il laboratorio riproduttivo non è altro che uno scaffale in plastica dove mischio cincischio ordino e dispongo i semi ordinatamente sottopoco millimetri di terra e compost, che si crea lentamente con alcuni scarti alimentari prescelti.

Quest’anno mi sono portato via semi di fiori strani trovati lungo le strade, e di alberelli robusti. Non ricordo i nomi, e neanche me ne importa troppo, visto che “è dai frutti che si riconoscono i semi” sono pazientemente in attesa che dalla forma delle foglie possa dare un nome alla pianta misteriosa. Che siano margherite crisantemi trifidi o una rara pianta di meryllis perfurantis maculati (non la conoscete? Ci credo, me la sono inventata adesso, ma sono sicuro che le sue foglie siano bellissime). Ma di una specie sto con fatica cercando di riprodurre il fantastico profumo delle foglie. Un fico… Con i fichi secchi non mi è riuscito, ma ho trovato alcuni piccoli fichi appassiti su una specie di pianta robustissima cresciuta sulla spiaggia tra sassi e che mi fa pensare che sia altamente forte e riproduttiva. Controllo un paio di volte al giorno che cresca qualcosa, ma ancora niente, in due settimane… Vi terrò informati… Che mi da’ un fastidio vedere un sacco di piante di fichi dappertutto tranne che sul mio balcone. In ultimo ci sono i semi sputacchiati, come il cocomero che spargo sulla spiaggia davanti la casa al mare. Una volta sola da questi neri semini bacarozziformi è pure spuntato un cocomerino che qualcuno si è poi fregato, e spero gli sia venuta la dissenteria. Ho anche un vasetto pieno di semi di uva che miro accuratamente con un rumore intonato all’umore del momento, ma sono più quelli che cadono fuori che quelli che ejetto precisamente. Ora si stanno seccando al sole, poi passerò alla fase annaffiatoria. Mi piacerebbe anche un bell’alberello di banana oltre all’avocado doppio che mi sta crescendo.

I datteri che pianto a Natale crescono bene, basta tenerli al sole forte. Si, mi diverto anche con le talee, ma è troppo facile così. Mi sembra come di usare una scatola di montaggio, ma volete mettere un piccolo semino che pian piano diventa un albero? Che soddisfazione… se solo arrivasse a quel punto e non mi sbagliassi ad innaffiare, l’intensità dell’insolazione o il concime, come accade quasi sempre… Ma che volete farci, chi ha mai detto che sono una persona precisa?