Kremuzio

Ogni tanto, alcuni ricercatori scientifici rispolverano il mito della pennichella, sanissimo intrattenimento del dopo pasto. Consigliano di fare un riposino durante la pausa lavorativa per poi lavorare meglio. Ed auspicano che i datori mettano a disposizione strutture dormitorie per la bisogna. Ma quello che al giorno d’oggi è un lusso aspramente ricercato e desiderato, quando ero bambino mi risultava un vero e proprio oltraggio alla mia voglia di vivere.

Non è che mi veniva imposta durante i lunghi pomeriggi invernali, quelli in cui dovevi studiare, fare i compiti, annoiarti… No! Mi veniva indicata come unica cosa da fare dopo i pranzi durante le vacanze, proprio quando mi andava di digerire giocando con una palla o a pingpong, o quando volevi andare ad unirti alle bande di amichetti che non erano costretti a “riposare”. Ho capito ben più tardi quanto per gli adulti fosse bello ed importante e rigenerante farsi una bella seppur breve dormita. Venivo costretto quasi con violenza, rinchiuso nella grande camera fredda che dava sulla spiaggia. Dal di fuori veniva il rumore del mare e sul soffitto non so per quali rimbalzi, vedevo i riflessi del sole sulle onde, e quelle sottili linee ondulate ed ondulanti disegnavano ellissi e sinusoidi come le figure di Lissajous sull’oscilloscopio. Andavano a ritmo, ben sincronizzate col rumore del mare, tra una parola lontana ed un dialogo ad alta voce, ed un mangianastri che suonava un disco di Gianni Morandi o di Celentano. Fantastici anni ’60, quando non volevo dormire.

E sentivo anche il vociare degli amici, liberi, che sulla spiaggia stavano giocando a pallone. E maledizione, io lì al fresco che portavo la sabbia nel letto che mi scartavetrava. Magari avevo ancora il costume umido, anch’esso dotato di sabbia interna. A volte le fettuccine al ragù con un casino di burro che faceva mia nonna facevano i loro porco effetto. Magari le cucinavano apposta per farmi addormentare e 35 anni dopo mi provocavano i calcoli nella colecisti. Tutto per farmi dormire il pomeriggio. Ed allora malvolentieri mi addormentavo, e come precursore delle pennichelle future, prendevo gusto a dormire, calcolando anche che facevo bei sogni, che purtroppo adesso non ricordo, e mi risvegliavo intontito verso le 17, con un mal di testa che mi si portava via dal dolore. Emicranie che mi trascinavo dietro nei pomeriggi e che ahimè mi impedivano di colpire il pallone di testa per evitare rimbombi e rimbambimenti che dovevano durarmi fino al giorno dopo anche dopo aver preso inutili pasticche di Cibalgina.  Questo poi ho capito perché… perché mio padre senza pennichella non sapeva stare, e dato che io ero una delle fonti maggiori di rumori nel raggio di 200 metri, dovevo essere messo a tacere.

Mio padre e la pennichella erano un tuttuno. Veniva apposta a mangiare a casa quando non c’era traffico, proprio per rintanarsi una mezzora a letto. Poi quando il traffico non era più sopportabile, si chiudeva dentro il negozio durante l’orario della chiusura e si addormentava su di una comodissima sedia a sdraio con il giornale aperto sulla faccia. E iniziava a russare dopo 1 minuto. Al mare invece si era comprato una scomodissima amaca che metteva all’ombra, dove faceva veramente freddo anche a Ferragosto, e così appeso si copriva interamente con una copertina per evitare i disturbi delle mosche. E come alla corte del Marchese del Grillo, non appena iniziava a russare si doveva star zitti.

Ed oggi mi vengono a dire che si farebbe bene a fare brevi sonnellini durante la pausa di lavoro, che cervelloni… Ma dove? Ogni tanto provo a buttarmi in terra in laboratorio, o in aule vuote, o sul cartone in biblioteca, ma prima o poi suonerà il telefono in un orario in cui nessuno dovrebbe osare chiamarmi, e mi rovina il tentativo.

E mi rimane il sabato, visto che la domenica si deve prendere il sole… Ma di sabato ci sono i testimoni di Geova e quelli che devono mettere la pubblicità in cassetta, che il diavolo se li porti! E il citofono suona, ed il telefono squilla per avvertirmi che ci sono buone opportunità di sconti sui surgelati nella mia zona, al che rispondo che possono prendere tutto il congelatore ed infilarselo dove fa caldo.

Ahhh la pennichella, ci volevano proprio i ricercatori per riscoprirla…