Kremuzio

Qualità: dovrebbe essere una bella parola, ma ci sono delle accezioni che te la fanno odiare. C’era quel bel libro uscito qualche anno fa. “lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” che ne parlava esaurientemente. E ognuno di noi ha chiaro in mente il significato o una rappresentazione di quello che per noi sia la qualità.

Purtroppo il significato cambia a seconda degli ambienti. Metti il lavoro d’ufficio, per esempio. Non è che col fatto della qualità uno lavori meglio. Ad esempio, sta più comodo, sta in pace con i colleghi ed i superiori, e tutto si tramuta in un migliore lavoro, principalmente più soddisfacente. Neanche per sogno. Abbiamo un responsabile della qualità. Brava persona, non c’è che dire, che però deve sottostare alle regole della certificazione. Chi ci è passato sa di cosa sto parlando. Una volta si chiamava burocrazia, ma quella stupida che più stupida non si può. Vi faccio un esempio: Se sono in giro per l’ufficio ed un collega mi incontra per un intervento urgente, una volta mi soffermavo e risolvevo il problema. Ma ora c’è la qualità. Devo dire di no. Mandami un'email, e poi quando l’ho letta, la stampo e la sottopongo al mio diretto superiore che deve stabilire se quell’intevento va fatto, e quando, perché come in un pronto soccorso esiste un triage in funzione dell’importanza del lavoratore. Se c’è da controllare che sia attaccata la spina del pc di uno dei capi bisogna scattare, se va a fuoco il monitor di uno degli ultimi arrivati, aspetta. Una volta deciso dove andare, si deve riempire un modulo con la data d’inizio dell’intervento. Poi si va. Quando si torna si riscrive il modulo con la data d’arrivo e si allega alla mail della richiesta. Morale della favola, quando prima ci si impiegava pochi minuti per risolvere il danno, e si facevano molti interenti in un minimo spazio di tempo, ora i tempi si sono allungati mostruosamente, e siamo tutti più scontenti. Ma la qualità è salva.