Kremuzio

Mi piacerebbe acquistare un appezzamento di “terra” sulla Luna, se avessi soldi da buttare, ma forse sarebbe meglio un bel pezzetto del Colosseo o della fontana di Trevi, per rimanere sul classico. Ma non mi stupisco che qualcuno abbia investito (nel senso di esserci montato sopra con un tir) qualche migliaio di dollari in questo progetto. Ieri ne ha parlato il telegiornale, ma non c’è niente di nuovo se non il fatto che quei tre acri (poco più di un ettaro) a circa 300mila chilometri da qua, siano stati acquistati da un doppiatore italiano che li ha battezzati come il suo paese di nascita: Pignataro, quello della banda omonima che suonava il Parsifalle alla festa di S.Gennaro dove si fumarono Zazà? Dicono sia un investimento, che il prezzo, tramite amministratori e consiglieri comunali accondiscendenti che porteranno le fogne ed i servizi, è destinato a lievitare.

Ma chi è il venditore? Certo Francis Williams, inglese, un nome una garanzia, che ha deciso un bel giorno di dichiararsi ambasciatore lunare, o meglio “celestial ambassador to Britain”. Nel 1980 scovarono un buco legale nel trattato “outer space treaty” del 1967 che avrebbe dovuto regolarizzare le mire espansionistiche delle nazioni al di fuori del globo terracqueo. Non c’era infatti scritto che singole persone non potessero impadronirsene. Così un certo Dennis Hope inviò una dichiarazione di possesso al governo degli Stati Uniti ed all’Onu. Invece di farsi una risata, pare che gli uffici legali non poterono controbattere l'autocertificazione. Poi i coniugi Williams acquistarono un lotto da Hope e cominciarono a rivenderlo in piccoli appezzamenti con un 20% di guadagno. Tra merchandising ed altro, fecero una fortuna. E continuano a farla contando sulle persone che hanno qualche soldo da buttare.

O, lo ammetto, se avessi anch’io soldi da buttare, un mezzo ettaro da coltivare a spurilli lo comprerei pure. Mi costruirei una bella casetta sotterranea giusto per pararmi un po’ dai raggi cosmici, poi un bel sistema estrattivo di helium3 giusto per mandare avanti il decespugliatore ed un bel pozzo per tirar su il ghiaccio secco o grasso che sia, per aria ed acqua da rigenerare. Ma oltre agli spurilli cosa piantare? Potrei optare per i treloni succosi o alberi di sorpista mugo o anche un po’ di munaci e sartrofi che crescono bene nei climi aridi.

Ma ci sarebbe un problema di costi per gli spostamenti. Non cratere-cratere che ci si arriva speditamente anche nei fine settimana col bollino nero. Calcolate che essendo la gravità un sesto di quella terrestre, non si consumerebbe molto, neanche di pneumatici. Ma andare fin lassù ancora oggi costicchia un po’. Tanto vale, una volta arrivati, rimanerci fino al prossimo grande rientro. In razzo-stop, ovviamente. Secondo i grandi vati della fantascienza, nel 2010 avremmo dovuto avere grandi colonie abitate in mezzo al mare della tranquillità, ma a causa dell’obbligo che abbiamo istituzionalmente di impiegare i soldi sul ostro pianeta per le guerre e le escort, capite bene che i fondi sono esauriti. Aspetteremo allora i privati che si organizzino per un abbassamento dei costi di spedizione? O un forte impegno dei pubblicitari per vendere spazi visibili coi chiari di Luna? I vettori già li hanno sponsorizzati. Ricordo grandi logo di quello schifo di pizza-hut su un Proton, e prossimamente riempiranno gli spazi vuoti dei prossimi lanciatori lunari. Ma c’è da aspettare ancora molto, almeno una decina di anni per il prossimo saltino sulla regolite lunare, e figuriamoci quando la colonizzazione inizierà… Sì, decisamente meglio comprare un mattoncino del Colosseo, se non altro posso andare a controllarlo andandoci a piedi.