Kremuzio

Sarà il fresco, o il sonno profondo in cui mi adagio come se fossi un giusto, o il fatto che sto invecchiando, ma stamattina non avevo ben chiare le idee su cosa scrivere sul blog. Però mi sono obbligato a scrivere tutte le mattine, o quasi, ed avevo accantonate un paio di idee da buttare su carta elettronica. Stavo quindi rimuginando come inanellare dei paragrafi a tema con quello che mi era venuto in mente, quando ad un semaforo su di un ponte, ascolto uno di quei gracchiare da ricetrasmettitori comunali. Avete presente quel piripiripì seguito da una voce che sembra inanimata come quella dei radiotaxi? Quando sento quelle note iniziali che sono lo sblocco del ponte ripetitore, le orecchie mi si appizzano per ascoltare notizie fresche su qualche incidente in zona. Non che abbia capito un granché a parte la parola “ambasciata”, ma non mi è venuta in mente alcuna paura su eventuali attentati con quelle lettere bomba, seppure il mio ufficio si trova sotto un’ambasciata di uno stato africano. Non credo che quelli che definiscono “anarchici insurrezionalisti” si mettano a spedire letterine a questi simpatici signori di colore. E non credo neanche che ci siano dietro gli anarchici, bensì i soliti che devono dare la colpa agli anarchici, altra turpe genìa che non vede la televisione e per questo non è ipnotizzabile con grandi fratelli ed amici di Maria.

Ma questa è un’altra storia.

Invece butto l’occhio sul modello di ricetrasmittente, nera, grossa e pesante attaccata alla cintola di una vigilessa bionda tinta, capelli lunghi e silohuette appetibile, vestita ovviamente d’ordinanza e controllora della esatta sequenza di un semaforo. E vedo un pupazzetto di Hello Kitty attaccato all’antenna. Ninnolo fuori ordinanza che le costerà un cazziatone dai superiori comandanti o un vezzo giustificabile dalla serietà della divisa d’ordinanza così poco frivola e femminile?

A me ‘sto pupazzetto m’ha smosso dentro. Pensi che quando costoro ti compilano una bella multa, lo facciano con godimento intrinseco, cattiveria insita e bastardaggine dentro, che quando cominciano a scrivere sul blocchetto delle multe la loro aridità dissecchi la penna biro. Che quando ti dicono “mi dispiace ma ho già scritto il verbale” sotto sotto al posto del “mi dispiace” pensano invece “t’ho fregato…”.

E invece, col pupazzetto appeso, ai miei occhi tutta la categoria si è risollevata ad un rango tale di leggerezza più simile ad un formaggio magro che ad un gorgonzola fetido. Penso allora che sotto, la vigilessa seria, possa indossare una magliettina con gli orsetti, forse Winnie pooh, e Minni disegnata sulle culotte. Ed è già un passo avanti nelle mie visualizzazioni mattutine. Di solito immaginavo quell’arcigna vigilessa due ponti prima con guepiere nera, manette e frustino d’ordinanza. Col fischietto in bocca attenta al più piccolo sgarro e pronta a fartela pagare.

Ma ricordo anche di una volta in vacanza, in un paese costiero emiliano, io che mi perdo in una piazza e tiro giù il finestrino per rivolgermi ad una di queste severe ausiliatrici e punitrici del guidatore. Questa era una donna bellissima, procace, tipo film boccaccesco, che con quel sensuale camminare da pantera mi sorride ed avvicina. Gulp, mi sono sentito il Pierino di turno di fronte alla sexyvigilessa. Costei appoggia il suo corpo all’auto insinuando alcune parti sporgenti anteriori nel finestrino ed alla mia domanda risponde esaurientemente senza fretta. A quei tempi ero ancora abbastanza timido così da non avere quel coraggio di, che ne so, invitarla a prendere un’orzata o chiederle altre cose inventate sui due piedi, assolutamente inutili come previsioni del tempo o quanto sia la loro percentuale sulle multe. O anche schiantarmi sulle sue sporgenze come fossero airbag...

Aaah, il fascino della donna in divisa (con pupazzetto)!