Creato da: pa.oletta il 31/05/2010
ed è la vita che seduce...

Area personale

 

 

Lei ...

Passione d'infinito fascino
Anello a incastonar luce
Ode in onde d'orate
Leggiadra nel suo incedere
Alma a intarsiar amor...

Bogey

 

 

 

 
 

Ultime visite al Blog

Salnikov65Salva5050pa.olettavittorio.59a_solitary_manchiaracomeilsole1cassetta2surfinia60max2004200404il_parresiastaLa_mia_partefosco6carima68paoloxxxx6TheFineSunshine
 

a mio figlio - 12 marzo

Io li proteggo ancora
i ricordi che ho di te,
io ti proteggo ancora
e non importa dove sei tu,
io ti penso sempre.

 

 

 

Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.

         Ernest Hemingway

 
Citazioni nei Blog Amici: 160
 

Ultimi commenti

I miei Blog Amici

- gianor_1
- ste20092009
- silente_anima
- Buiosudime
- scrapmania
- GRANELLO DI PEPE
- TheNesT
- Quei Giorni - Sergio
- Latrabilioso
- the season of love
- Lacartadeltempo 11235813
- The_Last_Hurrah
- Rolling word
- visioni notturne
- Attesa
- La voce dei pensieri
- IL Vento corre
- Illusioni ottiche
- Kremuzio
- APPUNTI DI GIORNATA
- PAESAGGI DELLANIMA
- AYCELIN
- Xalex
- bolledisapone
- RACCONTI e OPINIONI
- pensieri
- Ame Phènix
- Club dei poeti
- notedamore
- antropoetico
- STULTICIA LOQUITUR*
- PensieriInVolo
- Pensieri di Diogene
- Yes...it was my way!
- LIVINGSTONE BORE
- MARCO PICCOLO
- ~ Anima in volo ~
- aropp to dico...
- Viaggio
- Sogni digitali
- Vertigini
- Luomo dei difetti
- Incursioni
- LA QUARTA SETTIMANA
- La mia Anima2
- Metanfore
- Missione a Parigi
- PAROLE
- Vaga_Mente...
- I gradini della Vita
- Colpo di grazia
- Be Reborn
- massimopiero
- Pensieridiuomo
- E già mattina
- Parolando
- homo sum
- Le Mie Emozioni...
- PLC1974S Web Diary
- WhatYourSoulSingsV2
- CastaDiva
- DJ680
- bloglibero
- Tutto sottosopra
- Angolo nascosto
- Donna, lavoro e casa
- Maculopatia
- Faccio pure Questo
- WORDU
- Una stella cadente
- Larte di Jakowski
- Serpico
- LALTRA VERITA
- NASTOUGHKED
- il cielo così grave
- Parole...
- _IYYYI_
- Kiss Nino
- JAMBOREE
- FOSCO
- guitar.man.due
- rock show
- Oceano
- Under the Moon
- LoSpecchioNero
- RISPETTIAMOLI
- LA GRANDE BELLEZZA
- I colori del grigio
- INFINITY
- per...
- stella cometa
- Fletcher
- progettosolskjeriano
- Fermata a richiesta
- Da zer0 a me
- Cappellaio Matto
 

Contatta l'autore

Nickname: pa.oletta
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 59
Prov: MI
 

Messaggi di Aprile 2015

 

Lingua e pennello

Post n°309 pubblicato il 28 Aprile 2015 da pa.oletta
 

 

 

 

Lei sta pensando alla sua lingua su di lui ma non la pensa come la lingua di un rettile che scivola fuori saettando velocemente.

La pensa come a una penna. Si, come a una penna.

Scrive e traccia con inchiostro di saliva i suoi brividi sulla pelle. E’ testarda questa penna, perché esplora, scivola leggera, magari inciampa in una piega.

Poi, riprende il suo alfabeto che solo lui e lei, in quel momento, conoscono.

Grafia segreta in cui ogni ricciolo, ogni asta, ogni curva è in grado di regalare un’emozione. Sintassi lenta, sussurrata, primitiva, sprovvista di una grammatica eppure dotata di regole.

 

 

Lui sta pensando invece che la sua lingua può diventare un pennello, dalle setole morbide.

Disegna all’interno delle gambe di lei l’opera di un artista cieco che si muove sicuro ma leggero seguendo l’istinto e l’odore.

Riconosce la sua fragranza, la segue, la cerca, l’assaggia e, con quello, ricaricato il pennello di un nuovo colore, ancora dipinge, imprimendo tratti sempre più marcati sulla tela, formando un quadro che solo poco alla volta svela il suo disegno.

 

 

La lingua è il filo che Arianna dona al suo Teseo.

Lo guida nel labirinto di un corpo offerto ma non per questo accessibile e pronto. Teseo diventa l’eroe paziente di quel corpo e imprime sulla tela la sua firma per poi riavvolgerla con cura. 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Sogno

Post n°308 pubblicato il 24 Aprile 2015 da pa.oletta
 

 

 

La porta è aperta. Un fascio di luce illumina la stanza.

Entro senza bussare e lo trovo immerso nella lettura ma è il rumore della pellicola che rapisce il mio sguardo.

E’ il rumore che sbatte contro le bobine e riempie il silenzio della stanza.

Mi avvicino.

Il mistero di migliaia di singoli fotogrammi, capaci di una magia così semplice e inafferrabile.

The movie.

Il movimento.

Il movimento che cattura, che trasporta in mondi altri e possibili, che emoziona, che provoca, zittisce, assorbe.

Sono nella pancia della balena e lui è con me.

Mi è di fronte.

Ho il cuore da una parte e la testa dall'altra. Sdoppiata.

Si siede sul tavolo e parla.

Parla lento e guarda avanti, in basso.

Poi, alza gli occhi e incontra i miei.

Bevo ogni sua singola parola.

Poi, parlo io.

Ogni pensiero, ogni chiarimento deve arrivare dal di dentro perché deve uscire spontaneamente, senza forzature, senza aspettare che siano sempre gli eventi a darci le risposte.

Mi siedo anch'io. Siamo vicini.

Poi, a un tratto, articolo una domanda e mi serve una sua risposta.

C’è silenzio.

Lui ed io dentro la pancia della balena.

Mi prende le mani, mi avvicina a se e mentre lo ascolto mi accorgo che tutto sta scorrendo sullo stesso binario.

Ci siamo capiti. Ha capito.

Adesso stiamo parlando di un qualcosa di reale e di concreto.

E se n’è accorto anche lui.

E io ho voglia di baciarlo.

E lui ha voglia di baciare me.

 

 

E allora non c'è niente di male a lasciare che le cose seguano il loro corso, soffermandosi su quel che c'è e non su quel "ma, forse, chissà, un giorno”…

Perché io non sono perfetta.

Io sono perfettibile.

E lui questo lo sa.

E ci siamo baciati.

The movie on your lips

Bocche che s’incontrano.

Labbra che si aprono.

Lingue che si cercano.

Baci dove le parole non servono, non entrano e non escono.

Baci che se non stai attento ti rapiscono e ti portano via ...

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

In un mondo che ...

Post n°307 pubblicato il 22 Aprile 2015 da pa.oletta
 

 

 

La stiratura di una camicia inizia dalle parti più consistenti, cioè dal collo e dai polsini, almeno questo è ciò che ribadiva mia zia, stiratrice per molti anni.

Leggermente ancora umida, la camicia di seta, posta sull’asse da stiro era pronta per la sua piegatura. La punta del ferro a vapore toccò il collo, leggero e bagnato dall’appretto.

Camicia: “Ehi, dico a te,  non potresti essere più delicato? Rischi di bruciarmi, non sono mica come quelle di cotone io! Sono bella e delicata, devi fare attenzione e usare molta cura, altrimenti mi sciuperai".

Ferro: “Dolcezza, guarda che io sono uno che sa il fatto suo! Che ti credi?

Sei un po’ smorfiosa, lo sai vero? Comunque, non ti succederà niente, sono posizionato alla seta ed ho esperienza; oddio, certo, la distrazione può capitare anche a me e quando succede, bella mia, indietro non si torna e purtroppo, il danno è fatto.

Sappi però che ti bacerò il collo con delicatezza, non brucio tanto in questo momento! Vedrai come sarei bella, dopo, attaccata alla gruccia, sarai ammirata da chi ti indosserà e dagli altri che ti vedranno!”

 

La camicia rimase in assoluto silenzio, si lasciò passare la punta del ferro ovunque, le maniche aperte con i bottoni slacciati, il collo, le parti lunghe e morbide.

Lui aveva molta delicatezza ma anche fermezza e quando il vapore si ritirò la camicia era pronta per la gruccia.

Camicia: “Sei stato veramente bravo, mi compiaccio, credo di non essere mai stata in forma come adesso e sai che ti dico? In lavanderia non ci voglio andare più, oltretutto mi mettono quella odiosa etichetta con i punti di metallo, va a finire che qualche volta per toglierla mi faranno male”.

 

Ferro: “Ti devi fidare di me, è tanto che faccio questo lavoro.

Beh, a volte sai, se non mi curano, anch’io col calcare invecchio, ma sono molto efficiente. Quando vuoi, sono qui”.

E mentre la camicia veniva momentaneamente appesa con la gruccia ad un’anta dell’armadio perché si raffreddasse dal caldo del vapore, pensava: speriamo di essere indossata presto, mi piace molto quel ferro quando passa su e giù a togliermi le pieghe, chissà se anche con quelle di cotone usa la stessa delicatezza che usa con me.

 

 

 dal web - racconti e oltre

 

 

 

Nasce quasi una passione tra i due interlocutori che sono, come si dice comunemente, cose inanimate.

E cosa nasce invece tra due complicatissimi esseri umani che si dibattono tra fantasie e realtà quando s'incontrano o si scontrano?

Sfornano tortine di ricotta, da gustare con lo zucchero e cacao oppure se le sbattono in faccia al primo dissapore.

Perché questo racconto? Non c'è un perché , o forse si.

Perché questa canzone? Perché ha tanti perché ...

L’ho ascoltata alla radio poco fa e come sempre Battisti riesce a toccare le corde del mio cuore.

Il mio canto libero, un testo così bello e complesso da renderlo  dolce  nella sua apparente semplicità. L’utilizzo dei fiati dell’orchestra rasserenano l’anima e c’è magia, supremo esempio di ricchezza che fa degli strumenti soggetti.

 

Potremmo essere noi ...

 


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Porto a spasso i pensieri

Post n°306 pubblicato il 17 Aprile 2015 da pa.oletta
 

 

 

Esco e porto a spasso i pensieri evitando le vetrine e i tragitti piccolo borghesi di chi non vuole sentirsi sola.

Amo la solitudine ma non come abitudine.

Due decenni fa avevo tanti errori ancora da imparare, ero poco più che una bambina. A volte, sento di essere ancora una bambina.

Cos’è la vita? E' assenza, è presenza; dipende dal punto di vista.

Un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. E’ attesa, anche, a tratti più intensa.

L’autobus è rimasto fermo, ha bucato una gomma. Insomma, non è passato.

Mentre invano l'aspettavo ho alzato gli occhi al cielo per esclamare "eccheccaspita" e allora ho visto un aereo passare e lasciare una lunga scia bianca.

Un incanto che si compie ogni volta  bello quanto l’arcobaleno in arrivo dopo un temporale.

Cosa porta quell’aereo? Dove va? Chi c’è dentro?

La gioia dell'incognita.

Abbasso gli occhi e mi guardo. Due decenni fa i tacchi alti li portavo tutti i giorni, ora raramente. Ho scoperto che certi uomini s'imbarazzano a vederti alta nonostante amino i tacchi, le calze velate.

Ti credono sicura ma non si accorgono che dentro tremi.

Li rimetterò, prima o poi,  in questa terra che dondola così affascino il cielo e tutti i cieli negli occhi di chi passa e di chi sta fermo.

Camminare soli è un po’ come vagabondarsi dentro ignorando chi c’è fuori.

Inspirare ed espirare. Ascoltare quei respiri che richiedono fede alla vita perché sbagliare è facile.

Ho fede ma a volte dentro mi sento atea e forse nel mio intimo anche un po’ puttana.

Ci vuole coraggio a vivere la vita.

Tu uomo, devi avere la costanza e la tenacia di un passo di montagna.

Voglia e forza di raccogliere legna profumata di resina da ardere nel camino e dare vita ad un fuoco che illumini. Per leggerti dentro nella notte, per scaldare il tuo cuore e perché no, per scaldare il mio.

 

 

 

 

Ehi, come ti chiami?

Tu come mi chiameresti?

Così, con un occhiolino, con un gesto.

Ecco, quello è il mio nome: con un occhiolino, con un gesto.

E dimmi uomo, dimmi, i tacchi li posso indossare?

Si, se vuoi si, ma tanto non servono, ti porto in braccio io.

Oh ... grazie, se riesci a trattenere anche il peso che non si vede ma che ho ancora dentro, giuro ti do un bacio e mentre ti bacio ascolta questa musica e poi balla con me.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Tentazioni

Post n°305 pubblicato il 15 Aprile 2015 da pa.oletta
 
Tag: Vita

 

 

Il mio dito va alla bocca e la bocca si apre.

Il mio dito si posa sulla lingua e la lingua inumidisce il polpastrello.

La bocca si chiude.

Il polpastrello poi si appoggia sulla pagina e così, rende agile la lettura della rivista in questione.

Le lettere dell’alfabeto sono le regine di ricette prelibate, sono tortuosamente morbide, risalgono dalla carta stampata e si sdraiano sul mio dito, poi sulla lingua, poi in bocca, poi in gola, poi nello stomaco.

Sfiziosamente peccatrici fanno lievitare la ricetta di una crème brulée al caffè e cardamono o di una tarte-tatin di mele e salsa al calvados o di un biscuit al cioccolato e vin santo.

Sarà questa voglia di zucchero a velo impigliato tra le mie impronte digitali che risale alle mie papille gustative, finisce al cervello e ....manda a puttane le mie buone intenzioni.

 

Anche questa è ... primavera!

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

A cosa servono i baci se non si danno?

Post n°304 pubblicato il 10 Aprile 2015 da pa.oletta
 

 

 

In dote Le porto

foglioline di salvia

e di rosmarino

più mille poesie circa

più quello stralunato ritrattino

tutto qui?

no anche un fiore con dentro un'ape

un velo da sposa

più una goccia di miele

più una spina di rosa

tutto qui?

no anche il resto del mondo

più un cielo gentile

più i colori che vuole

più il doppio della metà

di tutto il mio cuore.

 

 Vivian Lamarque.

 

 

 

 

IL SIGNORE INTOCCABILE


Nei sogni baciabilissimo

intoccabile come un filo scoperto nella realtà

era quel signore.

Allora come fare?

Bastava confondere un poco sogno e realtà

cancellare con una bianca gomma

l'inutile linea di confine.

 

 

 

 LA SIGNORA DEI BACI

 

 Una signora voleva tanto dargli dei baci

 non dico tanti, anche solo sette otto (mila).

 

 Invece era proibito perciò non glieli dava.

 Se però non fosse stato proibito glieli avrebbe dati tutti

 dal primo all'ultimo.

 

A cosa servono i baci se non si danno?

 

 


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Spesso le cose si uccidono per paura di viverle...

Post n°303 pubblicato il 07 Aprile 2015 da pa.oletta
 
Tag: Vita

 

 

E così alla fine tutti tornano perché riemerge la nostalgia dell’inizio.

 

Tornano quando non ce n’è più bisogno, quando il sole di mezzogiorno ha ormai asciugato l’acqua sulla sabbia del mare, al tramonto.

Quando il vento, anziché bussare lieve, spacca i vetri, la notte.

Quando è inesorabilmente tardi.

Tornano un attimo dopo che ci si è abituati all’assenza, come la luce accesa alle sette del mattino, la felicità che va a giocare d’azzardo e perde tutto per strada.

Le persone dovresti amarle quando il loro cuore ne ha il desiderio e non quando conviene.

E se proprio non ce la fai, se non puoi ricambiare questo desiderio, se non le puoi amare, devi lasciarle in pace.

Se non si è stati in grado di restare al momento giusto non si deve inventare un momento giusto per tornare.

Non si scippano sorrisi in ritardo.

Le curve dei sorrisi fanno girare la testa all’amore, quelle dell’arcobaleno incantano l’anima della pioggia fermandola, ma ciò che di prezioso è ignorato si dilegua alla svelta.

In un’altra vita ti dissi che a volte il vero coraggio è quello di restare e non quello di andare.

Oggi ti dico che c’è sempre un motivo valido per andare, come per restare.

E’ la parte che prevale che fa la differenza.

Quando te ne vai, però, anche se non lo sai, senza sprecare inutili parole, fai una promessa silenziosa.

La promessa che siccome hai scelto di andartene non tornerai.

 

Massimo Bisotti

 

 

 

 

 

Ho trovato questo scritto fra le pagine del mio sentire e ho pensato a Te.

La distanza ci divide.

Quando guardo google maps e vedo la cartina geografica del nostro bel paese mi sorprendo di quanto sia lunga quella sottile linea blu che percorre in perpendicolare regioni e regioni.

Oggi Milano è circondata da tantissimo verde nonostante la temperatura non sia mite.

L'arrivo della primavera ha reso la terra ricca di germogli in fiore e la città sembra diversa.

L’aria è pulita e anche qui si vedono i colori dell’arcobaleno.

Ma sarà poi vero che le distanze allontanano le persone?

No, non credo.

Per me amore, amicizia, affetto, passione non si misurano con un metro.

Vanno però coltivate, alimentate, curate come si farebbe con il più prezioso dei giardini.

E chiunque pensa di prendere le emozioni e giocarci perde già in partenza perché non riesce, nonostante mille dribbling, a scalfire la parte più nobile, l’anima.

E per entrare nell’anima bisogna avere il cuore sgombro da pregiudizi e libero da qualsiasi tabù perché si rischia di calpestare un luogo sacro e fare del male.

Persone così non si aspettano e non ci si fa trattenere se loro per prime non ti vengono incontro. 

 


 

 

 


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963