Una tazzina di caffè

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FB_IMG_1688825980075 Ogni tanto vado a prendere un caffè al bar. Solitamente preferisco un caffè lungo, ma da qualche tempo mi arriva una tazzina piena a metà, quando non è anche scarsa.
Sarà per disattenzione alle richieste del cliente? Potrebbe essere una coincidenza?
Mi piace il caffè lungo da sorseggiare mentre si fanno due chiacchiere.

Se fosse una coincidenza, se avesse un significato la tazzina piena a metà significherebbe mancanza o uno spazio lasciato da riempire.

Quando ci si rilassa le parole escono e raccontano quello che abbiamo trattenuto o quello che desideriamo.

Parole che accompagnano il caffè e riempiono l’aria, come note musicali che che compongono la melodia del nostro cuore, che sia amarezza o pensieri di speranza e gioia.
È solo una tazzina di caffè, ma c’è molto anche di noi.

Vacanze

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“Lloyd, dove si va in vacanza quest’anno?”
“Al rifugio del tempo per sé, sir”
“Una settimana, due?”
“Circa tre ore al giorno, sir”
“È uno strano viaggio questo, Lloyd…”
“È una vacanza educativa, sir”
“Perché ci sarà qualcosa di interessante da vedere?”
“Direi più dell’amor proprio da riscoprire, sir”
“Sei un gran tour operator, Lloyd”
“Lieto di sorprenderla, sir”

Simone Tempia ( da “Vita con Lloyd” )
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Purtroppo anche quest’anno le mie vacanze sono saltate, per altri problemi.
Il costo delle vacanze è già stato impiegato per altre spese impreviste e straordinarie.
Vabbè c’è sempre il lato positivo.
Evitare lo stress del viaggio, traffico, code.
Stare tranquilla a casa mia, invece di stare in luoghi affollati. Sembra poi che in vacanza la maleducazione aumenti come se tutto fosse permesso.
La città è più silenziosa e vivibile.
Vacanza per me vuol dire relax e quindi alla fine va bene così.

Sognid’oro

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Sembra facile cambiare il materasso.
In questi giorni mi è arrivato il materasso nuovo che avevo ordinato presso un negozio.
Ero andata presso il medesimo negozio dove avevo acquistato il precedente e quindi mi ero trovata bene.
Spiego le mie necessità e preferenze e mi fanno provare quattro materassi e finalmente trovo quello che mi va bene.
Quindi compilano l’ordine da trasmettere al fornitore e solite prassi.
Dopo alcuni giorni, finalmente arriva la consegna, e mi portano via quello vecchio.
È stato difficile separarmi dopo diversi anni in cui abbiamo dormito insieme.
Salutarlo e mandarlo via perché è diventato vecchio, e non prestava più un buon servizio.
Provo subito quello nuovo e scatta immediato il confronto, non c’è paragone! Non è quello che ho ordinato! Cosa faccio adesso, come potrò dormire! Ero arrabbiata e avvilita.
Telefono in negozio, fanno un controllo e mi assicurano che è quello da me scelto e ordinato, nessun errore.
Signora lo provi vedrà che si troverà bene.
La sera preparandomi per affrontare la notte, ero agitata, figurati se con l’ansia dormo.
Mi stendo nervosa e dopo pochi minuti mi sento rilassare e avvolgere come in un abbraccio e mi addormento subito.
Ho dormito bene tutta la notte e al mattino eravamo già buoni amici.
Che materasso fantastico!

Pensa a chi sta peggio

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PARENTE-DEPRESSOSpesso quando non mi sentivo bene, per la salute, o come morale, come stanchezza, mi sono sentita dire pensa a chi sta peggio.
Io mi confidavo, o sfogavo sperando in una comprensione o consolazione, ma questa risposta mi lasciava ancora più affranta, quasi a dovermi vergognare delle mie lamentele.
Perche? Perché chi mi ascoltava non sapeva cosa dirmi? Oppure perché il mio malessere vale meno di chi soffre di più. C’è una tabella di valori in questo senso?
Penso che ognuno vive e sente sulla propria pelle le sofferenze indipendentemente dell’importanza.
Quando mi è capitato di parlare con qualcuno che esponeva i propri problemi o sofferenze ho sempre dato ascolto e parole di conforto e speranza, sapendo entrambi che non potevo risolvere il problema.
Non ho mai detto pensa a chi sta peggio.
Comunque sia, sentire persone con problemi importanti mi fa riflettere e guardare i miei da un’altra prospettiva, cercando di trovare la forza di affrontarli, accettarli e andare avanti.

Non esiste il tempo perso

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Sono capitati nella vita alcuni fatti, esperienze, per cui ci siamo domandati se abbiamo solo perso tempo.
Oppure ci siamo sentiti dire questa frase, “mi hai solo fatto perdere tempo”, che è veramente triste e offensiva.
Anche se non sono state esperienze positive, hanno fatto parte di noi del nostro percorso.
Sicuramente hanno insegnato qualcosa.

Gelato o piatto gourmet?

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Tartufo bianco dʼalba, parmigiano reggiano, latte e incenso: no, non è un secondo piatto gourmet ma il gelato più caro al mondo. Una porzione costa 6mila euro, come una macchina usata. Un prezzo record entrato nel Guinness dei primati. Si chiama byakuya – notte bianca in Giappone – ed è stato realizzato da uno chef di Tokyo che ha messo insieme sapori della sua terra e sapori italiani.

In questo gusto il pregiato tartufo bianco piemontese viene abbinato a estratti di sake – liquore tradizionale nipponico – e arricchito con parmigiano e una nota di incenso. Può essere consumato al piatto o in coppetta e viene venduto con un prezioso cucchiaio realizzato dagli artigiani di Kyoto con le stesse tecniche usate per la costruzione di templi e santuari.
dal web
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Tutti i gusti son gusti, sia per come spendere i propri soldi sia per il palato.
Per il mio gusto questo che vogliono proporre e vendere come gelato è più un piatto da gourmet.
Pur pregiati che siano, cosa c’entrano questi ingredienti con il gelato?
Se volevano fare un gelato di un gusto particolare c’era da sbizzarrirsi con i diversi frutti esotici e particolari, anche con il sake o altri liquori.
Ecco magari un gelato così l’avrei assaggiato volentieri, ma non pagandolo 6 mila euro.

Tecnologia

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Sono stata una delle impiegate dell’epoca in cui i computer hanno iniziato a fare la loro comparsa negli uffici.
All’inizio con qualche difficoltà ad imparare e poi mi sono adattata.
Eppure la mentalità era rimasta alla macchina da scrivere e alla penna. Blocchi e quaderni, registri sui cui prendere appunti, affiancavano il computer.
Non si perdeva nessuna nota, appunto o registrazione.
Di anni ne sono trascorsi parecchi e di nuovi modelli sempre più evoluti altrettanti.
La tecnologia avanza ma io no.
Ormai tutto si fa on line o tramite totem (ad esempio nella sanità), richieste via mail ecc.
Persino alla McDonald’s dovrei ordinare il caffè e pagare tramite un grande display o tablet, anche in un ristorante tempo fa mi consegnarono un tablet per ordinare.
Non mi piace ho proprio il rifiuto.
Se capita che per qualche tipo di informazione o prenotazione ho la facoltà di scegliere se farlo telefonicamente, nonostante l’attesa infinita, preferisco ancora il contatto verbale.
Non mi abituerò mai a comunicare tramite un programma, un computer e presto tramite robot.

Dare o ricevere

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È meglio dare o ricevere?
Secondo me non è una questione di misura è questione di come ci si sente nel dare o nel ricevere.
Non so perché ma io mi sono sempre sentita in imbarazzo quando ricevo un regalo o mi si offre qualcosa, mi fa piacere ma nello stesso tempo provo questa sensazione di imbarazzo.
Mi sono sempre sentita meglio quando sono io a donare o ad offrire qualcosa.
Mi resta la curiosità di capire perché mi prende questa sensazione.
Penso che potrebbe essere dovuto al fatto che quello che ho avuto ho sempre dovuto guadagnarmelo con il mio impegno o con fatica.

Mangiare in compagnia

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Quante festività si trascorrono mangiando insieme, ma anche  matrimoni, battesimi, compleanni e altre ricorrenze o inviti.
Pranzi di lavoro che praticamente sono riunioni mentre si mangia, oppure pranzi con i colleghi bella cosa se si socializza, altrimenti si parla ancora di lavoro meglio evitare.
Perché unisce il cibo?
Pur buono che sia un pranzo o cena, anche un panino, una colazione insieme, è il mangiare che reca beneficio all’organismo e all’umore.
Ho sempre trovato triste la situazione delle persone che mangiano sole.
Sembra che il senso di solitudine aumenti, non è un piacere ma diventa sostentamento.
Purtroppo ci sono anche casi di persone o famiglie che si mettono a tavola insieme, mangiano in silenzio, peggio ancora se tirano in ballo argomenti che creano discussioni, oppure di questi tempi tutti che si intrattengono con il cellulare.
Resto dell’idea che invitare qualcuno a mangiare insieme sia un atto di generosità e condivisione, anche per esempio se si vuole ricambiare una persona che ci ha fatto un favore.
Condivisione e compagnia.