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Il Gioco del Mondo

Rayuela...un sassolino e la punta di una scarpa

 
 

 

« Pistilli e pensieri.roba da matti »

La voce del grano

Post n°143 pubblicato il 18 Giugno 2012 da simurgh2

 

 

 

Natura, oh Natura. Ah, la natura
Sono forse il pastore delle cose?
Di ciò che disperso si raccoglie, si raduna
come nella radura, nell'adunanza s’ingruma?
Copriti gli occhi ora. Allora. 
Ogni cosa non risponde più al suo nome.
Non vedi? 
Non gli resta che disgiungersi
Come la ninfa Eco dal suo pensiero
Poi la natura torna, entrando di taglio
Ricrea un nuovo paesaggio.
Mica sa staresene fuori dalle balle, no
inventando poi, un paesaggio che ti crescerà intorno
Tornerà battito e chiave del respiro
Come se non fossero necessarie più parole
e risuonassimo di alberi, arbusti, foglie
Pensa, come ti crescessero pistilli invece di pensieri
lepri, serpentelli, fagiane e chicchi di melagrane.
Un'utero spalancato che ti accoglie, la natura
L'ho vista un giorno su un banco di verdura, la natura
Ne ho preso una sporta di piselli, patate e verze.
Volevo la forza dell'erba del mattino con la rugiada
Volevopoterdiredellanaturatuttoquellochehonelgozzo
Allora dillo! Alzati come l'erba, con quella forza sua
Alzati, dispera o giosci, ma dillo. Poi se vuoi, muori.
Anche Van Gogh si è sparato davanti ad un campo di grano
Ma, per favore, ora parla, dillo. Che roba è la natura? 
Ho delle emozioni di natura incontrollabile delle volte,
riferite soprattutto all’amore, ma quale sia la loro natura,
non l’ho mai saputo però. Sento che è troppa roba.

Roba allora
con quella si salta
stavolta 

 

 

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Commenti al Post:
IlGiocoDellePerle8
IlGiocoDellePerle8 il 19/06/12 alle 01:34 via WEB

roba rauba robe reube
spoglia preda ruba spoglie
rouba ropa roupa roù
la ninfa eco non balbetta più!
roba da matti!
 
 
simurgh2
simurgh2 il 19/06/12 alle 06:52 via WEB

Naturalmente
rubare bisogna
schivando la gogna
e poi pedalare
tentare la fuga
in quella pianura
nella Parigi-Roubaix
che mica è rubè
prendersi il frutto dal pesco
o delle spighe
in quel campo di grano
se quel grano io amo
per donarlo alla ninfa
del laghetto protetto
che sotto l'arco ha il suo letto
un bel mazzolino
con del rosmarino
tre cinque otto ciliegie
e di Rilke le elegie
dei fiori di rubina
per la ballerina
che è venuta a vedere
se mangiavamo
formaggio con le pere
e ho visto che indossava
otto strati di mussolina
sopra la susina
poi è arrivata anche la balena
che sotto l'albicocco si arena
e allora ci siam messi là
tutti quanti a preparare la cena
delle zucchine rubate nell'orto
del guardacaccia che beve
e va via un bel pò storto
dei piselli li ha portati la cerva
assieme ad una scatola di minerva
e cosi abbiamo acceso il fuoco
ed è arrivata la lepre
con delle carote e un cuoco
che lavora alle Ganzuole
con una terrina di tortellini
e tirava madonne per il dente che duole
poi la ninfa si è imboscata
portandosi via la frittata
io sono andato a vedere
e cosi ci siamo messi li a bere
distesi sul campo di grano
contavamo i chicchi del melograno
e per non fare la figura del povero gramo
l'ho fatta abboccare all'amo
come fosse una branzina
e la ninfa mi ha detto
se ne avevo ancora di benzina?
per far che? le ho chiesto
non ti do mica il resto
e cosi gliel'ho dato tutto
ed è venuto fuori un po di trambusto
e i corvi si son spaventati
"L’oselin de la comare
l’oselin volea volare
si è posato su la testa
l’oselin faseva festa

cantava il pittore con il cavalletto
che dipingeva il campo di grano
con dei gialli comprati ad un tot all'etto
quando ha visto i corvi spaventati volare
si è messo a cantare
"Ma un po’ più giù volea volare
l’oselin de la comare"

roba da matti, ha detto il pittore
se vuoi una cosa, o te la danno o la devi rubare

dovevo pur finirla in qualche modo

 
   
claudia.sogno
claudia.sogno il 19/06/12 alle 10:46 via WEB

Le tracce vengono subito nascoste dal verde
Minacciate dai tonfi
La parola si innamora risucchiando ogni stabilità
Ridono gli alberi vedi?
L'alfabeto si fa di grandine
E la lepre mette i sonagli nel cuore bianco
Rompe i biscotti,la senti?
Gli uccelli sulle punte della ballerina fan giro giro
Premendo e penetrando
sbatte e colpisce la luna il tauro la sua promessa
a non farla diventar incomprensibile
La sorprendeva
In picchiata che par un cuculo va il picchio
Rulla in fine e prende terra ,ronza il guardaboschi
come un disco vecchio inciampa su Luisa
Che ama il finto pescatore Il palombaro
Scompaiono le mani dei cipressi intenti al nascondino
A stemperare un legnetto
Cadono come monete i rusticani,vuoi?
Le erbe danzano dove gli amanti ridono
E l'arco da le onde...La sua pietra sibila,incisa
Narra e si affretta ad amare per lo stridio in vista
Pensa anche di infrangere la legge
Pendono gravide le albicocche,rotola la prima Quando le altre son pronte,
del resto è quando l'allievo impara che il maestro si mostra
L'occhio soffia sul taglio rimanda le braccia al petto
Nella cuccia d'oro il grano attende,mette in baci il pianto
Apre i fianchi la casa antica Come partoriente regala fedeltà
Ondeggia il laghetto fa perdere la testa
E gli alberi sulle punte e gli uccelli bisbigliano e il tauro spira
E la radura gira e il guardaboschi sputa e la cornacchia fa la muta
Il picchio par stecchito
la ballerina a terra la balena vola
prende la lepre ad andar dritta e il monaco va storto di nettare in gocce d'ambra
Nel grano c'è bil viola fa le facce di van Goh
Custurika par dannato a rincorrer capossela
Vuole fare il giro giro- troppa roba- dice lui,e gli strappa un dente,che demonio!
Di venti di giugno una danza di ANSA in ANSA d'archi di_segni ghirlande
Fori segreti stupiti come bambini declamano eventi :mogù,mogù
A quel suono nuri bilge ceylan si strappa fin dall'Anatolia a qui
E non dice più c'era una volta,ma : io posso..Mogù
Solo uno non si è nominato....e un numero nel nome E neanche sarà
Ma è dentro ogni cosa,nella crepa dimora infinito
naturalmente
(per le rime ti risponderò altra volta!):)
 
     
simurgh2
simurgh2 il 19/06/12 alle 11:45 via WEB
Le tracce sul terreno rintracciano l'ameno
in un'architettura semantica d'azzardo sventola il suo stendardo
e un canto lontano sulle cime di un Ararat armeno
che sgorga dalla cuspide e da li i suoi bagliori
convoca nella radura la parola che s'innamora
e i riflessi sono bizantini mosaici ed antichi ori
in quel verde dove in tanta beltà splende il bosco vecchio
dove le tracce vengono subito nascoste al guardacaccia
Allora scrivo senza sta la a pensare quel che scrivo
seguendo un sentiero che dai boschi porta al lago
la cerva sulla riva mostra stesa il fianco
vulnerabile come la costruzione di un proprio alfabeto
il ventre molle sgravida parole di un presepio
Che ne sapete del grano voi? ha pur detto il contadino
con l'aria di chi ha un segreto da svelare al corvo
ed era solo una filastrocca
per conoscere il tempo giusto della semina
Insemina parole per ingravidare il cuore che nella terra pulsa

poi adesso devo spostarmi da qui e chiudere ma posso tornar dopo
e come viene viene
senza requie cola
a seguir le tracce tue ne vien di roba
e crescere come rovi, foglie, rami d'aqua, fonti dove le ninfe fanno capolino
 
     
claudia.sogno
claudia.sogno il 19/06/12 alle 14:32 via WEB

Nell'occhio c'è una tana,nell'altro bacche rosse
Son velenose dicono le genti di campagna
Farmaco lo chiamano in città contro la tosse
Il nome dice in greco il vero e ancor veleno bagna
Se c'è cosa che non mente
per me quello è'l respiro
soffio bacche tra la gente
Non serve dirlo in giro
E' un vento senza trucchi
Niente orpelli ne' rossetti
Spinge e batte I tacchi
Come usare martelletti
Ecco si e' fermato
La tregua di un momento
Orienta I'll naso al fato
La mano e' sotto I'll mento
Sussurra un nome breve
Sorride del sorriso
la cerva viene a bere
Mi scopre rossa in viso
Le spalle si fanno raccolte
s'allenta in avanti la schiena
come a raccogliersi morbida
come una coppa contiene
trattiene parole nel cerchio
l'aria che forma col viso
indiviso
Le braccia fan tana alle mani
a chiudere il segno,la traccia
gonfio parole negli occhi
Schiarisco
Scendo I'll messaggio come in radura so fare
mi poso in ascolto,s'ammalia la pelle
Cannibali allora si fanno I pensieri
Di se' stessi alimentano fame.
assetati di scambi allungano braccia
nelle mani infinite porzioni di roba
pixel lucenti come branzini bagnati
a far capolino
 
     
simurgh2
simurgh2 il 19/06/12 alle 17:35 via WEB
La faghera è il faggio che stà al limitare
sul bordo della radura, che è femmina
e svetta senza ombra attorno il suo orgoglio
fuori "dalla milizia lignea" asseragliata nella truppa
"a ranghi serrati", gli altri faggi, sul limitar del bosco
a farne scudo, a lanciar muti avvertimenti
d'infausto presagio, di paura, di minaccia.
La faghera è il faggio femmina che si allontana dai fratelli
e assume, li da sola, una conturbante audacia erotica
"che come cosce di donne sanno dar vertigini"
vicino "al folto pube delle fronde" gia al limitar del bosco.
Li dentro, dove la faghera annuncia, ci si perde.
C'è il labirinto, il minotauro, le bacche rosse
il respiro che non mente, un bosco senza trucchi.
Qua la ninfa è la Driade, abitatrice di alberi e di boschi
che pare si possa vedere a volte compiere nuda dei volteggi
come le parole fanno capriole e disegnano nell'aria arabeschi
senza orpelli ne rossetti, come natura di suo sa fare.
Dico della faghera perchè la sensazione è che t'assomigli.
Prima di entrare nell'ombra che cela l'intrico, la selva
"inarca le sopracciglia il derviscio davanti alla faghera
Sopra il suo cavallo indossa la circassa. Da dove viene questo?
La sua mano stringe il pugnale d'oro di Damasco.
Disse alla Faghera parole strette e brusche.
La ninfa Driade lo vide da dentro un cespuglio di bacche rosse
erto e ritto sopra il cavallo suo sudato e lustro
scorse lo sguardo bianco della ninfa fremere
la ninfa Driade senti gli occhi del derviscio
penetrare dentro i suoi con un colpo di reni
che potremmo chiamare possessione da quegli occhi lustri
bianchi come more mature luccicare nella tregua di un momento
Sussurrò un nome d'uccello che si narra in una storia sufi
"Le spalle della Driade si fecero raccolte
s'allentarono in avanti la schiena come a raccogliersi
morbida come una coppa contiene trattiene parole
nel cerchio l'aria che forma col viso indiviso
Le braccia fan tana alle mani a chiudere il segno,
la traccia e gonfiò parole negli occhi che schiarirono"


Quel fruscio di spighe
quel canto che gira
convoca a sè gli spiriti
e le forze che popolano
ogni bosco vecchio
Ci vogliono danze che propiziano
invocando il richiamo
Giri tondi per cavalieri
dentro il bosco
ad inventar una saga
In fondo è proprio questo
la vita
tutta un'invenzione

A me piacerebbe cosi questo posto, il gioco. Che ognuno proseguisse sommando storie a storie. Facendo in modo che si colleghino l'un l'altra, prima o poi, per diversi gradi, tutta una grande storia, poema epico.
Un saluto a tutti.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Roba_buona il 19/06/12 alle 22:41 via WEB
Wow... ma che roba é?
 
Perturbabile
Perturbabile il 20/06/12 alle 09:20 via WEB
roba

roba di questo mondo che sembra fatato
un terreno fecondo di grano dorato

il mio spaventapasseri si chiama Geppo
ma i passeri son ladri ed hanno il becco zeppo

spartiscon refurtiva ballando fino all'alba
una rumba estiva più perfida di un sabba

la gazza impietrita dai passeri oba-oba
bisbiglia indispettita: "ma guarda che roba...."

:)
 
 
simurgh2
simurgh2 il 21/06/12 alle 17:33 via WEB
Perturbabile
Gli Asseri, pareva allora, non fossero piu capaci di spaventarli
almeno i passeri, no. Le gazze manco ancora
Gli Asseri non spaventavano piu
neanche il garzone
Cosi gli Asseri si radunarono in un fondo valle
In un antro di quella del Reno
Si diedero convegno con quelli di altre valli
Cinque valli, ed ognuna un fiume, per fare una Setta
ma alla fine ne usci una guarnigione
Gli Asseri con il vessillo del rompicoglione
Spaventavano i trekkeristi
i cavalli degli equestri che venivano dalla città
i mountainbaichisti sfegatati ai quali cadeva la catena
Seminarono il panico, il malcontento negli agriturismi
La cifra tellurica della propria autenticità
seguivano il canto del frammento
e invocavano il padre per la propria resurrezione
Spaventavano tutti, tranne gli uccelli
intanto che la corsa corre, il salto salta,
gli Asseri ripresero a spaventare però
il salto corre, la corsa tende allo spasmo
saltando, di palo in frasca, gli Asseri asseragliati
nelle cinque valli svaligiavano gli orti
e i cespugli di more e mirtilli, rubavano i funghi
mentre i passeri si riempivano il becco
le gazze ballavano la rumba
Una roba mai vista, dicevano in giro
ma che roba è questa qua? Che roba?
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
roba_buona il 21/06/12 alle 20:04 via WEB
ehh sì.... mi sa che è proprio roba buona.
 
   
Perturbabile
Perturbabile il 22/06/12 alle 02:13 via WEB
geppo tra gli asseri viventi
ha buchi di beccate evidenti
uccelli famelici e insolenti
roba di asseri, passeri... e accidenti

nelle cinque valli dell'altipiano
la carboneria della guarigione
geppo, la paura, il grano
il senso della protusione

assera la sera passera
nella passerella di passeri
presenti, possenti, pressanti
privan del raccolto i passanti

asseri in azione
orride smorfie mostruose
i pankabbestia dell'aviazione
hanno creste maestose

finalmente non cambiò nulla
il senso della roba fu sè stesso
la luna restò gialla
come adesso...

Perturbabile

ma il campo crebbe alto
spighe di corse nuove
i chicchi del salto
in tutti gli altrove

:)
 
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