Post n°2106 pubblicato il 16 Marzo 2018 da jigendaisuke
16 marzo 1978. Roma, Via Fani, ore 9.02. Una 128 familiare inchioda facendo in modo di bloccare una 130 blu seguita da una Alfetta. Nella 130 c'era Aldo Moro. Il presidente della DC si stava recando a Montecitorio dove si votava la fiducia al governo Andreotti che contava sull'appoggio del PCI. Svolta malvista dagli ambienti più conservatori italiani, ma anche da inglesi, tedeschi e russi, senza contare Kissinger, la corrente più a sinistra del PCI e la sinistra extraparlamentareantagonista.
Nell'agguato, sotto il fuoco delle brigate rosse, morirono i 5 agenti della scorta: Oreste Leonardi, Raffaello Iozzino, Francesco Zizzi, Giulio Rivera, Domenico Ricci.
Mario Ferrandi, militante di Prima Linea soprannominato «Coniglio», raccontò che quando si diffuse la notizia del rapimento di Aldo Moro e dell'uccisione della scorta (durante una manifestazione dei lavoratori dell'UNIDAL messi in cassa integrazione) ci fu un momento di stupore, seguito da uno di euforia e inquietudine perché c'era la sensazione che stesse accadendo qualcosa di talmente grosso che le cose non sarebbero state più le stesse, e ricordò che gli studenti presenti al corteo spesero i soldi della cassa del circolo giovanile per comprare lo spumante e brindare con i lavoratori della mensa.
In questa dodicesima puntata de “La notte della Repubblica“ Sergio Zavoli ricostruisce i giorni del rapimento di Aldo Moro. Con interviste ad Andreotti, Craxi e Guerzoni sulle reazioni ...
Secondo me dobbiamo prendere atto che siamo, in qualche modo, prigionieri di una "SISTEMA" di potere che è malefico a prescindere dalla sua umana o inumana natura. Troppi sono i "buchi neri" che rendono il nostro "vivere" precario e puerile sotto tanti aspetti. Semplici pedine di un mondo di pecoroni come fossimo "tutti" pecorelle smarrite: costituendone, però, il gregge per intero.
Chissà cosa potrà pensare il viandante che fra un tempo "x" si troverà a passare di fronte a quella lapide oggi inaugurata!
Un saluto, M@.
Prigionieri di un sistema, ma anche dell'antisistema che segue metodi tutt'altro che costruttivi. Già, cosa penseranno gli storici del fatto che mai come nel XX secolo le lapidi commemorative si sono sprecate. E quante vite sono costate. Ciao
Dov'ero quel giorno? Sicuramente a scuola. Ero in terza elementare e, anche se sono sempre stata curiosa, di Moro m’interessava poco però il telegiornale radio si ascoltava tutte le mattine. Ricordo, invece, i posti di blocco lungo la via Emilia coi carabinieri col mitra che fermavano le 128 di tutti i colori e che mi facevano paura e poi ricordo anche che mio padre (democristiano DOC) andava spesso alle riunioni di partito, non solo zonali, ma provinciali. O almeno, così diceva a mia madre quando rientrava molto tardi (che sia stata una scusa????). Ora, a distanza di 40 anni, non credo alla dietrologia dei servizi segreti inglesi, della Gladio o della massoneria di Licio Gelli. Credo, invece, ad un folle gesto dovuto alla leggerezza, confusa per impegno politico, di quei tempi. Ti ricordi quando postasti l’intervento di Lama all’Università della Sapienza? Bene. Così a sentimento, direi che il rapimento ed il processo a Moro maturò e venne organizzato in quella Università dove lui insegnava. Come presidente della DC, Moro era il capro espiatorio di tutti gli scandali politici ed economici del tempo. E poi…. perché lui e non Andreotti? In fin dei conti il capo del governo era il “divino” Giulio. Insomma Jinjen, per me il caso Moro non è un caso. E’ stato solo la realizzazione di un progetto malato di un collettivo estremista, fondamentalmente ignorante e folle, che s’illuse di cambiare la politica italiana, pestando di fatto... una merda colossale. ^__________^
Dei posti di blocco ne ho sentito parlare anche io, a distanza di anni, anche perchè qui a Genova era presente una colonna brigatista molto potente (grazia agli appoggi nell'università e fra i colletti bianchi). Giusto ieri ho chiesto ai miei cosa ricordano di quel giorno. Mio padre, operaio all'Ansaldo, ha detto che subito si sospese il lavoro e venne organizzata un'assemblea sindacale (nel gennaio successivo, poi, la CGIL pagò col sangue la sua politica anti-terroristica). Mia madre... era impicciata con me a casa. Si di dietrologia ce n'è anche troppa, a danno della verità, ma sapere che sul luogo dell'agguato era presente anche un militante del gruppo terroristico tedesco di estrema sinistra "RAF", che molti fra magistrati, vertici delle forze dell'ordine e armate, senza contare gli elementi dei servizi segreti iscritti alla P2, che Moro stava sulle balle ai russi, alla destra americana, agli inglesi, ai francesi e agli israeliani, bè qualche dubbio può venire. E comunque, sequestro e uccisione sono opera delle brigate rosse (che godevano già di appoggi presso altre organizzazioni terroristiche internazionali).
Andreotti era stato voluto come presidente del consiglio proprio da Moro, la Cia.. certo non lo amava, ma credo che ha le stesse responsabilità del KGB e della Stasi, in questo caso.
.in assemblea generale studenti-stop ricevemmo lì la notizia. qualcuno esultò.stop: condivido il commento di mit, per certa incomunicabilità e tensione anche xil 2018 (per me) qualcuno/qualcosa è stato/a rapita. non so
Assemblea generale studenti? Potrei anche fare 2 conti circa la tua età. Ma hai scritto il testo di un telegramma o un commento? E quel qualcuno esultò che non mi va giù, d'altronde non mi stupisco più di tanto. Qui a Genova, ogni tanto compaiono scritte contro Guido Rossa, operaio ucciso dalle BR...
nel '78 con solo 14 anni sulle spalle non mi interessavano per nulla i fatti e misfatti politici, avvertivo una cappa odiosamene grigia che avvolgeva la società e speravo che svanisse ... ricordo l'immagine al telegiornale di quel corpo piegato dentro il bagagliaio e provai una gran pena ...
E lo credo, durante la prima adolescenza difficilmente ci si occupa di fatti e misfatti politici. Ecco, quello della pena provata vedendo il corpo nel bagagliaio della R4, è uno stato d'animo che ha provato anche mia madre, me ne parla ogni volta che si rivedono quelle immagini. Oggi si sa che prima di ammazzarlo, non era stato nemmeno coperto con un plaid (come hanno detto i brigatisti), ma le perizie hanno dimostrato che Moro era stato messo nel bagagliaio dopo essere stato ucciso.
Chissà cosa potrà pensare il viandante che fra un tempo "x" si troverà a passare di fronte a quella lapide oggi inaugurata!
Un saluto, M@.