ECCHIME

Allora... la fotografia è impietosa, ma volevo solo capire quanti di questi bambini in difficoltà hanno una connessione wireless “aggratis” con tanto di cellulare ultima generazione, nonostante mangino con i pacchi Caritas. Io credo, invece, che la soluzione non sia tanto nel gestire gli spazi degradati, quanto creare occasioni di condivisione reale. Nel dopoguerra c’erano gli oratori che raccoglievano i ragazzi in difficoltà che oggi definiremmo ragazzi di strada. Oggi la CEI investe in questi programmi tv, lamentandosi poi delle crisi di vocazione. Dove lo Stato è assente, c’è spesso una parrocchia che funziona con ascolto alle famiglie in difficoltà ed ai loro ragazzi. Per lo meno, al nord è cosí. Evidentemente al Sud il catechismo è diverso: investono tutto nelle processioni e nei fuochi d’artificio e poco nelle famiglie in difficoltà . Forse è ora di cambiare mentalità alle Arcidiocesi meridionali. ~____~

Rispondo prima al tuo appunto verso la CEI, consigliandoti questo link: https://www.caritasbenevento.it/comuni-del-welcome/ Avevo parlato della cosa in un post qualche mese fa.

Bè, i giovani disoccupati, ma con grosso cane al seguito, smartphone di ultima generazione e vestiti all'ultima moda, li vedo anch'io, ma non credo che il rapporto di Save the children parli di loro. Ecco, casomai, questi "casi" rientrano nella povertà educativa. E qui si entra in un altro campo, perchè la povertà educativa non è solo figlia dei tagli all'istruzione, maanche dell'ambito famigliare. Sia ong come Save the children, che le parrocchie o i laici, cercano di fare qualcosa, insomma gente come i "preti di strada" cercano di contrastare le varie forme di povertà, se ne parla un po' poco e a volte sono anche malvisti dal "buon borghese". Ma di questo si parlerà in altri post.

ma quanti ce ne sono.... più di quanto si possa pensare: ormai è endemico, sistemico.

Ma non crea allarme sociale, anzi chi "ha" piange miseria.