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23 novembre 1980

Post n°2633 pubblicato il 23 Novembre 2020 da jigendaisuke
 
Tag: irpinia

Era una domenica sera di novembre, quando in 90 secondi

una scossa del X° grado della scala Mercalli, corrispondente
ad una magnitudo di 6.9 della scala Richter, diede il colpo di
grazia ai paesi "della polpa, se non dell'osso" come li indicava
il meridionalista e linguista Manlio Rossi Doria.

Dopo il terremoto del 1930 e quello del 1962, l'Irpinia fu
di nuovo devastata, così come parte della Basilicata e della
Daunia pugliese.

A Balvano, in provincia di Potenza, comune già tristemente
noto per i 600 morti della più disastrosa sciagura ferroviaria
italiana, nel 1944, ci furono 77 vittime, vecchi e bambini,
seppelliti dal crollo della chiesa.

Era una giornata insolitamente calda, per la stagione, come
viene spiegato nel servizio del tgr Basilicata che si vede
all'inizio del video, subito dopo c'è la registrazione audio
della scossa, fatta nello studio RAI.

Terremoto 1980 parte 2

Terremoto 1980 parte 3

Terremoto 1980 parte 4

Terremoto 1980 parte 5

Epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza,
e Conza della Campania, causò circa 280.000 sfollati,
8.848 feriti e, secondo le stime più attendibili, 2.914
morti.

Un intero palazzo di 9 piani crollato su sè stesso, a
Napoli, nel quartiere di Poggioreale

Irpinia 23 novembre 1980 ore 19.35

Trovo molto bello questo documentario della BBC:

Ed il reportage di un giornalista italo-americano:

Italian Earthquake 1980

Pochi giorni dopo sul posto arrivò il Presidente della
Repubblica, Sandro Pertini

 

Il sottosegretario Zamberletti, che aveva operato
bene durante l'emergenza nei primi tempi successivi
al terremoto del Friuli, creò la Protezione civile, ci
fu una gara di solidarietà per aiutare le popolazioni
colpite, sia a livello nazionale (e un operaio della
Autobianchi, di Desio, riuscì a contattare Pertini,
chiedendogli di intervenire presso l'Avvocato Agnelli
per dare il permesso agli operai della FIAT di andare
a prestare soccorsi nelle zone colpite. Permesso
dato) e sia a livello internazionale, USA e Germania
su tutti che elargirono milioni di dollari, oltre a fornire
militari, elicotteri, squadre mediche.

L'anno dopo ci fu la prima legge sulla Ricostruzione che
prevedeva una spesa di 8.000 miliardi di lire.
Ad oggi sono stati spesi 66 miliardi di euro.

Poi ci furono il sequestro Cirillo, le mani della camorra di
Cutolo, la bramosia della classe dirigente locale,
l'ingordigia di molti imprenditori del nord che fiutarono
l'affare prendendo soldi dallo Stato per impiantare
industrie salvo poi chiudere poco dopo
(vogliamo parlare dei Ferrero che impiantarono uno
stabilimento, salvo poi chiuderlo per costruirne un altro
posto ad una altitudine maggiore per favorire la lievitazione,
ovviamente coi soldi dei contribuenti? O degli spezzini che
crearono la IATO, con lo scopo di produrre un fuoristrada con
la scocca in vetroresina ed il motore della FIAT Croma. Dallo
stabilimento uscirono poche scocche grezze, poi chiuse. In
seguito si scoprì che l'area dello stabilimento era stata
riempita di rifiuti tossici. Volevano rubare il lavoro ai camorristi!),
e la disonestà di troppi cittadini che hanno creato lo scandalo
Irpiniagate.

A Torre Annunziata, due quartieri sono ancora come sono stati
lasciati dal terremoto, ed in attesa di ricostuzione, nonostante
i milioni di euro partiti da Roma.

I comuni terremotati passarono da 40 a 684, grazie a leggi
volute e votate dai parlamentari eletti dai cittadini.

Così, il terremoto divenne un'occasione, anche per chi ha fatto
diventare, a spese del contribuente, una villetta quella che
era un rudere, abbandonato da tempo, nel proprio terreno
agricolo.

OCCASIONE TERREMOTO

Earthquake | Irpinia| The Mafia and the Earthquake
| Italy | TV Eye | 1981

Mentre una generazione è nata ed è cresciuta nei container,
nelle roulotte o nei prefabbricati imbottiti d'amianto.

Ed in Irpinia? Al contrario di quanto successo in Friuli, molti
paesi furono evacuati e rasi al suolo, i loro abitanti trasferiti
in moderni abitati creati da valenti architetti. Questi comuni
oggi sono sono un agglomerato di palazzine, spesso già
abbandonate perchè i proprietari sono andati in cerca di lavoro all'estero, tristi, senz'anima, con inutili sculture moderne a fare
bella mostra di sè.

Basta vedere le 2 puntate di Che ci faccio qui, in cui il poeta
paesologo Franco Arminio ci fa vedere cosa sono i nuovi paesi
nati con la ricostruzione:

Da casa tua a casa mia: capitolo 1

Da casa tua a casa mia: capitolo 2

Consiglio lo speciale di raiplay

1980 La terra trema

ed il documentario (su rai storia) di Lina Wertmuller:
E' una domenica sera di novembre


Lo speciale TG1 di domenica scorsa era dedicato
a quel tragico evento, raccontato benissimo dal poeta
paesologo Franco Erminio

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Commenti al Post:
alberto.gambineri
alberto.gambineri il 23/11/20 alle 15:30 via WEB
'ndo se magna, l'italiota si butta a capofitto...; una delle innumerevoli vergogne nazionali,indubbiamente; e sul covid non si sono forse scatenati gli appetiti dei pescecani di turno??? non cambierà mai qs paese. Con ciò ti auguro di goderti il nuovo ponte (è troppo presto per sapere se ci hanno magnato anche lì). Ciao.
 
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 23/11/20 alle 18:54 via WEB
Più che l'italiota, l'italionzo. E non solo palazzinari, imprenditori, camorristi o qualche politico (anche se poi le inchieste giudiziarie non hanno prodotto molti risultati, di sicuro si sa che la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e i Casalesi hanno guadagnato molto), ma anche l'uomo qualunque che ha rubato i finanziamenti a chi aveva subito davvero dei danni, per farsi la casa nuova pur non avendo avuto nemmeno una crepa. Temo che sia nel nostro DNA, l'altra faccia della solidarietà che si è vista a Firenze dopo l'alluvione o in Irpinia (e solo da pochi anni c'è una vera organizzazione fra volontariato e protezione civile). Il ponte? E non gufare!!! Intanto le code di tir sono tornate quelle di prima del crollo. Ciao
 
   
alberto.gambineri
alberto.gambineri il 24/11/20 alle 15:12 via WEB
non so quante son passato sul vecchio Morandi..., ed ogni volta mi sentivo sballonzolare la strada sotto le ruote e mi dicevo: "Ma come è elastico qs ponte!"; a parte la mancata manutenzione, certamente non era fatto per interminabili serpenti di camion; lunga vita al nuovo, allora! ciao
 
     
jigendaisuke
jigendaisuke il 24/11/20 alle 18:20 via WEB
Bè, ha convissuto per i primi 20 anni con una delle 3 acciaierie ILVA ospitate in città, dubito che i suoi fumi e quelli di altre industrie sparite siano state un tonico per il calcestruzzo. Comunque, dovevi sentire i rumori dei transiti sui giunti, percorrendo a piedi le strade sotto al viadotto!! E lunga vita al ponte di Piano! Ciao
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 23/11/20 alle 21:52 via WEB
Molto interessante questa tua commemorazione del sisma del 23 novembre 1980.
Grazie e complimenti da parte mia per essendone stato, seppur in modo marginale (fortunatamente) parte passiva.
Certamente ci son state ruberie e dissipazione di risorse, ma queste evidenze dovrebbero, ancora oggi, essere oggetto di analisi e rimodulazione dei nuovi interventi. Strumenti organizzativi che purtroppo la comunità, nel suo complesso, non riesce ancora a razionalizzare. Lo riscontriamo anche nelle gravissime circostanze di questi pessimi tempi che ci è dato vivere. Un saluto, M@.
 
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 23/11/20 alle 22:09 via WEB
E siamo sempre lì. Non facciamo mai i conti col passato e al tempo stesso cerchiamo di mettere i bastoni fra le ruote di chi vuole un po' organizzare bene le cose. Intanto 2914 morti all'epoca e qualche migliaio oggi. Ciao
 
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