ECCHIME

Cover

Di Limiti-Serrat, Bugiardo e incosciente.
Canta Johnny Dorelli

Ecco Jula De Palma, con l'orchestra di Gianni Ferrio.

Ma forse è meglio la prima versione italiana,
quella cantata da Mina.

Di Joan Manuel Serrat: La tieta

"La Zietta"

La sveglierà il vento, d'un colpo, ai finestroni.
È così grande il letto e così fredde le lenzuola
Con gli occhi mezzo chiusi, cercherà un'altra mano
Senza trovarne una, come ieri, come domani.

La sua solitudine è l'amante fedele
Che conosce il suo corpo piega a piega, palmo a
palmo...
Ascolterà il miagolio d'un gatto castrato e vecchio
Che sulle ginocchia dorme le lunghe sere d'inverno.

C'è un messale addormentato sopra il comodino
E un bicchier d'acqua quasi vuoto; quando si alza
la zietta
Uno specchio rotto le dirà: "Sei diventata grande.
Com'è passato il tempo! Se ne sono volati via gli anni!

Come sogni di gioventù, si son persi per strada!
Come si raggrinza la pelle, come sprofondano gli occhi!"

La portinaia, quando passa, le stamperà un sorriso,
È l'orgoglio di chi ha qualcuno che gli scalda il letto.
Ogni giorno è lo stesso: prendere l'autobus per andare
A lavorare nello studio d'un avvocato fannullone
Con cui, una volta, aveva una mezza storia.

Ma è tanto tempo fa...non se ne ricorda, la zietta.
Lei, che ha sempre un piatto quando vien Natale,
Lei, che non vuole nessuno se un bel giorno si dovesse
ammalare.
Lei, che non ha altri figli se non quelli dei suoi fratelli.
Lei, che dice: "Va tutto bene". Che dice: "Tanto è lo
stesso."

E la domenica della Palme comprerà a suo nipote
Un lungo ramo di palma bianco e un paio di calzoni,
E, in chiesa, tutt'e due faranno come fa il prete
E loderanno Gesù che entra a Gerusalemme...

Gli darà cento pesetas per aprire un libretto di risparmi,
Bisogna risparmiare, come ha sempre fatto la zietta.
E, un giorno, dovrà morire, più o meno come tutti.
Un'influenza se la porterà in fondo al pozzo profondo.

Allora avrà già pagato la nicchia e la bara,
I salmi dei sacerdoti, le messe da requiem,
E i fiori che seguiranno il suo funerale;
Son cose che spesso dimentica, la gente.

E i fiori staranno bene sui drappi neri appesi,
E dietro, qualche amico, arrivato all'ultimo momento,
E un necrologio che dice... " È morta la signorina...
Riposi in pace, Amen!" E ci dimenticheremo della zietta.

Bonus track, su segnalazione di Italiano in attesa: