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Le grandi inchieste di Ecchime

Post n°2163 pubblicato il 25 Giugno 2018 da jigendaisuke

Fonte Remocontro - La virtù del dubbio
(blog di approfondimento creato dall'ex inviato RAI Ennio
Remondino)

Brasile, contadini massacrati. La rivincita dei latifondisti

Brasile senza terra

Brasile in mano ai latifondisti. E’ stata definita “pedagogia
del terrore” e sta ad indicare quello che sta succedendo in
Brasile, una vera e propria mattanza di contadini senza terra,
comunità indigene e attivisti del movimento Sem Terra.

La definizione arriva dal rapporto della Commissione
pastorale della terra (Cpt) organismo legato alla Conferenza
episcopale nazionale che da quasi mezzo secolo si occupa
del conflitto che oppone contadini poveri e grandi latifondisti.

Il rapporto della Cpt

Nel 2017 si sono registrati diversi massacri, sono stati 71 gli
agricoltori rimasti vittime degli squadroni della morte. Rispetto
all’anno precedente le uccisioni sono aumentate del 16%.
L’anno più nero degli ultimi 14 anni.

Sembra di essere tornati al biennio 1985-1987, all’indomani
della fine della dittatura, quando le stragi erano all’ordine del
giorno. Inoltre alcuni eccidi non sono stati nemmeno conteggiati
in mancanza di testimoni oculari come nel caso dell’uccisione
di almeno una decina di indigeni nella valle del Javari, in
Amazzonia.

Il rapporto si sofferma in particolar modo sull’efferatezza delle
stragi; decapitazioni, corpi carbonizzati e lasciati marcire
all’aperto.
Una sorta di messaggio, un monito contro chiunque osi opporsi
o ribellarsi. Una crudeltà pedagogica come l’hanno chiamata i
religiosi della Cpt.

Fine della riforma agraria

Si tratta di una realtà che non è più neanche nascosta dai grandi
proprietari, i fazenderos, che imputano ciò all’avanzata del
movimento dei contadini senza terra. Eppure dopo anni di lotte
e occupazioni di latifondi, che stavano per portare al varo di
una vera e propria riforma agraria da parte del governo
brasiliano, i Sem Terra sembrano in ritirata.

Il 2017 infatti è stato l’anno con il numero più basso di
occupazioni di appezzamenti che sono state 169. Solo nel 2016
sono state 193 contro una media di 250 degli anni precedenti.
La repressione è dovuta in gran parte all’appoggio dato dai
proprietari terrieri al nuovo governo di Miche Temer che sta
ripagando bloccando la restituzione di terre e riducendo le
aree protette.

Una situazione però che ha radici più lontane e che vede
pesanti responsabilità nella svolta economica del gigante
brasiliano durante i governi di Ignacio Lula Da Silva e
successivamente Dilma Roussef
.

L’economia dell’agro business

Ormai il Brasile ha abbracciato l’agro business. Gran parte
delle migliori terre coltivabili serve a produrre soia, canna
da zucchero e mais transgenico
. La produzione è in molta
parte destinata alle esportazioni e proprio sotto i governi
progressisti è stata mesa in pericolo e di fatto bloccata la
riforma agraria. La lotta al latifondo dunque si è trasformata
nel consumo e impiego di un quinto dei prodotti tossici nel
mondo.

Preti nel mirino

La repressione sta colpendo anche esponenti del mondo
ecclesiastico
, è il caso di padre Amaro Lopes, difensore dei
diritti dei contadini  che si  è impegnato per la realizzazione
di progetti produttivi proprio nelle terre occupate
abusivamente dai latifondisti e strappate dopo anni di lotte.
Dal 27 marzo scorso però, il sacerdote è rinchiuso nella
prigione di Altamira con una serie di accuse definite, quasi
unanimemente, false.

Parallelamente alla lotta per la terra aumentano anche i
conflitti legati all’accesso ad altre risorse naturali.
Sempre la Cpt ha censito ben 197 situazioni nelle quali al
centro dello scontro c’è l’accaparramento dell’acqua.
Questo perché le grandi imprese minerarie, nazionali e
multinazionali, impiegano grandi quantità di risorse idriche
sottraendole ai bisogni delle comunità agricole
.

 
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