MARMOTTA

Dopo appena una settimana dal matrimonio di Jo March, io e il Colui non eravamo del tutto pronti a partecipare al matrimonio del suo migliore amico (del Colui, non di Jo), soprattutto considerato che per arrivare a Teramo (dove vive l'amico) è necessario  passare, oltre che per L'Aquila (), per una serie di luoghi ameni.

1) La Strada dei Parchi: duecentottantuno chilometri di cui almeno la metà su tornanti di montagna A UNA SOLA CORSIA.  Con doppia striscia continua!!  Col limite di velocità a 70 km/h e un autovelox ogni 400 metri.  Che vuol dire che se ti capita un autocarro davanti sei fottuto! Non potendolo in alcun modo sorpassare senza rischiare di finire nel precipizio sottostante, passi un'ora e mezza in terza sperando che gli alieni teletrasportino altrove quello stracazzo di TIR, anche sulla tomba di tua nonna, basta che si levi di torno! E indovinate A CHI è capitato di avere davanti un autoarticolato di 13 metri (all'andata e al ritorno)?
2) Il Traforo del Gran Sasso: oltre 10 chilometri di traforo, completamente circondati dalla nuda roccia, che se non fosse per l'ingresso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che più o meno a metà ti distoglie un attimo l'attenzione dal monotono alternarsi delle turbine di areazione e delle colonnine antincendio, ti sembra di stare in una versione abruzzese di Donnie Darko, ma senza coniglione mannaro. Oppure in un video del Bluvertigo!
3) In realtà, proprio sotto al Gran Sasso, c'è anche un vero acceleratore di particelle atomiche, che mentre ci passi sopra ti fa sentire come il gatto dell'esperimento di Schroedinger: un po' vivo e un po' morto!

Però per l'amico del Colui questo si poteva fare, anche considerato che una volta tanto ci si prospettava un matrimonio con rito civile, che avrebbe evitato al Colui di esibirsi nella sua solita scena dell'acquasanta (la tocca e poi si tira la pelle del viso e si mette a urlare "Mi sto sciogliendo, mi sto sciogliendo!!! Aiuto, bruuuuciaaaaa!!!")
Inoltre, gli sposi convivevano già da un sacco di tempo e c'hanno pure una figlia che già cammina, tifa Napoli e tra poco parla pure, quindi non ci sarebbero state scene strappalacrime, trattandosi solo di una formalità burocratica.
Per finire, il ricevimento non era in un uno di quei soliti ristorantONI tipici dei dintorni di Napoli dove tutte le portate sono a base di pesce (torta compresa), ma in un più tranquillo agriturismo con pecore , quindi una volta superato il viaggio, tutto passato a canticchiare canzoni che inneggiavano all'infedeltà coniugale (soprattutto questa e questa, ma anche questa che anche se non parla di corna ci stava bene lo stesso), pensavamo che la parte più impegnativa si fosse conclusa.
Sbagliavamo.

Mi sono trattenuta quando sulle note di Ludovico Einaudi ho visto i due sposi arrivare insieme mano nella mano di fronte all'assessore, ho resistito di fronte alla lettura accorata degli articoli del Codice Civile, ho abbassato lo sguardo al momento del bacio, ma quando il Colui e l'Amico si sono abbracciati... le cascate del Niagara! Solo che visto che per l'occasione mi ero truccata, per trattenere le lacrime ho sfogato tutto dal naso, che ha prodotto quantità industriali di moccio senza sosta per tre quarti d'ora.
Poi siamo andati all'agriturismo. Noi pensavamo, massì dai, un crostino, un bicchiere di sidro due cantucci... cosa vuoi che si mangi mai in un agriturismo campestre circondato da greggi di pecore, squadriglie di tacchini e maiali ed ettari di vegetali? La risposta è esattamente: greggi di pecore, squadriglie di tacchini e maiali e una quintalata di verdure assortite. A testa. E fiumi di buon vinello. E la cosa più incredibile è che non è avanzato nulla! O almeno, al NOSTRO tavolo non è avanzato nulla

Io e il Colui adesso sappiamo come dovrà essere il nostro matrimonio. E sappiamo che sarà tra molto, molto, molto, molto, molto tempo.
Speriamo che per allora i nostri cuori siano come sono adesso, ma che le nostre panze (e il mio culo) riescano a calare almeno un po'.