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Esordi narrativi

Post n°196 pubblicato il 28 Agosto 2008 da il_presidente77
 

Un lento apprendistato raccoglie gli esordi narrativi di un autore che diventerà tra i più importanti scrittori mondiale del novecento. Si tratto nello specifico dei primi racconti scritti e venduti a riviste da Thomas Pynchon e oltre a questi vi si può trovare la notissima introduzione dello stesso Pynchon che li analizza e li commenta.
L'antologia in sè, pur considerando che si trattavano degli esordi, è un po' deludente, decisamente delutente se uno la compara allo spessore narativo che lo scrittore americano ha abituato i suoi lettori, ma è lo stesso autore ad ammettere tutte le sue mancanze. I racconti non sono narrativamente legati tra di loro, ma si susseguono in uno stesso arco temporale. Sarebbe falso e qlaquanto ardito dire che in essi si possono scorgere le prime avvisaglie di un genio della lettaratura, lo si potrebbe dire solo a posteriori. I racconti sono tutto sommati medi, forse mediocri, ben congeniati, decentemente scritti, ma nulla di più. Non coinvolgono interamente il lettore e non riescono a trasportarlo a pieno nell'universo narrativo delle varie storie. Questo avviene per tutti i racconti qui contenuti ad esculsione dell'ultimo, dove l'arte di Pynchon inizia a manifestarsi, dove trova un modo singolare e personale per parlare e affrontare la questione razziale. Sì senza dubbio in "Integrazione segreta" c'è la dimostrazione di quello che Pynchon poi sarà, lì si vede che potrebbe essere un narratore di razza, lì si puo capire che sta già cercando una sua personale strada. Però per il resto l'antologia, anche se composta da racconti ben congeniati, rimane un po' piatta.
Un discorso a parte lo merita l'introduzione catalogata anche come leggendaria (anche se in verità bisognerebbe leggerela como postfazione, dato che si anlizza in modo analitico quello che verrà narrato successivamente). Pynchon analizza senza mezze misure i suoi racconti, mostrandone spietatamente i difetti, tutti i difetti, alcuni dei quali sarebbero passati facilmente inosservati. Li analizza e li descrive, ma quello che un lettore trova non è solo un attenta puntigliosa analisi critica di testi, ma è il racconto di un epoca.

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Commenti al Post:
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 28/08/08 alle 19:59 via WEB
uno fra i più importanti scrittori del mondo del Novecento? sicuro? può darsi, ma certo per noi in Italia, un po' di nicchia.....:)
 
 
il_presidente77
il_presidente77 il 29/08/08 alle 10:28 via WEB
senza alcun dubbio, purtroppo in italia per scelte editoriali (e anche perchè non di facilissima lettura) rimasto di nicchia (l'editoria è un campo strano: per esmpio Borges arrivò in Italia con un considerevole ritardo, Vonnegut fino a qualche anno fa in Italia era altamente di nicchia e le sue opere non facilmenti fruibili).
Per il resto gli influssi di P. sono notevolissi e molti anche inaspettati.
 
bac.one
bac.one il 28/08/08 alle 21:06 via WEB
Inizi deludenti? Allora, ho ancora qualche pallida speranza... Andrea G. Pinketts, in un piccolo intervento a Varese nel febbraio 2007, disse che in Italia la pratica della "short story", ossia del racconto breve, viene messa in secondo (terzo?) piano dal romanzo, di norma prodotto prediletto dagli editori. Forse, vale la pena dare un'occhiata a questo apprendistato.
 
 
il_presidente77
il_presidente77 il 29/08/08 alle 10:46 via WEB
Deludenti, per me, in un ottica generale certamente non sono pagine scritte a caso, ma congeniate e studiate; quello che manca è la scintilla per farle prendere la vita.
Ballard affermava che il racconto è la forma più difficile non la più facile, perchè nel romanzo hai tutto lo spazio che vuoi, tutto lo spazio che un autore desidera per poter giocare e ingannare il lettore, invece nel racconto no: non si può ingannare il lettore, tutto deve essere meditato e pesato, non c'è spazio per cose inutili o per autocompiacimente dello scrittore. Lo scirttore è quindi costretto ad un rapporto più diretto e più sincero con il proprio lettore. Sarà per questi limiti che lo scrittore più che danneggiato ne è stimolato, ne è la riprova che esistono molti racconti definiti come perfetti, ma forse nessun romanzo definito perfetto.
La short story deve molto del suo sviluppo (sopratutto nel novecento) all'ambito di pubblicazione che non era quello del libro o dell'antologia, ma di riviste (specializzate e non) o giornali, poi una parte fondamentale la fanno anche gli acquisti dei lettori che influenzanon, ma sono anche influenzati dalle scelte editoriali stesse
 
Xeinar
Xeinar il 29/08/08 alle 11:38 via WEB
Sei sempre una inesauribile fonte di interessanti informazioni letterarie, sai?
 
 
il_presidente77
il_presidente77 il 29/08/08 alle 14:16 via WEB
si fa quello che si può ;-)
 
LadyAileen
LadyAileen il 30/08/08 alle 16:30 via WEB
Non deve meravigliare i lettori. A volte all'inizio non tutti gli scrittori scrivono capolavori.
 
 
il_presidente77
il_presidente77 il 30/08/08 alle 17:22 via WEB
Gli autori come tutte le persone normali vivono e la vita tende a modificarci a farci crescere, talvolta, e questo succede anche ai grandi scrittori e poi "nessuno nasce imparato"
 
RadioBlogAustralia
RadioBlogAustralia il 31/08/08 alle 06:54 via WEB
Confesso la mia ignoranza, non l'avevo mai sentito nominare. Vado subito a googlare le sue opere: saltero' gli inizi e andro' direttamente a quelle piu' interessanti. Che tipo di libri scrive? Siamo sul Franzen?
 
 
il_presidente77
il_presidente77 il 01/09/08 alle 10:51 via WEB
Mai letto nulla di Franzen (intendi ovviamente Jonathan Franzen?), ma da definizione dei critici sembra abbastanza simili, anche se sarebbe più corretto dire che Franzen è sul tipo di Pynchon ;-)
 
   
RadioBlogAustralia
RadioBlogAustralia il 01/09/08 alle 15:00 via WEB
Of course, pardon, Pynchon viene cronologicamente prima!! Comunque se ti va di leggere Franzen (si', lui, Jonathan) leggi solo Le Correzioni. Il resto e' solo preparazione a quel grande suo capolavoro (preparazione nemmeno troppo eccitante). Le Correzioni e' uno dei libri piu' belli che ho letto negli ultimi 2 anni.
 
     
il_presidente77
il_presidente77 il 01/09/08 alle 15:08 via WEB
ti ringrazio delle utili indicazioni, risprmi un allungamento inutile della coda letture
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 03/09/08 alle 11:18 via WEB
Un paio di anni fa ho comprato "V" di Pynchon, ma sta ancora lì, non credo di avere letto nemmeno la prima riga. Non riesco a ricordare il perché di quell'acquisto, però era il libro che volevo in quel momento. Che sia arrivata l'ora? Che questo post sia un invito? Ma sì :)
 
 
il_presidente77
il_presidente77 il 03/09/08 alle 17:22 via WEB
io ho in attesa sia L'arcobaleno delle gravità sia Vineland, e non mi sento pronto ad iniziarli o forse aspetto perchè so che mi daranno soddisfazioni (comunque capisco il concetto di libro giusto per il momento, ne ho fatti diversi di acquisti e alcuni devo ancora leggerli)
 
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