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Angelo "il treno" penultima puntata

Post n°398 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da occhi_digatta

Buon pomeriggio, eccomi qui dopo molte bufere! Siete pronti per questo viaggio nel mistero?

"il treno" e la fuga.

La partenza è stata al quanto audace, ma la logica ci porta a riflettere su alcuni avvenimenti che sono accaduti nel racconto. Facciamo un passo indietro per capire cosa è successo realmente.

Le domande sono spesso dettate dalla curiosità del sapere ed è giusto che si conosca le verità velate dietro ad un racconto.

 

Ecco cosa avvenne dinanzi agli occhi di Angelo:

 

Un’incredibile metamorfosi, quel piccolo ragazzo si trasformò in un uomo alto e luminoso ma senza volto.

La stanza oramai era invasa da questo profumo di lavanda, e molto lentamente dal pavimento s’innalzava un vapore, sprigionando un calore piacevole.

 

L’uomo luminoso si rivolse al giovane e disse:

 

-“ Ascoltami: Ho l'obbligo di raccontarti una vicenda, sappi che vi era un tempo in cui il mondo stava piombando nelle tenebre e nel caos, un’epoca fatta d’arti incantate e sortilegi, un’epoca in cui nessuno si contrapponeva al male.

Quel lembo di terra che tu hai percorso in treno, un tempo apparteneva ad un passato tormentato dalla storia umana. Le suore, mio caro hanno trovato salvezza solo per un buon motivo, sono scese alla stazione precedente, per raggiungere proprio questo luogo considerato sacro.

Tuttavia chi attraversa quel pezzo di terreno, in un preciso momento della giornata, è destinato al male e quindi si ritrova intrappolato nel sacrificio.

Ti ho tratto in salvo con l’arte dell’incantesimo, se pur camuffandomi da piccino, ti sei fatto trafiggere al posto mio da quella lama, ma sappi che il tuo sangue ha potere!

Tanto da far fuggire l’incappucciato, la tua anima è pura, e ciò disturba il male. Ricordati che farà di tutto per imprigionarla e possederla: Ove c’è la certezza si annida l’inganno più spietato”

 

-“ Signore, io volevo solo fare un viaggio e visitare luoghi, perché mi trovo imprigionato in questa vicenda?

 

-“Saggia la domanda e indiscussa la risposta, sei il prescelto per sconfiggere l’ombra del male. La tua lotta non sarà vana.”

 

Nel momento in cui Angelo stava per replicare, l’uomo senza volto svanì nel nulla; anche questa volta il giovane rimase privo di risposta, perlomeno così pensava.

Esse spesso si rivelavano al nostro destino ogni santo giorno, le incontriamo durante il cammino dell’ esistenza, e nonostante ciò non ne siamo mai coscienti, a volte neanche le consideriamo come tracce da seguire verso un destino inneggiato .

Angelo non era in grado di comprenderlo, in quanto la sua ragione era offuscata dai mille pensieri, ma la pace della mente è sempre la quiete migliore.

 

Nei giorni successi le cure amorevoli delle suore, diedero il loro esito, il nostro Angelo ebbe la guarigione sperata, si sentiva forte e pimpante, tanto da chiedere a Suor Brigida di poter raggiungere il treno per dar il suo aiuto ed una degna sepoltura a tutti coloro che erano stati vittima di questa ingiusta ferocia ed assurda storia del passato.

La perplessità era lampante sul viso della suora, tuttavia ne condivideva il gesto, quindi chiese solo una cortesia al giovane, lo pregò di indossare una croce sotto gli indumenti, come protezione da ogni eventuale attacco sferrato dall’incappucciato.

Di buon’ora, poco dopo il sorgere del sole, egli si munì di una pala e d’alcune croci di legno, mentre si dirigeva verso il treno, Angelo percepiva la presenza di qualcuno, ma non scorgeva nessuno al suo orizzonte.

Nonostante ciò, continuò a camminare, canticchiando una canzone proprio per esorcizzare la paura, dopo qualche ora di buon passo, raggiunse il treno, uno scenario veramente agghiacciante ed una desolazione.

Quell’ammasso di ferraglie era ricoperto da una strana sfera scura, deglutì nervosamente: doveva far leva sul suo coraggio, e tentare di introdursi.

Cautamente allungò la mano per sfiorarla, e per conoscerne almeno lo spessore, inaspettatamente Angelo fu risucchiato in questa bolla, catapultato con violenza all’interno, qui udiva dei lamenti spaventosi: i suoi canti e fischiettii ebbero termine, tutto gli si spense in gola.

All’interno del vagone vi erano degli strani oggetti ovali, ma,dei corpi nessuna traccia situazione veramente anomala, altrochè incidente ferroviario, qui si respirava aria di mistero.

Ogni volta che, si avvicinava ad uno di essi, percepiva uno strano odore di marcio, il suo passo era molto traballante, incerto e fremeva dalla voglia di fuggire.

Con gran coraggio azzardò a toccarne fuggevolmente una,  tutto ad un tratto apparvero dei corpi trasfigurati protetti da una lastra di vetro, uno di questi si frantumò e fuoriuscì una mano mangiata dal tempo, l’odore era al quanto sgradevole, il tentativo di afferrare Angelo fu illusorio, il salto all’indietro del giovane lo salvò, rapido come un colpo di volpe.

La corsa fulminea sino al vagone successivo, dava una vana speranza all’ambita fuga, certo che presto sarebbe sfuggito a quest’incredibile incubo.

Tuttavia appena egli superò quella carrozza per introdursi nella seguente, le porte si chiusero di botto ed una fiamma divampò proprio per impedirgli ogni tentativo d’evasione.

Ormai i lamenti si udivano in lontananza, quel vagone si era mutato incredibilmente in una piccola caverna sotterranea ed in ogni singolo cunicolo, vi era una fiamma alta, che divampava con minaccia.

Non magicamente bensì con tutta la ferocia, fece la sua comparsa un essere mostruoso: talmente sproporzionato che Angelo fu letteralmente pietrificato dalla visione, intimorito indietreggio.

 

Inciampò cadendo, davanti a lui proprio vicino al suo viso sbucò un cesto pieno d’oro, allungò la mano per afferrare alcune monete, ma notò che le sue dita erano diventate cianotiche ed il suo respiro emanava una strana nube, l’aria era gelida.

Non riusciva a comprendere il perché di questi accadimenti e lo stupore era in evoluzione nel suo pensiero.

Angelo si era ritrovato da predatore a preda.

Le scie scure avvolgevano questo essere e lo ingrandiva a vista d’occhio. Nessun volto si vedeva solo questo gran cappuccio, da dove usciva un alito putrido.

 

-“ cosa sei tu?”disse Angelo puntando verso di lui la croce.

La ferocia del mostro, fu talmente inaudito, e proprio per impedire ad Angelo ogni sorta di vanto con l’emblema: proferì tali parole terrificanti.

-“ sono il mietitore del diavolo, e sono qui per recriminare la tua anima. Tu dovrai patire per le colpe del passato”

-“Che diritto hai di prenderti la mia anima, io non scendo a patti con nessuno”rispose tenendo la croce in mano.

-“Inginocchiati dinanzi a me, il diavolo avrà ciò che gli spetta e tu dovrai rendergli grazia”avventandosi con di lui.

 

La croce in quel momento subì una sorta di magia, trasformandosi in spada dando la possibilità ad Angelo di battersi ad armi pari, anche l’incappucciato ne possedeva una, rovente dall’inferno.

-“ riferisci al tuo padrone che non sono pronto per il regno dei morti, il signore mi aiuterà” rispose Angelo

-“sei un balordo, ancora non capisci che ti ha abbandonato e tu credi ancora nella bontà terrestre, voi umani siete privi di verità e vi colpite a vicenda senza rendervi conto, il male lo generate voi, le vostre azioni sono false, voi mirate all’eterno inganno, ma non avete il coraggio di ammettere che siete posseduti dall’oscurità ” disse l’incappucciato.

Da qui un duello, l’inesperienza di Angelo disgraziatamente era notevole, l’incappucciato ebbe il sopravvento, quando stava per trafiggerlo il giovane aveva visto vagamente una luce in lontananza e con tutta lo sconforto si mise a correre per saltare trasversalmente questo specchio.

Vetri in frantumi e lui finalmente fuori della sfera.

 

Tutto svanì nel nulla sia il treno sia la sfera, Angelo rimase sbalordito dalle parole che aveva proferito il mietitore, in cuor suo sapeva che in parte era vero.

Gli esseri umani non sono mai come appaiono, sono domati dal bene e dal male, e spesso nella vita compiono gesti che provocano la violenza altrui.

Forse in passato quel lembo di terra apparteneva a qualcuno, e ovviamente l’avidità porta sempre a compiere atti spregevoli, sottraendo cosi ingiustamente il fiorire della vita.

Il rancore non si dissolve per atto caritatevole, cresce tacitamente e sfocia la sua ira, quando meno te l’aspetti.

Così l’esistenza perde ogni colore e libertà, ma il principio non è nel dare o avere, cosi facendo si sminuisce ogni bellezza, cagionando la sovranità e la dignità.

Già, ora Angelo era ancor più confuso, avrebbe mai venduto l’anima al diavolo?

Chi era lui per determinare il bene o il male, o tutti noi, chi ci da, il potere di scindere quest’entità suprema in noi?

Le nostre azioni sono realmente senza alcun fine?

Le parole che proferiamo nel tempo hanno valore?

No, credo che il nostro giovane abbia smarrito la retta via, e in lui alberga una parte oscura tenuta tacitamente dormiente.

Infondo lui, desiderava solo seppellire quelle anime, da loro un luogo del riposo, chissà per quale ragione in questo momento appartenevano al diavolo.

Tutto dal passato torna sempre! Per sorte il tempo nasconde grandi segreti, ed occulta il colore dell’amore.

Senza saperlo Angelo si era ritrovato a combattere, ciò che lo spaventava di più e che, in lui era scattata la rabbia, era per paura o perché in diavolo avesse la sua ragione?

 

Cosa avrebbe detto a Suor Brigida ed all’uomo luminoso  predicatore?

Un abbraccio.....Serenella

 

 

 

 
Rispondi al commento:
occhi_digatta
occhi_digatta il 13/02/14 alle 16:36 via WEB
Ciao Laura, ciò che hai riportato è stato dettato nel duetto con la mia anima...e tu sai che ciò acade spesso. La verità esiste e non si confonde con la bugia. Un abbraccio mia cara e grazie infinite
 
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