Kean: “Nuovo Drogba”, “Nuovo Balotelli” o “Nuovo bluff”?

L’anno scorso a giugno abbiamo inaugurato questo blog. Il nostro primo post è stato scritto per difendere l’allora allenatore dell’Under 21  Gigi Di Biagio, che ci aveva rimesso il posto più che per demeriti suoi per demeriti di tre ragazzini viziati (vi rimandiamo al post “Più rispetto per Di Biagio, un po’ meno per i bulletti”).  Uno di quei tre, che qualche giargianese aveva già definito il “Nuovo Drogba”, è andato a giocare nel paese che ha visto affermarsi ed esplodere in tutta la sua forza il campione a cui era paragonato, ma una volta lì invece di divenire il “Nuovo Drogba” è diventato il “Nuovo Balotelli” e per questo l’Everton (il club che l’anno scorso lo ha ingaggiato) sta già pensando a rimandarlo da dov’è venuto. Pare che il fenomeno in questione abbia violato la quarantena organizzando un festino e i rapporti con la società, che già non erano idilliaci, si sono ovviamente compromessi ancor di più dopo questa “bravata”.

Moise Kean (il ragazzino in questione) pare destinato a tornare in Italia. Probabilmente tornerà, anche perché ha un procuratore potente (Raiola), però fa riflettere che a 20 anni la Juve lo ha ceduto (e quando la Juve cede un ragazzo di 20 anni significa che non vuole puntarci sopra e se non vuole puntarci sopra, ha i suoi buoni motivi) e l’Everton lo sta praticamente mandando via.

L’anno scorso ebbe un buon esordio con la Juve (anche se in alcune partite notammo che faceva goal dopo averne sbagliati due), esordio che spinse Mancini a convocarlo in Nazionale. Due goal all’esordio li fece, ma attenzione, contro la Finlandia e contro il Liechtenstein (avessi detto la Francia…). Bastò quello per vedere titoloni, paragoni con Drogba e chi più ne ha più ne metta, per la gioia del suo procuratore, che gongolava al pensiero di avere di nuovo tra le mani un calciatore con cui guadagnare milioni.

In neppure un anno però due società hanno già fatto capire di non voler puntare su di lui. Ora, ribadiamo, la palla passa a Raiola, che con il potere che detiene riuscirà magari a piazzarlo da qualche parte, ma attenzione, perché abbiamo già visto cos’è successo con Balotelli, che aveva i mezzi per diventare veramente un numero uno (riconosciamolo: a 18/19 anni era più forte di Kean) e a forza di piantare grane ha sprecato un talento.

“Ricordati: la cosa più triste, nella vita, è il talento sprecato”. Questa frase è tratta dal film Bronx, di e con Robert De Niro.

Raiola, se veramente vuole bene ai suoi assistiti, dovrebbe ricordare loro ossessivamente queste parole, invece di parlare sempre solo di soldi.

Più rispetto per Di Biagio, un po’ meno per i bulletti

Di_Biagio_

Kean e Zaniolo arrivano in ritardo agli allenamenti, facendosi attendere manco fossero Roberto Baggio. Chiesa contro il Belgio fa un gran goal, ma prima fa un fallo per il quale non si capisce perché non sia stato sbattuto fuori dal campo (a parti invertite chissà cos’avremmo detto, ma si sa, noi sportivi italiani siamo molto bravi a guardare la pagliuzza nell’occhio del vicino, ignorando la trave che è nel nostro). Di chi è la colpa? Ma di Di Biagio naturalmente, non di tre stronzetti che, seppure non abbiano ancora vinto nulla, vengono già trattati come Meazza dalla stampa nostrana. Kean paragonato a Drogba (ma come si fa dico io?), Chiesa e Zaniolo a parole contesi dalle squadre di mezzo mondo (provino a fare così a Madrid, a Barcellona o a Manchester, vediamo che fine fanno. Avevamo già Balotelli e Cassano che a chiacchiere erano due fenomeni, ma quando sono andati all’estero, in club che contavano, ce li hanno rispediti indietro senza tante parole), Di Biagio non è capace ad allenare. E’ questa la triste realtà che sta uscendo, non che un serio professionista è stato preso in giro da tre bulletti, di cui nessuno ha convenienza a parlar male, perché altrimenti la loro quotazione potrebbe scendere e verrebbero messi a rischio (specie per Chiesa e Zaniolo, in quanto Kean pare blindato a prescindere dalla Juve) tre potenziali affari in cui società, procuratori e scrocconi vari potrebbero bagnarsi profumatamente il becco.

E’ vero che Zaniolo e Kean si sono scusati, è vero che sono giovani e se è per fare degli sbagli, è meglio che li facciano adesso, ma perché far pagare il tutto a Di Biagio?

Non sarebbe stato meglio affidare i tre alle cure di Alfio Muschio, il personaggio di Bebo Storti che a Mai dire goal aveva aperto il “Centro di recupero per calciatori fighetti”, oppure condannarli a dieci minuti di marcatura alla Claudio Gentile dei tempi d’oro?  Non sarebbe stato meglio fargli riprovare l’ebbrezza (in senso ironico naturalmente) di subire quattro o cinque contrasti alla maniera di Romeo Benetti? La voglia di fare i fenomeni gli sarebbe passata seduta stante. Invece ipocritamente sono stati giustificati da molti, accusando invece l’allenatore, confermando la regola discutibile (per usare un eufemismo) che se si vince vincono i giocatori, se si perde bisogna esonerare l’allenatore. Peccato.

(Foto  di Luigi Di Biagio tratta dal sito www.calciomercato.com)