Cronaca di quello che, dopo il derby di ritorno a San Siro, è diventato un trionfo annunciato. L’Inter ha vinto lo scudetto con quattro giornate d’anticipo. Il merito è di tutti: giocatori, allenatori, dirigenti.
Due anni fa Antonio Conte è arrivato a Milano con la missione di far rivincere l’Inter. Missione compiuta, almeno in Italia. In Europa al momento registriamo il fallimento (ultimi nel girone è un fallimento) di quest’anno, anche se pure le altre italiane non è che abbiano fatto sfracelli (per la serie “Mal comune mezzo gaudio”) e una Finale di Europa League persa, che è comunque un secondo posto (dopotutto non ci pare che negli ultimi anni qualcuno in Italia abbia fatto di meglio in questa competizione), intanto però i nerazzurri si cuciranno di nuovo lo scudetto sulla maglia e non è poca roba.
La vittoria nerazzurra a nostro avviso è cominciata a concretizzarsi però molto prima prima del derby di ritorno col Milan. Dopo l’uscita in Champions Conte fu decisamente in discussione. Zhang fu irremovibile nel confermarlo, facendo capire all’ambiente che se a qualcuno Antonio non andava bene, doveva cercare di farselo andar bene. La chiarezza, figlia comunque di una programmazione, è stata fondamentale, come fondamentale è stato l’apporto del tecnico e dei dirigenti.
Non è semplice gestire (e soprattutto motivare) gente che non prende lo stipendio. Chi lavora vuole essere pagato per il proprio lavoro, che uno sia calciatore, medico, operaio o libero professionista, poco importa. Da questo punto di vista Beppe Marotta e Antonio Conte hanno svolto un lavoro formidabile.
I giocatori infatti per qualche mese non hanno ricevuto lo stipendio a causa dei problemi finanziari di Suning, ma in campo in pochi se ne sono accorti.
Dunque onore a Marotta e Conte, artefici dello scudetto nerazzurro.
Due anni fa non dimentichiamo che c’era chi dubitava fosse giusto cedere Icardi e acquistare Lukaku.
Due anni fa Lautaro Martinez era riserva.
Due anni fa, quando arrivò Barella, si sapeva fosse bravo, ma erano tutti sicuri che nell’Inter sarebbe cresciuto ancora di più? In fin dei conti anche Bernardeschi nella Fiorentina era considerato un futuro fenomeno, poi nella Juve ha avuto (e sta avendo) notevoli difficoltà.
Due anni fa, Bastoni chi era?
Oggi di colpo nessuno se ne ricorda più, lo facciamo noi per quello che vale, sottolineando la bravura di dirigenza e allenatore nell’aver costruito un progetto serio, importante, che ha portato l’Inter a vincere con pieno merito lo scudetto dopo undici anni.
Dopo Inter-Juve 2-0 scrivemmo che avevamo rivisto la Juve di Conte, di diverso aveva solo la maglia nerazzurra. Questo per dire che il timbro Antonio su questa squadra l’ha messo, come in tutte le squadre che ha allenato.
Ora vedremo in futuro, ma il fatto che Marotta abbia dichiarato che non intende muoversi dall’Inter, è un segnale che questa squadra può aprire un ciclo. Per ora ha iniziato a vincere di nuovo lo scudetto ed è già più di qualcosa.
Complimenti Inter! Chapeau.