Da un po di tempo sento persone che si sono messe a dieta.
Chi seguite da un nutrizionista, chi con diete proposte da pubblicità o trovate nel web, altri ricorrono al fai da te.
Quello che mi ha stupito è sentire di perdite di peso di diversi kili in poco tempo.
Trovo giusta una dieta appropriata con perdite di peso non esagerate e nel tempo, magari aiutati anche da un po di esercizio fisico.
Penso che limitare l’alimentazione secondo le abitudini sia una sofferenza anche psicologica.
La rinuncia, quel senso di privazione che crea insoddisfazione, a volte anche tristezza.
Una giusta alimentazione, si tratta di un cambiamento e non di privazione, anche se non fame ma quella sensazione che manchi qualcosa.
Ogni tanto fa bene rimettersi in forma, e poi concedersi qualche peccato di gola.
Chissà perché piacciono tanto quei cibi definiti “spazzatura ” ma che ci danno tanto gusto.
Chi preferisce il salato e chi il dolce.
Io preferisco il salato.
Comunque sia l’importante è non eccedere, e cercare di stare bene.
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Sempre più belle?
Oggi sono andata in farmacia e quando è toccato il mio turno mi trovo davanti alla Dottoressa farmacista con il viso che sembrava una caricatura.
Ero impressionata, labbra a canotto e ciglia finte a ventaglio.
Ma queste donne che problemi hanno?
Come fanno a guardarsi allo specchio e non vedere la propria immagine deformata.
Purtroppo stanno aumentando gli interventi estetici, non per necessità o per correggere alcuni difetti più o meno importanti, ma per modificare parti del viso per capriccio, per piacere di più.
Questo non solo per questioni di età, magari eliminare qualche piccola ruga, ma anche nelle giovani donne.
Ormai ne abbiamo viste tante eppure ancora non capisco questi nuovi canoni di bellezza e femminilità.
Evidentemente i creatori dei Muppet erano già avanti.
Senza parole
Ultimamente mi sono resa conto che sempre più spesso resto senza parole.
Tempo fa sprecavo parole per esprimere pensieri, opinioni, per spiegare, ripetere, informare, dialogare, consolare, incoraggiare, comunicare…..
Ultimamente però le parole mancano.
Forse sarà per stanchezza, o la sensazione di lasciarle vagare nel nulla.
La sensazione di non venire ascoltata o la stanchezza di spiegare quando gli interlocutori non vogliono ascoltare o capire.
Così si prolungano i miei silenzi, a volte faccio per rispondere, apro la bocca, ma poi nulla, non ho più parole.
Attendere
Attendere prego ….. come il messaggio di attesa registrato in un centralino telefonico, un’attesa infinita o di infinita pazienza.
La pazienza che non ho, questo purtroppo è un mio difetto e non ho ancora imparato a farmela venire.
Tutta la vita è un’attesa, non solo parlando di code, nei centri commerciali, medici, postali, sedi bancarie, ecc.
L’attesa per l’esito di un esame, l’ansia di conoscere il risultato, da quello dipenderanno altre azioni future in bene o in male.
Un’attesa quando si desidera qualcosa, una risposta, una soluzione, un cambiamento. In questo caso sembra di brancolare nel buio perché non si sa neanche se arriverà.
Attesa agli appuntamenti, perché io di solito arrivo in anticipo e detesto i ritardi mentre altri sono spesso ritardatari.
L’attesa che fa maturare una scelta, una decisione.
In questo caso direi che è importante prendersi il tempo necessario.
L’attesa di prendere sonno, quando i pensieri mi girano nella testa, e non arriva, e poi conto le pecore e non arriva….. uffa, ma quanta attesa!
Quando si diventa anziani?
Quando si diventa anziani?
Non c’è un’età definita, credo che l’anzianità sia un sentimento, oltre allo stato di salute.
Non è solo avere i capelli bianchi e le rughe.
Soprattutto quando vengono a mancare le energie, anche la testa inizia a cambiare prospettiva, rispetto a quello che si vorrebbe fare.
Ricordo quello che facevo alcuni anni fa, ora mi rendo conto delle difficoltà che ho.
Quello però che fa più male e che è più difficile da accettare e dover chiedere aiuto e dover dipendere da altre persone.
L’ennesimo caso accaduto in questi giorni proprio alla suocera di mia sorella, per non chiedere aiuto, pensava di farcela da sola ed è salita su una scaletta per prendere qualcosa dall’armadio. Purtroppo è caduta. Così al pronto soccorso per controlli oltre a sentire i rimproveri dei figli.
Si acquisisce esperienza e maturità, si da valore ad altre cose più importanti, ma perdere l’autonomia è davvero triste.
Ora devo salutare perché devo fare….. oh non mi ricordo più!
A volte te le tirano…..
Oggi sono andata a fare l’ennesimo esame medico. Sappiamo già l’iter che comporta quando si ha necessità di fare visite ed esami. Tempistiche, stress, oltre ovviamente ai problemi di salute, altrimenti non ce ne sarebbe bisogno.
Questa mattina mi reco presso l’istituto clinico dove avevo l’appuntamento, con la pioggia a catinelle. Prendo il mezzo pubblico che ovviamente era da attendere e poi, come sempre quando piove, rimane bloccato nel traffico.
Arrivo all’accettazione, avevo davanti solo 40 persone.
Quando finalmente è il mio mio turno allo sportello, becco un’impiegata piuttosto scortese.
Fornisco tessera sanitaria e ricetta e intanto l’impiegata continuava a chiacchierare con la collega, cerco di interromperla dicendole, “mi scusi signora devo chiedere un’informazione” e mi blocca, “signora stia zitta mi lasci fare” dopo un po’ ci riprovo, e mi blocca ancora, “insomma stia zitta”, e nel mentre continuava a chiacchierare con la collega.
Non poteva ascoltare me, però continuava a chiacchierare con la collega.
Dopo tre volte di tentativi per chiedere l’informazione, intanto ha stampato l’accettazione per l’appuntamento e la fattura, finalmente riesco a dirle se mi controllava il numero civico dell’indirizzo perché spesso lo sbagliano, mi dice “me lo doveva dire prima”
Ecco a questo punto, almeno col pensiero l’avrei schiaffeggiata!
Scegliere le scarpe
Acquistare le scarpe non è semplice come sembra. Si va in negozio, si provano, sembra al momento che vadano bene e invece indossandole successivamente e provando a camminare si scoprono difetti o alcune problematiche dolenti per i nostri piedi.
A seconda della stagione è consigliabile indossare le calze per quella determinata calzatura.
Ognuno ha i propri problemi relativi al piede, quindi c’è da valutare in base alle esigenze la conformazione e la morbidezza della scarpa, la flessibilità. Ad esempio io necessito di una suola spessa e la soletta ammortizzata.
C’è chi ha necessità di inserire il plantare.
Infine ognuno in base alle preferenze sceglie il colore o se desidera abbinarle ad un determinato abbigliamento.
Insomma sembra facile andare ad acquistare un paio di scarpe.
Anch’io che ho delle problematiche sono in difficoltà
Oltre appunto a determinate esigenze, la moda attuale non incontra il mio gusto, la scelta è difficile.
Quando per caso trovo qualcosa che mi piace e voilà….. non c’è il numero.
La Rinascente
Ho scoperto e letto con piacere la storia della Rinascente di Milano presa dal web:
Quello che vedete nella fotografia è l’antenato della Rinascente di Milano, ovvero il palazzo dei Magazzini Bocconi di Piazza del Duomo. Belli, eleganti, producono per la prima volta in Italia abiti già confezionati e si ispirano ai magazzini Le Bon Marchè di Parigi: Milano quando vuole essere alla moda, ci riesce alla grande.
Vita difficile la sua: dopo aver cambiato proprietà e nome (fu il buon Gabriele D’Annunzio ad essere pagato trenta lire in monete d’oro per dire: “Il negozio rinascerà, chiamatelo Rinascente!”), passerà attraverso l’incendio del 1918 e soprattutto i bombardamenti del 1943.
Nel dopoguerra sarà quindi necessario ricostruirlo completamente: il nuovo edificio (quel raffinato esempio di razionalismo che voi tutti potete ammirare dalla cattedrale) venne affidato all’architetto Ferdinando Reggiori e aperto al pubblico nel 1950.
☆☆☆☆☆☆
Ho sempre ammirato e visitato la Rinascente quando lavoravo in centro e spesso nell’intervallo mangiavo qualcosa di veloce ed entravo ad ammirare i diversi piani.
Sembrava di entrare in una grande boutique, i reparti sembravano dei salotti, alcuni anche con divanetti. Ogni tanto acquistavo qualcosa che mi potevo permettere.
Mantengo il ricordo che avevo perché negli ultimi anni si è rimodernata, adeguandosi ai gusti della nuova generazione e soprattutto del turismo e mode internazionali, e quindi non apprezzando questi cambiamenti mi sentivo un pesce fuori dall’acqua, non corrispondeva più al mio sogno.
È stato bello scoprirne la storia e conservare ricordi piacevoli.
Quando si chiude una porta
Quando devo chiudere una porta la accosto perché ho paura di restare bloccata chiusa dentro.
Sarà forse un problema psicologico.
Sembra significare di voler lasciare uno spiraglio, una via d’uscita.
Nei rapporti personali invece quando ho chiuso con una persona che sia amicizia o sentimentalmente la porta l’ho chiusa bene a chiave e buttato via la chiave. Perché se sono arrivata a questo punto c’erano dei motivi validi e importanti.
Negli eventi della vita si dice che quando si chiude una porta si apre un portone.
Un evento così positivo mi è capitato in un’occasione lavorativa.
Sentimentalmente parlando, non ho ancora trovato la porta giusta.
Parlando invece di porte nel senso di arredo della casa, mi piace il buon gusto la sobrietà, con quel tocco di particolarità senza eccessi. La porta deve dare una sensazione di calore, di accoglienza, di solidità.
Caro olio evo
Caro olio o olio caro, quanto mi costi.
La crisi climatica ha portato alla riduzione della produzione.
Da un indagine sul consumo dell’olio evo, risulta molto diminuito l’acquisto.
Diversi consumatori optano per qualità inferiori oppure olio di semi.
Mi piace molto condire con l’olio evo e cerco di acquistare ancora su un prezzo medio di qualità abbastanza buona e italiano, cercando di risparmiare su altri prodotti nella spesa.