Il Gioco del Mondo

ora nessuno nota
il buio pesto delle suole frettolose del mattino
rami spogli sbracciano nei controluce non ancor desti
difformi nudità di nebbia

nessuno più le canta
esaurite progressioni di rosso e d'arancione dei tendaggi
sono attrici dietro il palco ad ascoltar scemar le dicerìe
i loro bislacchi strascichi

non c'è condanna, per carità, nessuna presunzione di giudizio
ogni fregola rincorre le stagioni adatte agli enormi guardaroba
i toni cupi del marrone cantan malamente l'allegria
i beige che non so pronunciare...

belle rattrapite in abbracci ed intrecci casuali
marroni venosi percorsi ad immagine del padre
secche ignorate bagnate calpestate marce
ignari passanti mortai


Perturbabile


al mosto putrefatto della vita nel ritorno!
io, nel bello del mio canto d'ogni giorno,
voglio mettere l'eco delle cose distorte
e il profumo di marcio delle foglie morte